SETTE VOLTE L'AMORE . CAP. 4 - L'OASI

a mia madre e mio padre

SETTE VOLTE L'AMORE

prologo                                              

succederà

rotazione terrestre

trascendere

l'oasi

per l'eternità

la proposta

l'incontro

L'OASI

(il sacro graal)

così mi ha detto.

che è innamorato di te?

si.

nudo e crudo? senza fronzoli? giri di parole? allusioni?

oh, ti ho appena detto che sulla porta di casa mi ha lasciata con quelle tre parole: io ti amo.

e tu? cosa gli hai risposto?

risposto? figurati! sono fuggita in casa! sono appena riuscita ad aprire il portone in una tremarella pazzesca, che cercavo di dissimulare in una qualche maniera, e che, ripensandoci ora, mi fa sorridere.

incredibile. ci sei uscita solo tre volte.

già ... in effetti ti avevo detto che mi sembrava stravagante; pur se come tipo è abbastanza timido, ma che al terzo appuntamento uno non provi a portarmi a letto non mi era mai capitato ... anzi ...

già ... già ... ne parlavamo dopo la seconda uscita ... neanche ti ha preso sottobraccio riaccompagnandoti a casa dopo cena ... in effetti è uno strano tipo.

perché non mi ha scopata? 

beh, insomma, hai capito cosa intendo dire. non frequentiamo questo genere di persone.

solo per questo non puoi dire che uno è strano.

certo, d'accordo con te. ma mai avevamo sbagliato nello scegliere ... né tu né io, Bea.

passami l'asciugamano. e apri ancora l'acqua calda, che quella nella vasca si sta raffreddando.

è vero. ecco.

mmm ...

è gradevole eh ...

aggiungi anche altri sali. aumentiamo la schiuma. mmm ...

si badrona ...

sciocco! sei proprio uno sciocco Vincent.

e tu il mio amore!

mmm ...ecco è di nuovo calda. dai agita le mani, così che la spuma cresca.

mi accendo un sigaro.

no! non insozzerai l'ottimo profumo che arieggia ora con quella pestilenza di tabacco!

ma Bea, è solo un sigaro.

no ho detto.

si badrona ...

ah aha ha ah ... non sai resistermi eh ...

e no, quando mi guardi così, quando sfoggi quell'aria da tiranna e poi sorridi, quando leghi i capelli sopra le testa ... beh dimmene uno che potrebbe resisterti e non ubbidirti.

eppure ...

già quello! dicevamo?

che ho fatto fatica ad aprire il portone di casa. avresti dovuto vedere la sua faccia!

era deluso?

deluso non è l'aggettivo corretto. più ... più ... perplesso! ecco! perplesso è il termine che meglio chiarisce l'espressione che si è manifestata sul suo volto.

ma tu l'hai incoraggiato a dirti questa cosa?

ma sei scemo? ho fatto quello che faccio sempre quando mi trovo in quella situazione. ammicco e lascio intendere che si, ci starei a venire a letto con te ma devi chiedermelo man ... il gioco è questo ... sennò che gioco è?

già che gioco è?

va bene la prima sera. la seconda ero già stanca. la terza è stata proprio deprimente! discorsi seri, locale riservato, buona cucina ... comunque tutto sommato, guarda, poteva anche andare ... sembrava si fosse incamminato sulla strada giusta dopo il nulla delle prime due uscite ... ed invece lo stupido mi dice che mi ama.

vabbè, cosa ci vuoi fare? non l'avevamo mai prevista questa cosa, ma questo dimostra come possa succedere ... a volte s'innesca qualcosa di anomalo nella testa degli uomini in certe occasioni.

ma cosa doveva succedere? sono un gran gnocca; mi vieni a prendere, scendo sexi ed arrapante, per tutta la sera mi mostro disponibile e disinibita ... al limite mentre mi scopi mi dici ti amo, che tutti sappiamo che non vale ... ed al mattino ti rimetti i pantaloni, mentre io fingo di dormire, mi baci sulla guancia e te ne vai. o no?

si, dovrebbe essere così.

a te non potrebbe succedere.

perché? una non si potrebbe innamorare di me?

a parte il fatto che non hai mai visto una donna una seconda volta, hai sempre centrato il tuo obiettivo alla prima occasione, come pensi che una possa innamorarti di te a prima vista?

in che senso?

riapri un pochino l'acqua calda. nel senso che alle donne basta guardarti in faccia per evitare di innamorarsi di te.

ah, grazie, Bea. grazie per il complimento. e tu?

io?

si, tu.

io che c'entro?

come mai tu si sei innamorata di me?

perché sono come te. siamo uguali. chi potrebbe mai innamorarsi di noi se non noi due medesimi?

eppure non è stato impossibile come hai visto.

credo che il tipo abbia fatto confusione nei suoi sentimenti.

io penso di no. se lo hai ben inquadrato per lui non deve essere stato facile dirtelo. oh, non è che quello fa un gesto estremo?

ma che dici ... sciocco! quello è andato a casa a piangere ... ah ah ah ...

stronza! quello ti ama e tu lo deridi!

oh, Vincent, io amo te. questo ti è ben chiaro vero?

certo che mi è chiaro. come io che amo te.

e quindi che questa cosa di andare a letto con altri è solo un gioco che facciamo per soddisfare istinti che non riusciamo a controllare ...

certo!

e che, quindi, io non posso non ridere di uno a cui l'ho sbattuta in faccia e questo mi dice che mi ama ... oltretutto facendomi fallire per la prima volta e facendomi pagare dazio con te per la sconfitta.

in effetti sembrava una preda scontata ... visto che stavolta per te l'obiettivo doveva essere easy.

già ... invece ho fallito. ed ora, scusami, ma ci voglio ridere sopra Vincent!

hai ragione Bea. ci asciughiamo ed andiamo a letto?

ottime idea.

dai vieni.

passami l'accappatoio.

ecco.

che delizia questo bagno!

una vera delizia! avvolgiti l'asciugamano sui capelli, mi piace così tanto!

ok amore.

ti raggiungo in un momento. ti va un po' di gelato?

mi hai letto nel pensiero!

vai che arrivo.

ok.

da quanto è che giochiamo, Bea?

come?  non ti sento.

ho detto: da quanto è che giochiamo, Bea?

come?

aspetta. ho fatto. sto' per arrivare.

bene. odio parlare a distanza.

eccomi!

uh, che sorbetto straripante.

come te, dolcezza. straripante come te!

allora, mi stavi chiedendo ...

uh ... che buono ... ti ho chiesto: da quanto è che giochiamo, Bea?

beh, da poco dopo che ci siamo messi assieme ... saranno due anni.

non sei stanca?

stanca di cosa?

di giocare. si, insomma, di questa storia di scegliere prede e poi vedere chi riesce a portarle a letto.

ma ci piace! perché dovrei esserne stanca?

beh, ti confesso che io lo sono.

e da quando?

è un po' di tempo che non mi va più. continuo perché tu ne sei ancora così entusiasta.

ma è nata come una cosa che deve soddisfare entrambi e non solo me ... tieni, posa il gelato, mi è passata la voglia.

si, anche a me. ecco vedi, volevo dirtelo già di ritorno dalle maldive, quella settimana tutta solo per noi, senza estranei; mi aveva acceso una scintilla e mai e poi mai avrei voluto saperti di nuovo tra le braccia di un altro uomo.

e perché non ...

ti amo. e in questo tempo trascorso ho pensato molto a come dirtelo; ma proprio per il fatto che ti amo, ora ancor di più se ciò fosse possibile, e sapendoti felice in questa cosa non sono mai riuscito a farlo prima.

quindi queste due ultime volte devi aver sofferto.

si. e ti confesso, anche, che non sono riuscito a fare sesso con le ultime due ragazze; con una è stata una mezza cosa, volevo comunque provare. con l'altra non ho neanche iniziato ... c'è stata una lunga chiacchierata e poi ci siamo addormentati.

caro, dolce Vincent ...

eh, Bea, vedi cosa si può innescare nella testa di un uomo?

non me lo aspettavo. devo essere sincera. credevo rendesse felice anche a te questa cosa.

è stato bello, Bea. ma ora non mi va più. non andrò più a letto con altre donne, perché ora, l'istinto mi chiede di averne una sola ... quella che amo.

sono senza parole.

stenditi Bea. stenditi, rilassati e ascoltami.

ok ...

ecco così, bene!

prendimi la mano.

certo. Bea, io ti amo. ho pensato molto a quello che sto per dirti.

ti ascolto.

Bea, a volte quello che resta della nostra anima ha un rigurgito di sopravvivenza. sente che sta annaspando, come un corpo in balia delle onde che imbarca acqua nei polmoni e avverte che la fine è vicina ... e tenta, tenta un ultima disperata bracciata che la fa riemergere per un attimo. e in quell'attimo volge gli occhi verso il cielo cercando un aiuto ultraterreno ... e inspiegabilmente, in quell'attimo, la vita assume un senso dopo che l'hai cercato nelle cose più insensate, sciape, vuote, aride ... e allora la bocca si spalanca assieme alle narici inspirando tutta l'aria che due polmoni umani possono contenere, e affondi di nuovo per un momento, per poi riaffiorare fra i flutti ... determinato a raggiungere la riva. e con il corpo mezzo fuori dal mare, contro ogni legge della fisica conosciuta, inizi a battere le braccia in quel moto ondoso impetuoso ... ma con un vigore impensabile prima, mentre l'anima lentamente inizia a ricomporsi, emettendo gemiti primitivi ma densi di forza e voglia di vivere ... e le onde, prima nemiche, ora ti accompagnano come delfini in un giorno di festa in un accecante azzurro mare che in noi esseri umani evoca qualcosa che si avvicina alla nostra idea terrena di paradiso ... ed ogni bracciata è più forte mentre la linea dell'orizzonte ora diviene nitida e lo skyline della costa assume contorni vividi nelle palpitazioni accelerate del tuo cuore. infine tocchi la spiaggia, non più come cetaceo alla deriva perso nell'impazzimento della propria bussola biologica, ma come uomo che ha ritrovato se stesso fra i brandelli di uno spirito lacerato dai vizi, che, seppur in momentanei sussulti euforici del corpo, lentamente sta voltando lo sguardo alla vita inabissandosi nell'oscurità di un oceano del quale non conosce ancora la profondità.

Vincent ...

e piangi, col viso nella sabbia umida e con l'onda di risacca che scivola silenziosa sulla tua schiena, in un lungo brivido che palpita di vita.

Vincent, caro ...

e quello che è stato ora ti fortifica dandoti la spinta per alzarti di nuovo, fronteggiando, forse per la prima volta, il mondo dei vivi ... e raccogliendo una forza ulteriore volgi lo sguardo verso il mare, di nuovo livido e limaccioso e rumoreggiante e pavido seppur in quella forza tremenda che possiede in ogni singola molecola d'acqua.

vorrei ...

e piangi. Bea. piangi. liberando te stesso dalla tragica vita nella quale ti eri cacciato, prima inconsapevolmente, poi sempre più conscio, ma in un delirio alterante il tuo orizzonte, in un gioco che assomiglia sempre più terribilmente alla visione di un oasi nel deserto che ti circonda. ma che resta pur sempre una visione ... lì ... irraggiungibile ... bella ...invitante ... eterea ...  irraggiungibile.

abbracciami Vincent, abbracciami ti prego.

piangi Bea, come ora. un pianto dirotto. fanciullesco. lacrime piene di dolore, gravi, che s'infrangono rumorose anche su questo letto che ci ha reso prigionieri e gendarmi nello stesso vanesio momento di sentirsi liberi ma innamorati l'una dell'altro ... illusi e disillusi ... servi e padroni ... accesi e spenti.

ti prego Vincent, ti prego ...

per questo ti amo. e ti chiedo, ora, in questo lurido momento, se anche tu mi ami come io lo faccio adesso. perché se mi ami nulla più sarà come prima e la valanga del passato sarà passata su di noi coprendo un villaggio festaiolo dal tramonto all'alba,  ma abitato da vampiri Bea, che succhiano vita a chi ne ha per poter credere di esserlo anche loro ancora vivi ... pur abitando la dimensione dei non morti che ha tutto un altro significato.

io ...

quello che voglio sentire sono quelle tre parole. e devono prorompere sicure affinché io le possa considerare tali ... devono venire dal profondo del tuo cuore ed illuminare questa stanza, rischiarando le tenebre che ancora ci circondano, come effluvi del trascorso. poi, poi sarai libera, libera ancora di giocare contro te stessa mentre io aspetterò che arrivi il tuo di momento. amandoti come non mai. proteggendoti. curandoti. detergendo le tue ferite che s'apriranno profonde. ma resterò qua ad aspettarti, in notti insonni, mentre consumi i resti del tuo delirio, avendo cieca fiducia in te se dici ora di amarmi. ma in nome proprio del nostro amore, se senti, Bea, che quelle parole non possano erigersi a sacro graal del nostro rapporto resta in silenzio, accovacciati vicino a me, e dormi assieme a me per un ultima volta, affinché io possa ascoltare il tuo respiro e tenerlo assieme a me per tutta la mia vita ...