venerdì 20 ottobre 2017

UFO NELL'ARTE SACRA

Nell'arte così detta Sacra sono stati più volte rappresentati strani oggetti volteggianti nel cielo, che lasciano perplessi ... eccone alcuni esempi:

Crocefissione, oggetti volanti  lato superiore sinistro e  lato superiore destro


Particolare del lato superiore sinistro



Sepolcro, oggetto volante posto sopra il corpo del Cristo



Crocefissione, oggetti volanti lato superiore sinistro e lato superiore destro



Crocefissione, oggetti volanti posti sotto il legno trasversale della croce


Particolare dell'oggetto pitturato sotto il braccio sinistro del Cristo in croce


Infine, una curiosità: nell'Abbazia di Rennes le Chateau, in Francia, ci sono due statue raffiguranti Giuseppe e Mara che tengono in braccio entrambi un pargolo: forse Gesù ed il suo gemello (Didimo)?




giovedì 19 ottobre 2017

LA CONOSCENZA VEDICA

In relazione al post di ieri sul "Discorso di Ratisbona" di Papa Benedetto XVI, voglio proporre oggi un brano tratto dalla "Caduta degli Dei - Bibbia e testi induisti, la storia va riscritta", opera di M. Biglino e E. Baccarini edita da Uno Editori, e più precisamente dal capitolo (pag. 294) dedicato alla conoscenza vedica (trasmessa attraverso i VEDA, una antichissima raccolta in sanscrito vedico di testi sacri, divenuti nella nostra epoca di primaria importanza nel differenziato insieme di dottrine e credenze religiose dell'Induismo).
...

In uno dei quattro testi sacri che compongono, appunto, i Veda, il RIG VEDA (10.71.4) è possibile leggere questo passo:
"Un uomo illetterato può non vedere il linguaggio anche se questo sia visibile e può non comprenderlo anche se lo ascoltasse. Ma lei (il linguaggio) espone il suo corpo a una persona come una moglie lo svela a suo marito".
Secondo Raja Ram Mohan Roy, autore di Vedic Phisic
"La conoscenza contenuta nei VEDA è profondamente ermetica e va oltre la comprensione ordinaria degli esseri umani. Tuttavia i saggi vedici codificarono la Conoscenza in una forma più semplice che potesse essere compresa da chiunque ...  Questa codificazione della sapienza si dimostra essere veramente ottimale per disseminare la conoscenza tra le gente comune. Ciò spiega anche perché siano state compiute iniziative straordinarie per preservare i VEDA e il perché sia stato tributato così tanto onore a questo testo sacro degli induisti, nonostante il suo vero significato sia poco compreso ancora oggi."
...
 La breve introduzione sopra esposta è propedeutica alla chiosa finale del capitolo dedicato alla conoscenza vedica che di seguito riporto:
"Ovviamente la sapienzialità induista fonde nozioni scientifiche ed altre religiose creando un'unione indissolubile tra le due realtà. In Occidente abbiamo volontariamente voluto dividere scienza e religione in due entità distinte e, talvolta, antitetiche ma non possiamo conoscere la realtà ultima delle cose e quindi non possiamo assolutamente negare che il sistema indiano possa nella sua essenza contenere elementi di verità.
Il Vedanta costituisce quindi la dottrina scientifica e teologica dell'induismo e mostra nei suoi principi come non esista alcun conflitto tra principi scientifici e religiosi considerandoli semplicemente come due facce di una stessa medaglia. Nel Vedanta questi due aspetti sono complementari principalmente in ragione del fatto che la comprensione di questi due domini è ben delineata e codificata.
Nell'Induismo esistono due categorie legate alla conoscenza: la prima è la para vidya, ovvero la conoscenza spirituale, mentre la seconda è la apara vidyai, la conoscenza materiale. La conoscenza scientifica appartiene quindi al reame della apara vidyai, mentre quella spirituale, la conoscenza di Dio e della vita, alla para vidya.
Per l'Induismo la conoscenza materiale conduce a quella spirituale."



mercoledì 18 ottobre 2017

FEDE E RAGIONE - BENEDETTO XVI - RATISBONA, 12 SETTEMBRE 2006

Stralci del discorso tenuto da PAPA BENEDETTO XVI presso l'Università di Ratisbona (Baviera, Germania) avente per tema il rapporto tra fede e ragione; l'analogia, nella differenza, tra Dio e l'uomo; il nesso tra religione e civiltà; la scientificità moderna, con il suo valore e la necessità di "allargare l'illuminismo".

...
"La convinzione che agire contro la ragione sia in contraddizione con la natura di Dio è soltanto un pensiero greco o vale sempre e per se stesso? Io penso che in questo punto si manifesti la profonda concordanza tra ciò che è greco nel senso migliore e ciò che è fede in Dio sul fondamento della Bibbia. Modificando il primo versetto del libro della Genesi, Giovanni ha iniziato il prologo del suo Vangelo con le parole "In principio era il Logos". E' questa proprio la stessa parola che usa l'imperatore: Dio agisce con il Logos (che per i greci antichi era l'evidente razionalità dell'universo ... n.d.r.). Logos significa insieme ragione e parola - una ragione che è creatrice e capace di comunicarsi ma, appunto, come ragione. Giovanni con ciò ci ha donato la parola conclusiva sul concetto biblico di Dio, la parola in cui tutte le vie spesso faticose e tortuose della fede biblica raggiungono la loro meta, trovano la loro sintesi. In principio era il Logos, e il Logos è Dio, ci dice l'evangelista".

...
"Solo se Ragione e Fede si ritrovano unite in un modo nuovo, se superiamo la limitazione auto decretata della ragione a ciò che è verificabile con l'esperimento, e dischiudiamo ad essa nuovamente tutta la sua ampiezza è possibile non fare un uso distorto, quindi, delle conquiste scientifiche".

...
Ed, in ragione di ciò:

"Solo così diventiamo anche capaci di un vero dialogo delle culture e delle religioni. Le culture profondamente religiose del mondo vedono proprio in questa esclusione del divino dall'universalità della ragione un attacco alle loro convinzioni più intime. Una ragione che di fronte al divino è sorda e respinge la religione nell'ambito delle sotto culture, è incapace di inserirsi nel dialogo delle culture".

...
"Il coraggio di aprirsi all'ampiezza della ragione, il non rifiuto della sua grandezza, è questo il programma con cui una teologia impegnata nella riflessione sulla Fede Biblica entra nella disputa del tempo presente".

...
Papa Benedetto XVI forse non sarà mai apprezzato abbastanza dai cattolici cristiani come "Papa" per l'appunto, ma ogni volta che mi capita di rileggere certi suoi discorsi, tra cui questo di Ratisbona in particolare, non posso non soffermarmi sulla sua grande capacità di analisi filosofica-religiosa elaborata in ragione di quanto stiamo attualmente vivendo come società planetaria. I tempi sono oramai maturi per importanti rivelazioni che stanno per essere fatte sia dalla Chiesa, come Istituzione Religiosa, sia dagli Stati, come Istituzioni Laiche, che, per forza di cose, convergeranno fondendo religione e scienza in un "unicum" che l'Adam (essere biblico ed essere scientifico allo stesso tempo) sta già vivendo dalla sua prima apparizione sul pianeta "Terra", o come in qualunque modo si voglia chiamarlo. Benedetto XVI lo ha sottolineato proprio in questo famoso discorso pronunciato, non a caso, in in'università (in proposito vale la pensa di ricordare che alla Sapienza di Roma gli fu impedito di parlare), quale simbolo indiscusso dell'analisi scientifica di ciò che circonda la vita biologica che prolifera in questa parte dell'universo da tempo immemore.
Se "In principio era il Logos", ovvero l'evidente razionalità dell'universo per i greci antichi, come scritto dal discepolo Giovanni (colui che Gesù amava ...) nel suo Vangelo non a caso non sinottico, e se tutto ebbe inizio, come sembra oramai acclarato anche per via di ritrovamenti recenti di antichi scritti provenienti dall'India (I VEDA), da un BIG BANG, mi chiedo come sia ancora possibile che Fede e Scienza siano ancora considerate divergenti e non rette parallele destinati ad incontrarsi nel punto chiamato infinito ...

giovedì 12 ottobre 2017

SANSCRITO (SAMSKRTAM)

Il Sanscrito è una lingua ufficiale dell'India appartenente alla famiglia delle lingue indoeuropee (pur, se a tutti gli effetti sia una "lingua morta", essendo usata dagli induisti solo ed esclusivamente in cerimonie religiose o letture di testi sacri); da essa derivano molte lingue moderne. Il termine sam-kr-ta nell'antica lingua significa "perfetto". E' la lingua indoeuropea più conservatrice (pur essendo antica almeno seimila anni): mantiene tutte le forme originali e ne presenta poche innovative; il nome ha una declinazione complessa, in quanto i casi  (categoria grammaticale che consiste nella modificazione di un nome secondo la sua funzione logica: soggetto, complemento oggetto, complemento indiretto ecc. ecc.) presenti in essa sono ben otto: nominativo, genitivo, dativo, accusativo, vocativo, strumentale, ablativo e locativo.
Erroneamente oggi tendiamo a pensare che le strutture grammaticali delle lingue moderne siano divenute sempre più articolate e complesse, ma, in realtà, l'analisi storica dei linguaggi sembra suggerire l'esatto contrario; più antico è la lingua più complesse sono le sue regole grammaticali (ad es. il latino presentava 5 casi nella sua struttura mentre l'odierno italiano non ne contiene alcuno).
In particolare, il Sanscrito, la "Lingua Perfetta"per quanto ciò che mi appresto a dire possa sembrare paradossale, sembra essere un vero e proprio linguaggio per computer (ovvero un linguaggio di programmazione di software); nel 1987, in luglio, la rivista Forbes pubblicava un articolo intitolato "Il Sanscrito è la lingua ideale per la programmazione di software per computer", per quanto, mi ripeto, questo possa essere incredibilmente assurdo.
In proposito, già due anni prima, Rick Briggs, ricercatore NASA studioso di intelligenza artificiale presso il Roacs NASA Ames Research Center di Moffet Field in California, pubblicò un articolo scientifico che metteva in relazione il Sanscrito, l'Intelligenza Artificiale e le moderne conoscenze della NASA (Sanskrit and Artificial Intelligence- NASA Knowledge Representation in Sanskrit and Artificial Intelligenze - "Al Magazine" vol. 6 n. 1, Primavera 1985), nel quale affermava che:
"nell'antica India l'intenzione di individuare la Verità divenne così consumante che, in questo processo, scoprirono forse lo strumento più perfetto per soddisfare tale ricerca che il mondo abbia mai conosciuto: la lingua sanscrita ... Oltre ad opere di valore letterario, esisteva una lunga tradizione filosofica e grammaticale che ha continuato ad esistere con immutato vigore fino al secolo attuale. Tra le realizzazioni di questi grammatici si può ritenere che abbiano scoperto una lingua, il sanscrito, che è identico non solo nella sostanza ma nella sua forma con il lavoro corrente sull'intelligenza artificiale. Questo articolo dimostra che un linguaggio naturale può anche servire come lingua artificiale e molti studi sull'intelligenza artificiale non sono altro che un inconsapevole riappropriarsi di studi molto più antichi".
Se teniamo in considerazione che negli ultimi venti anni sono stati impiegate molte risorse, tempo e fondi nella progettazione di una rappresentazione chiara delle lingue naturali per renderle accessibili all'elaborazione attraverso i computer, e che le conclusioni alle quali sono arrivate i ricercatori convergono sul fatto che il linguaggio naturale non sarebbe adatto a relazionarsi correttamente con la rigorosa e matematica logica di un computer, per via delle numerose ambiguità di tipo semantico dello stesso, che si presta facilmente a fraintendimenti, come ho già avuto modo di esprimere in altri post, come possiamo ancora considerare gli umani che ci hanno preceduto (in questo caso di circa seimila anni) ancora come dei "primitivi"?
Se solo oggi riusciamo a comprendere alcuni loro aspetti culturali grazie al livello tecnologico che sembra abbia raggiunto l'odierna umanità, non sarebbe forse il caso di riconsiderare il livello culturale dei popoli che ci hanno preceduto? Continuare a crederci "evoluti" non potrebbe essere, a tutti gli effetti, solo una decadente esibizione di egocentrismo? ...


venerdì 6 ottobre 2017

PROTOVANGELO (APOCRIFO) DI GIACOMO - NASCITA DI GESU'

(19,1)
Vidi una donna discendere dalla collina e mi disse: "Dove vai uomo?". Risposi: "Cerco un ostetrica ebrea". E lei: "Sei di Israele?". "Si", le risposi. E lei proseguì: "E chi è che partorisce nella grotta?". "La mia promessa sposa" le risposi. Mi domandò: "Non è tua moglie?". Risposi: "E' Maria, allevata nel tempio del Signore. Io l'ebbi in sorte per moglie, e non è mia moglie, bensì ha concepito per opera dello Spirito santo". La ostetrica gli domandò: "E' vero questo?" Giuseppe rispose: "Vieni e vedi". E la ostetrica andò con lui.
(19,2)
Si fermarono al luogo della grotta ed ecco che una nube splendente copriva la grotta. La ostetrica disse: "Oggi è stata magnificata l'anima mia, perché i miei occhi hanno visto delle meraviglie e perché è nata la salvezza per Israele". Subito dopo la nube si ritrasse dalla grotta, e nella grotta apparve una gran luce che gli occhi non potevano sopportare. Poco dopo quella luce andò dileguandosi fino a che apparve il bambino: venne e prese la poppa di Maria, sua madre. L'ostetrica esclamò: "Oggi per me è un gran giorno, perché ho visto questo nuovo miracolo".
(19,3)
Uscita dalla grotta l'ostetrica si incontrò con Salome, e le disse: "Salome, Salome! Ho un miracolo inaudito da raccontarti: una vergine ha partorito, ciò di cui non è capace la sua natura". Rispose Salome: "(Come è vero che) vive il Signore, se non ci metto il dito e non esamino la sua natura, non crederò che una vergine abbia partorito".
(20,1)
Entrò l'ostetrica e disse a Maria: "Mettiti bene. attorno a te, c'è, infatti, un non lieve contrasto". Salome mise il suo dito nella natura di lei, e mandò un grido, dicendo: "Guai alla mia iniquità e alla mia incredulità, perché ho tentato il Dio vivo ed ecco che ora la mia mano si stacca da me, bruciata".
(20,4)
Salome si avvicinò e lo prese su, dicendo: "L'adorerò perché è nato un grande re". E subito Salome fu guarita e uscì dalla grotta giustificata. Ed ecco una voce che diceva: "Salome, Salome! Non propalare le cose meravigliose che hai visto, sino a quando il ragazzo non sia entrato in Gerusalemme".
... ... ... ... ... ... ...

Due ostetriche vengono chiamate da Giuseppe ad aiutare Maria a partorire. Una assiste nella grotta al miracolo della nascita di Gesù senza che lei operi alcun intervento e, sbalordita da ciò che ha visto, subito esce a dirlo a l'altra (Salome), che incredula a quelle parole vuole verificare materialmente, ispezionando la vagina di Maria. Nel compiere l'ispezione comprende che Maria è ancora vergine dopo il parto e come punizione divina la sua mano, probabilmente a causa del calore che aveva originato la nascita, subisce una forte scottatura, molto dolorosa che guarisce non appena prende in mano il bambino appena nato.
Questo famoso passo del protovangelo di Giacomo, seppur considerato apocrifo, sembra rendere inappellabile la verginità di Maria, rimasta tale anche dopo il parto (Giacomo ci dice che è stata materialmente appurata); in conseguenza di ciò l'ipotesi dell'inseminazione artificiale di Maria da parte di entità biologiche aliene sembra non reggere l'urto di questa cronaca della nascita di Gesù fatta da Giacomo.
Se a questi passi aggiungiamo quanto indicato in una altro vangelo apocrifo, quello dello Pseudo-Matteo, che nel versetto 4 manifesta "Sul neonato non vi era alcuna macchia di sangue e la partoriente non ha sentito dolore alcuno. Ha concepito vergine, vergine ha generato e vergine è rimasta", i dubbi inerenti un ipotetico intervento scientifico per inseminare Maria aumentano in maniera esponenziale.
Inoltre, le due ostetriche (Zelomi e Salome) vengono citate anche in quest'ultimo, come il "grande splendore" (v.3) al momento del concepimento che impediva loro di entrare nella grotta (in questo vangelo è poi menzionata Zelomi come quella che effettuò materialmente l'ispezione vaginale).
O, viceversa, i passi sopra citati non fanno altro che confermare la natura aliena di Gesù Cristo?, ed è per questo che questi vangeli sono stati classificati come apocrifi?
Misteri della fede ...





martedì 3 ottobre 2017

I SEGRETI DELLA NASA

 

Sul sito della NASA è reperibile questa foto (priva di qualsiasi commento) scattata da uno dei due rover che gli USA hanno spedito su Marte qualche anno orsono e che da tempo sta facendo molto discutere la comunità ufologica e non solo.
L'ombra che si vede accanto al rover sembra essere quella di un umanoide che sta effettuando una qualche azione sullo stesso; alcuni particolari, quali i capelli e quella che sembra una bombola per ossigeno, appaiono così evidenti da lasciare molti dubbi a chi l'osserva, pur senza necessità di farlo con un qualunque retro pensiero complottistico o di qualsiasi altra natura.
In effetti occorre riconoscere che la figura accanto al rover, filiforme, con testa, braccia e gambe, sembrerebbe non lasciare dubbi in proposito.
La foto è stata scattata dopo che il rover in questione si è riattivato quando tutte le speranze che potesse accadere erano andate deluse; essendo alimentato da energia solare, i pannelli di cui è dotato durante una tempesta densa di polveri  (molto frequenti su Marte) erano divenuti inservibili proprio a causa delle medesime che si erano depositate in grande quantità sui pannelli.
In ragione di ciò, la NASA, dopo vari tentativi di riattivare la macchina dalla Terra andati a vuoto, era pervenuta alla conclusione che la missione del rover sul pianeta rosso fosse conclusa.
Inspiegabilmente poi, il rover si è riattivato ed ha iniziato a trasmettere di nuovo verso la Terra immagini e dati (scopo per cui è stato concepito), riprendendo anche a percorrere il pianeta; in sostanza è tornato in piena efficienza.
La Nasa nell'annunciare che la missione scientifica poteva continuare, ha anche spiegato che ciò era dovuto ad un vero colpo di fortuna, ovvero che una tempesta successiva a quella che aveva interrotto l'attività della macchina aveva, in una qualche maniera, ripulito i pannelli necessari al rover per accumulare l'energia necessaria per fare quello per cui è stato progettato; subito dopo sul sito dell'Agenzia Spaziale Americana, appunto, è apparsa questa foto, postata senza alcun commento. 
Ora, pur tenendo debitamente conto che il cervello umano tende a dare un senso a tutto ciò che recepisce come immagini, ovvero tenta di ricondurle a qualcosa che possa identificare (basta pensare a come vengono generalmente associate le forme create delle nuvole nel nostro immaginario), la foto non può non lasciare perplesso chi la osserva; se poi questa viene associata alla incredibile riattivazione di una macchina da milioni di dollari creduta perduta, le perplessità non possono che crescere in maniera esponenziale.
Che la NASA non manifesti tutto quello che conosce in relazione allo spazio esterno alla Terra è cosa nota, come è anche noto che sia tenuta a rispettare il segreto militare in quanto facente parte degli Uffici di quello che può essere definito il Ministero degli Interni USA; pur tuttavia da qualche tempo,  riguardo a Marte, ha iniziato a rendere note foto che fanno emergere diversi interrogativi a chi le guarda (apparenti manifatture quali piramidi, statue, ossa, animali e altro), sempre senza rilasciare commenti in proposito.
Quale è lo scopo di ciò?
Denigrare i famosi "complottisti" giocando proprio su come l'essere umano percepisce forme apparentemente indefinite e quindi dimostrare, con la pubblicazione di queste foto, che non ha nulla da nascondere (Marte sarebbe in sostanza un pianeta non solo disabitato, ma mai abitato in precedenza) oppure preparare la popolazione terrestre ad una qualche rivelazione che ha intenzione di fare a breve?
E se la figura della foto appartenesse davvero ad un umanoide, questo è stato inviato su Marte dalla Terra oppure è un indigeno che vive sul pianeta, quindi per noi un alieno? E seppur fosse un qualche tipo di Cyborg evoluto, o magari un avatar, perché la NASA, se mai fosse arrivata a generare questo tipo di tecnologia evoluta, la tiene nascosta?
Forse non occorrerà ancora molto per avere risposte alle molte domande, o forse non le avremo mai, perché, tutto sommato, a noi poveri terrestri cosa vuoi che importi se qualcuno già vive su Marte ...