martedì 29 aprile 2014

Cultura Sportiva

Risuta francamente incomprensibile in questo paese cosa si intenda per cultura. Cultura letteralmente indica " un insieme di conoscenze tese a migliore l'individuo, ad accrescere le sue capacità cognitive".
Ma da noi viene usato in una accezione che, francamente, a volte è quasi comica, sopratutto se le parole vengono messe in relazioni con i moti facciali di chi la pronuncia, serissimi, manco stesse a divulgare la notizia che gli alieni vivono negli USA e organizzano le faccende terrestri.
ato Ora, nello specifico il Sig. Conte ( solo nel nome), allenatore della Juventus, ci hai tediato con la frase dell'allenatore della Roma sullo scarso impegno degli avversari della società bianconera, che, secondo il Conte recherebbe in se la "cultura" del sospetto.
Cosa centri la cultura sportiva in questa querelle ora, francamente, mi sfugge.
Ammesso, e non concesso, che una affermazione del genere rechi in se un sospetto, come si connette questa all'aspetto culturale?
Il Sig. Conte, novello Don Chicotte contro i mulini a vento romani forse ha confuso la parola etiica con cultura.
Nel caso specifico un uomo di buona cultura avrebbe parlato di etica sportiva.
Ma credo che il Conte abbia frequentato le medesime scuole del Sig. Lotito, che si crede acculturato con le sue citazioni nel suo pseudo latino/romanesco.
Etica è evidentemente una parola di cui il Conte disconosce il significato, visti i suoi trascorsi nell'infermeria juventus e squalifica per il calcio scommesse.
Sig. Conte, ci facciaa un piacere, apra un libro ogni tanto visto che ha tanti soldi, e provi a leggerlo, magari così non scambierá più l'etica per cultura...

sabato 26 aprile 2014

UN GIORNO, PER CASO...

La storia, generalmente ignorata dal paradosso sociale italiano, scrive sempre verità. Non quella che viene impressa sui libri di chi pretende di raccontarla a modo proprio, come generalmente è avvenuto in questo paese, ma la corretta e distaccata (nel senso che non di parte e/o ideologica) analisi di quello che è accaduto nel passato prossimo e remoto può condurre ad ipotesi future più probabilistiche di quanto sia possibile pensare. Non tanto nei corsi e ricorsi tanto cari a Vico quanto nello sviluppo di una strategia basata, per l'appunto, sulla fredda disamina dei fatti accaduti in un determinato contesto sociopolitico.
Il periodo di confusione collegato alla perdita di una identità univoca che il popolo italico sta vivendo nasce da un lungo periodo, che muove dalla cosìdetta fine delle prima repubblica, passando per l'entrata nell'euro zona, per la perdita di sovranità nazionale ceduta parte, di fatto, a gruppi di potere economico operanti nel pianeta che speculano sui popoli al fine di un tornaconto personale, parte alla germania, che non fidandosi dei paesi europei dell'area mediterranea ha cercato, cerca e cercherà di essere la voce del padrone che risuona nella vecchia europa (come ha sempre cercato di fare sviluppando la maggior parte delle guerre che si sono combattute nel vecchio continente e, di certo, le due più sanguinose...), per la mediocrità di una classe dirigente nata delle ceneri di ideologie contrastanti e antitetiche che hanno regnato (regnano...) nel nostro paese, per la ferrea e assurda convinzione che comunque il "mio pensiero è migliore del tuo" al di là di ogni ragionevole dubbio, per il crescente disinteresse del cittadino agli affari politici, per l'assoluta demagogia dei centri di informazione, che nel caso italiano non vedono alcun editore puro, per la negligenza nell'affrontare enormi problemi nazionali che si trascinano da tanto, troppo tempo.
E potremmo continuare, facendo sì che la lista diventi insopportabile da leggere.
Ma questi fatti nella nostra storia recente sono impressi a fuoco ed ogni persona sana di mente e scevra da conclusioni di parte può e deve riconoscerli. Il declino del modello di vita italiano è iniziato con quella che è ricordata come tangentopoli, ovvero la disastrosa e rovinosa caduta di quella che oggi viene commemorata, appunto, come prima repubblica.
Da quel preciso momento ne inizia un altro, che sta adesso muovendo i primi passi da persona adulta, dopo il necessario rodaggio dell'età infantile e dell'adolescenza. I cambiamenti non avvengono con un giorno; sono lenti, devono necessariamente essere percepiti come tali dal popolo, essere poi assorbiti, metabolizzati, digeriti e finalmente compresi.
Tra questi fasi prolificano momenti di estrema confusione, dovuta, appunto ad una perdita di identità nazionale e personale; ci sono cose in cui le persone credono fermamente e vedere sbriciolate le proprie convinzioni giorno dopo giorno conduce, dovrebbe condurre, ad uno smarrimento, che porta al disordine in quanto genera ansia, paura.
Ora, che sul suolo italico stesse avvenendo una mutazione pochissimi sono stati in grado di interpretarlo, meno che mai la classe politica e, agganciata a essa, quello che le ruota attorno, dai sindacati alla pubblica amministrazione in senso lato, ovvero come amministrazione del bene pubblico (troppo lungo considerato privato da quelle pubbliche associazioni appellate come partiti).
Questo non sense ha paralizzato l'italia, restia ad uscire dal proprio passato settario e conservatore nel suo contesto dell'élite  burocratica, e ancora imberbe nel coraggio di voltare pagina nel suo contesto di volgo.
E la paralisi ha prodotto frammentarietà, disordine, angoscia, riluttanza, incertezza, demagogia e guru. Del resto la storia racconta di aggregazioni spontanee attorno a personaggi seducenti e calamitanti nei momenti di buio, alla ricerca di una guida per uscire dallo stato di caos apparente seppur palpabile. Che hanno prodotto risultati contrastanti ed, in genere effimeri, se non disastrosi.
Ma tutto questo rientra nel naturale evolversi verso l'età adulta, ovvero quella della comprensione di un fatto, del giudizio da formare, della soluzione da trovare. Accantonare cioè gli ardori giovanili e rivoluzionari che ci hanno condotto fino a qua (anche, se, a mio avviso, abbastanza inconsapevolmente) e affrontare la realtà odierna col senso del "buon padre di famiglia", ovvero obiettivamente e pensando a cosa sia giusto nel momento e nel futuro prossimo per assicurarne uno degno ai propri figli.
Occorre, quindi, razionalità fredda, non molestata da antichi ed obsoleti pensieri ideologici, ma che guarda all'obiettivo di mantenere e migliorare lo status quo acquisito, nel senso di benessere e pace sociale.
E' l'ora. Il dado è tratto. la coscienza lentamente acquisita. L'impossibilità di far sopravvivere un modello oramai consunto acclarata. Occorre essere cinici e pervasi dall'istinto dell'autoconservazione, imporre un new deal fatto di pensieri e occorrenze diverse, semplicemente diverse, e chiare, molto chiare.
Occorre parlare, proporre, discutere, e fare. Nell'ottica di ragionamenti diversi che devono però proporsi il medesimo fine. Se la democrazia è il minore dei mali per governare un popolo, cerchiamo di renderla vera e fruibile questa forma di governo che è costata tanto in tutto il pianeta per essere faticosamente raggiunta. E' ora di evolverla e riconsiderarla, cercando tutti insieme una strada per renderla più consona alle esigenze del terzo millennio, così profondamente diverse già solo dal secolo appena trascorso.
Tutto può essere cambiato, nulla è immutabile. Proprio perché cambia l'uomo stesso, che diviene altro pur restando nella forma da noi conosciuta. Se      mai nulla fosse cambiato oggi forse saremmo, che ne so, al cinquecentesimo imperatore del sacro romano impero; ma così non é perché ad un certo momento il modello che l'uomo viveva non era più soddisfacente e lo ha cambiato. Lentamente, con il tempo che occorreva. Nulla è subito: nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si riproduce. Nel tempo e nello spazio.
Occorre, però comprendere il momento nel quale la trasmigrazione sta avvenendo.
E l'ora è scoccata. Nell'eutanasia della repubblica italiana, destinata a divenire altro pur restando se stessa.
Muovere uniti renderà le cose più semplici pur nella loro enorme difficoltà, ed essere coscienti che i risultati che si produrranno avranno effetti in un prossimo futuro (certo non domani) renderà tutto più granitico ed efficace.
Succederà...la storia è lì a ricordarcelo...

sabato 19 aprile 2014

ERA MIA ZIA ... "NENNELLA". TRIBUTO A NARDI ELENA

In occasione della celebrazione del 25 aprile, festa della Liberazione, l'amministrazione comunale di Albano Laziale ha deciso di intitolarle un viale all'interno della villa comunale ex Doria, all'intersezione tra Viale Severino Spaccatrosi ed il primo viale a sinistra (il primo che s'incontra dall'entrata principale).
 
 
BIOGRAFIA DI NARDI ELENA
ALBANO LAZIALE IL 17 AGOSTO 1905 / 14 DICEMBRE 1998
(l'iniziativa è correlata al concorso sulla toponomastica femminile organizzato dalle associazioni "8 marzo" e "Andos"). La sua figura è emersa tra molte altre concittadine di Albano Laziale. Questa è la biografia ufficiale che ha fatto decidere le autorità in suo favore (tutte avrebbero meritato un simile riconoscimento...)
 
Nardi Elena, come molte altre donne della zona dei Castelli ha svolto il duro lavoro di bracciante agricola. L'esigenza di partecipare alla liberazione dell'Italia dall'oppressione nazifascista, l'ha condotta a divenire partigiana combattente all'interno della formazione "Castelli Romani".
La resistenza la vede protagonista nel periodo che va dal 30 settembre del '43 al 4 giugno del '44.
Insieme ad altre donne si impegna nella diffusione delle propaganda antifascista; porta e nasconde armi ed esplosivo; svolge il ruolo di staffetta, offre riparo e organizza la sopravvivenza di combattenti, profughi, ebrei e combattenti.
Tra questi vi è anche un gruppo di soldati russi fuggiti dalla prigionia e in procinto di entrare nella formazione partigiana del Castelli Romani.
Dalle testimonianze di altri partigiani come amici e parenti, deduciamo che Elena, da tutti conosciuta come "Nennella" (era il nome che usava da partigiana...), è una donna coraggiosa, convinta del suo agire.
E' generosa e davanti alle difficoltà si pone in modo costruttivo, disposta ad aiutare, proteggere, incoraggiare le compagne e i compagni nella lotta.
L'episodio che l'ha vista maggiormente protagonista è il crollo del ponte delle Sette Luci (sulla via laurentina), lungo la linea ferroviaria Roma-Formia, avvenuto nella notte tra il 20 ed il 21 dicembre del '43. Insieme a Laura Quattrini ha portato a piedi  l'esplosivo necessario nascosto dentro delle ceste, usate quotidianamente per portare verdure o panni, coperte di frasche. L'azione fu militarmente importante: i tedeschi videro interrotto il collegamento con il fronte meridionale, persero un grande quantitativo di munizioni ed armi. Inoltre, circa quattrocento soldati tedeschi perirono nell'attentato.
Oggi ricordiamo di "Nennella", in modo particolare, il suo essere un appassionata partigiana che ha messo la propria intelligenza, la propria esperienza e la propria audacia al servizio di una comunità sofferente per mancanza di libertà e diritti.
(a cura della prof.ssa Mary Nocentini)
 
 
Sono cresciuto con mia Zia Nennella (la sorella di mio nonno) in un piccolo vicolo di Albano Laziale, dove viveva nella sua minuscola casa, assieme ad altre compagne della sua vita che mi hanno fatto da zie a loro volta.
Era brusca nei modi ma gentile di cuore. Aveva un viso che portava tutti i segni della sofferenza della sua esistenza. Non parlava mai di se, o di quello che aveva fatto. Mi diceva sempre quello che sarei dovuto essere io: un uomo onesto.
Ha trascorso parte della sua vecchiaia a casa mia, oramai inferma. Ho diviso con lei 31 anni della mia vita...
Ora scusate, ma mi viene da piangere ...


il sindaco di Albano Laziale e mia madre nel momento in cui è stato tolto il drappo

... in una bellissima giornata di sole si è svolta la cerimonia all'interno della celebrazione del 25 aprile ... c'è stata una grande partecipazione ... vorrei cogliere l'occasione per ringraziare le Autorità comunali, per la loro grande sensibilità, tutti i partecipanti e le Associazioni "8 MARZO" e "ANDOS" che hanno permesso tutto ciò...in particolare l'ex sindaco di Albano Laziale la Signora ADA SCALCHI...

 

martedì 15 aprile 2014

5 DOMANDE A: ANDREA VONA

 

Andrea Vona, musicista e scrittore, non da molta importanza al culto della persona; ama  scrivere storie, canzoni e musica … 

la  sua proposta è un rock melodico, contaminato dal grunge anni 90, pop classico e psichedelia anni ’70 … i brani sono arrangiati dalla band (Daniele di Vito, chitarrista, Mauro Chiappa, bassista, Mauro Bellisario, batterista)

 
Link youtube : https:/www.youtube.com/user/TheAndivon

CD: “Resta tutto uguale” , singole tracce scaricabili su gbmusic
 
 
 
 
Come entra la musica nella tua vita?

 Con l'ascolto. Da bimbo trascorrevo giornate intere ad ascoltare i grandi gruppi che hanno segnato la storia del rock moderno. Mi sono dapprima avvicinato al pianoforte, poi alla chitarra. Con quest'ultima ho cominciato a comporre i primi brani.
 
Musica e parole … quanto influenza hanno l’una sulle altre e viceversa …

Quello che mi impegna maggiormente in una composizione è instaurare un rapporto armonico tra la musica di accompagnamento e il testo. Devono essere come due buoni amici. Se il pezzo funziona, come due amanti. Unire le due situazioni è una delle cose più difficili da raggiungere quando si compone una canzone. Non credo di riuscirci in tutte le situazioni, ma faccio comunque del mio meglio. 

L’inizio del brano “assenza” <<consumi vita creando denaro / che servirà poi a renderti schiavo /  la noia si porta via l'entusiasmo / e spegne la luce / uccide i pensieri >> mi suona come una denuncia dell’ipertrofia da consumo che ci attanaglia ed alla quale, in un certo senso, diamo, forse inconsapevolmente, acquiescenza 
Quello che mi lascia a bocca aperta nel sistema odierno, è come la maggior parte delle persone, compreso me, stiano compiendo un crimine contro l'umanità camuffato col lavoro. Il nostro modo di vivere occidentale presuppone come effetto collaterale che i tre quarti del mondo vivano in povertà. Questo perché le nostre multinazionali devastano intere nazioni, insieme ai loro popoli, depredando risorse e sfruttando manodopera a costo zero. Noi poi, accettando e perpetuando il consumo ciclico, diamo energia al sistema. E la coscienza? Quella non è un problema. Essa viene ripulita dalle leggi del sistema occidentale. Se una cosa è lecita, viene accettata senza problemi. Allora fin dalle scuole dell'infanzia il protocollo dell'insegnamento si preoccupa di inserire nel cervello degli archetipi fondamentali, quali il concetto di lavoro retribuito, l'importanza delle bandiere e del confine, o l'esistenza di un Dio che giudicherà le nostre azioni. Questo è il periodo in cui si inizia a diventare inconsapevoli. E questo è il periodo in cui si inizia a morire.
 
 
 
Nel tuo concerto cui ho assistito mi ha colpito il video che usi … le immagini sono forti … anche le frasi in sovraimpressione … (anche se a mio parere possono distogliere l’attenzione dalla musica) …  il complesso, l’insieme, l’ho trovato molto teatrale …
 
Nei live, quando la situazione lo permette, siamo soliti proiettare i video dei brani, che sono tutti disponibili gratuitamente su youtube. Le immagini riguardano il periodo storico che sta attraversando l'intera razza umana. Un periodo di decadenza sociale. Assistiamo ad una grande evoluzione tecnologica, contrapposta ad una situazione spirituale che ristagna da almeno due decine di secoli. Il risultato è una miscela di ignoranza e fame di potere. Nei video cerco di far risaltare proprio questo aspetto.

 
 
 Per chiudere … hai pubblicato un libro di fantascienza … e stai lavorando ad un nuovo progetto … credi che la nostra struttura societaria possa accettare oggi un contatto per così dire “alieno” ?

Il libro si intitola UN VIAGGIO TRA I MONDI, ed è la storia di un gruppo di ricercatori membri di una civiltà evoluta. Partono in missione sulla Terra, questo pianeta sperduto in un angolo disabitato di universo. Faranno i conti con le contraddizioni della società terrestre. Una società che non è pronta a questo tipo di contatto. Alieno è un concetto al quale secondo me non abbiamo ancora dato il giusto peso. Abbiamo scritto sull'argomento libri, fumetti, film, ma ci siamo fermati raramente a pensare al vero significato della faccenda. Lo fece a suo tempo Kubrik, in odissea 2001. Anche in Matrix ci sono delle perle di saggezza. I messaggi sono nascosti all'interno dei film e tanta gente si è preoccupata di cercarli. Purtroppo in giro non c'è tanto il bisogno di sapere, quanto una inconscia propensione ad accettare passivamente. Questo non solo in un semplice film, ma nella vita in generale. Tutta la nostra struttura societaria è stata concepita da esseri umani Alieni, cioè estranei, che non si conoscono. Nè fuori, nè dentro di loro. Miliardi di persone  che non si fermano neanche un secondo a pensare di essere vive. Tutto è ridotto nel modo più triste al conseguimento di uno stipendio, la cui funzione è nientemeno che la possibilità  ed il permesso di esistere. E' così incredibilmente evidente! Viviamo in una società globale fondata sulla divisione, sulla violenza e sul conflitto, per questo pronta più a farsi conquistare e distruggere, che ad accogliere pacificamente esseri più evoluti. 
 
 
 






Con Andrea abbiamo realizzato un intervista atipica direi, muovendoci in un ideale back stage del suo lavoro come artista, che, a mio modo di vedere, riflette quello che è il suo pensiero sul mondo attuale. Le sue riflessioni sono importanti, concrete, e lasciano interrogativi. Il suo impegno come artista è fortemente caratterizzato dal senso critico con il quale naviga nella struttura della società attuale e nelle sue profonde distorsioni. Ascoltarlo, comunque, quando fa musica con la sua band è un vero piacere...