domenica 29 maggio 2016

LEARNING TIME

Non si smette mai di apprendere, se ne ha voglia; mai.
Vivere ci mette ogni giorno di fronte a situazioni che comportano un apprendimento, in quanto queste esigono reazioni da parte nostra che, a loro volta, determinano altre situazioni in un domino infinito.
Quello che cambia, con il tempo, è il nostro modo di affrontare quello che non conosciamo o che non prevediamo sia possibile, ovvero tendiamo ad accettare alcune cose, altre a non dargli più alcuna importanza e, sopratutto, tendiamo a scegliere con molta oculatezza quello che crediamo sia necessario apprendere affinché la nostra vita migliori.
Ho sempre vissuto reagendo d'istinto a quello che mi si è proposto dinanzi nel corso del tempo, sopratutto ho preso di petto ogni qualsiasi variazione modificante l'equazione che avevo impostato nel periodo che vivevo come credevo fosse giusto farlo.
Nella maggior parte dei casi l'istinto produceva reazioni rabbiose, moti d'ira, in quanto la variabile che interveniva nella mia equazione determinava in me instabilità o demoliva status quo che ritenevo inalienabili; la velocità della reazione generava, a sua volta, una cascata di eventi che difficilmente sono riuscito a controllare in quanto derivanti da fattori esterni che non potevo assoggettare alla mia volontà.
Poi ho iniziato a comprendere che l'attesa nella reazione non poteva che essere  benefica, in quanto mi avrebbe permesso di metabolizzare il fatto intervenuto e valutare la mia mossa successiva per reindirizzare l'equazione ad una nuova stabilità arricchita dalla nuova variabile appresa che, proprio per questo, assumeva un valore definito uscendo dall'ombra dell'imprevedibilità; continuavo, però, a reagire ad ogni evento sconosciuto che mi proponeva dinnanzi.
Il passo successivo fu determinato, quindi, dalla pre valutazione dell'accadimento in se, ovvero se questo fosse veramente una variabile instabile sconosciuta da far assurgere a valore definito oppure no; questo passo è stato piuttosto lungo, accompagnandomi, di fatto, sino alla mia storia recente.
Questa lunga analisi mi ha permesso di apprendere che avrei dovuto costruire una nuova equazione che mi permettesse non solo di scegliere quali fatti avrei dovuto affrontare e quali ignorare, ma anche il come procedere in tal senso.
Questo arricchimento, seppur faticoso, mi permette ora di avere una maggiore serenità nell'affrontare il fato e di averne un certo controllo, seppur limitato; ho compreso che alcuni valori sociali della vita non sono tali e che è possibile farli assorbire dalle "cose che così devono andare" in quanto non è possibile né avere aspettative inalienabili né, tantomeno, avere certezza di come le persone con cui ti relazioni reagiranno a loro volta a ciò che il destino gli proporrà dinanzi.
Aggiungerò, poi, altro a quanto appreso finora nel tempo che mi sarà ancora concesso di vivere come essere biologico, in un continuo "learning time" senza fine e forse senza scopo; potrebbe, questo, rappresentare una condanna o forse uno stato evolutivo prederminato in ragione di quello che non comprendiamo appieno.
Non ho risposte in tal senso e non le sto cercando. Vivo e cerco di farlo in armonia con quello che mi circonda anche se mi comporta fatica, dettata dall'apprendimento continuo cui sono sottoposto, come quell'asino che insegue la carota attaccata a se stesso che non potrà mai raggiungere. Non me ne dolgo; l'ho compreso solo adesso e non mi dolgo neanche di questo. Ho anche compreso, infine, che non tutti avvertono tale necessità e che per una qualche ragione, forse anche giusta, quello che conoscono lo ritengono esaustivo per avere una buona vita. Non me dolgo.
A ciascuno il suo learning time ...

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