domenica 5 marzo 2017

NARCISISMO ED IDEOLOGIA

... culto innaturale e patologico della propria persona ... elitarismo o indifferenza nella condizione altrui ...
Questo disturbo del senso di se, individuale o collettivo, sembra essere esploso in maniera esponenziale nell'attuale società, ampliato e veicolato dalle nuove forme di tecnologia in uso e in maniera ancora più incisiva dal web, tanto che è stato necessario coniare un nuovo termine per meglio specificarlo: narcisismo digitale, da abbinarsi, per avere un'idea completa del fenomeno, alla pratica dell' egosurfing, ovvero dell'atto di inserire il proprio nome in un motore di ricerca web al fine di valutare la propria presenza e rilevanza su internet; in questa ottica il narcisismo individuale viene a fondersi con un narcisismo culturale come forma di negazione dell'alterità, ovvero di diversità di tradizioni, nell'atto di un estremo autocompiacimento.
Con il crollo delle ideologie dominanti del secolo scorso e il senso di smarrimento collettivo che ne è dipeso, l'individuo ha assunto spontaneamente un rilevanza centrale nel contesto societario indipendentemente dal proprio valore aggiunto che possa apportare alla medesima, concentrando su se stesso ciò che prima riceveva di riflesso, ovvero aggregandosi a contesti religiosi e politici che ne influenzavano le scelte e ne determinavano gli orientamenti.
Sentendosi così libero di poter affermare se stesso tramite la propria immagine, ha iniziato a declinare ogni pensiero guida statico indirizzandosi in contesti più dinamici, fluidi, incorporei, tendendo a considerare il proprio pensiero unico nello sciame collettivo.
Nel lungo periodo ciò ha determinato la nascita di aggregazioni di vario genere tendenti a demolire ogni potere precostituito al fine di sostituirlo, facendo nascere una nuova forma ideologica legata indissolubilmente al concetto narcisistico.
Partendo dall'assunto di univocità nel contesto collettivo, l'individuo, o il gruppo di aggregazione costituito, ha iniziato ad accampare le medesime pretese dei referenti ideologici che non gli rendevano  più soddisfazione tentando, per l'appunto, di sostituirvisi al fine di soddisfare il proprio ego represso.
Nell'esplosione della nuova Torre di Babele che è il mondo di internet tutto ciò è divenuto degenerativo, in quanto nulla più è vero nella misura in cui tutto è vero, ampliando ancora di più il senso di smarrimento dovuto al crollo delle ideologie dominanti.
In un contesto nel quale ognuno crede di essere migliore di chiunque altro in rapporto alla gestione dell'ordine collettivo, il sistema societario vacilla sotto il peso di queste micro organizzazioni auto celebrative nelle quali il concetto di qualità individuale non è più valutato in base a determinati orientamenti ma bensì alla capacità di promuovere se stesso in canali digitali di cui nessuno comprende appieno il funzionamento.
Assurgono, così, ad improvvida notorietà e delicati ruoli societari individui scevri di particolari doti o di solide formazioni culturali, dai quali si sente ripetere sempre il medesimo mantra: io faccio, io dico, io decido ...
Cosa possa comportare questa deriva culturale iconoclastica certo io non posso saperlo, a meno che il morbo narcisistico non colpisca anche me ...


venerdì 3 marzo 2017

5 DOMANDE A: MARTINA TARDIOLI (COMITATO UN GIORNO PER GLI ALTRI)

 

COMITATO ORGANIZZATORE
(oltre ovviamente ai nostri preziosi mariti che ci danno un valoroso supporto)
COSI GERMANA
COSI LUANA
FERRANTE CONNIE
ROSSI CARLA
TARDIOLI MARTINA 



 1) Come nasce l’idea di questa “festa di beneficenza”?


Nel 2001 insieme ad una coppia di amici, io e il mio compagno (ora marito) decidiamo di ospitare due bambine provenienti dalla Bielorussia per un progetto di risanamento fisico.  Le bambine sono arrivate malnutrite, con problemi fisici e psicologici di vario tipo. Nel 2002 decidiamo di metterci in viaggio verso Rudenk per andarle a trovare e vedere dove vivono. L’Istituto nel quale alloggiavano, situato in un paesino sperduto a  50 km dalla capitale, mi ha dato l’impressione di un carcere … l’impatto emotivo fu molto forte . L’organizzazione ospitava bambini orfani o bambini tolti ai genitori per problemi giudiziari dai 7 ai 17 anni, il suo direttore  ci aveva comunicato che con  i finanziamenti statali non riuscivano a coprire i fabbisogni dei loro ospiti e ci chiese di aiutarli per comprare loro scarpe e vestiti.  A seguito di questa esperienza abbiamo coinvolto i nostri amici per la prima festa di beneficenza che si è svolta a casa mia a luglio del 2003 e abbiamo raccolto € 1.200. Da qui ogni anno abbiamo organizzato una festa per cercare di aiutare chi ne avesse bisogno, portando direttamente i soldi senza intermediari. Il nostro gruppo si chiama “1 giorno per gli altri”.

2) C’è nel vostro futuro in programma  la nascita di una Onlus? 

Ne abbiamo parlato varie volte con idee un po’ contrastanti. Sicuramente una Onlus ci permetterebbe di ricevere più finanziamenti, ma richiederebbe anche più impegno: comunque non la escludiamo come ipotesi futura. 

3) I risultati ottenuti finora vi soddisfano?

Riguardo ai risultati posso dirti che nel corso degli anni le persone che partecipano ai nostri eventi sono aumentate; infatti, le prime feste le facevamo nel giardino di casa mia, poi, dopo aver superato le cento persone, siamo stati costretti a trovare nuove soluzioni. Si, siamo contenti, sia perché riusciamo comunque a trarne benefici in termini di soldi da donare sia perché le persone che vi partecipano rimangono entusiaste. E’ un modo anche per incontrare amici che non si vedono da  molto tempo.

4) Pensate, inoltre, di dedicarvi ad un programma in particolare? Ovvero ad un obiettivo mirato da raggiungere in un determinato tempo? 

Un programma in particolare vorrebbe dire dedicarsi ad un unico progetto e non alle diverse necessità che si possono presentare ogni anno. I nostri interventi sono innanzitutto rivolti principalmente ai bambini  Ci sono diverse realtà territoriali che hanno necessità impellenti  e noi vogliamo esserci anche per loro. Anche in occasione del terremoto de L’Aquila e di Norcia siamo stati presenti.  

5) Infine, una curiosità … dedicare tempo a questa attività resta in un sé un atto di profondo di profondo egoismo? Nel senso che il benessere che se ne trae può essere definito una spinta essenziale a farlo? 

Aiutare gli altri, aiuta sicuramente a fare stare bene noi e, anche se in questo ci fosse un poco di egoismo , io lo definirei “sano” . 



  Cosa dire … seppur da un certo periodo di tempo anche io ho iniziato a dedicare parte del mio tempo per cercare di fare qualcosa di utile per chi vive in contesti particolarmente difficili, mi entusiasma sempre ascoltare chi fa altrettanto …
Conosco Martina da tanto tempo, ma da altrettanto non la sentivo … poi quello strano mezzo che è facebook ci ha rimesso in contatto, sono venuto a conoscenza di questa sua attività benefica e non ho resistito per saperne di più.
A lei ad al suo gruppo vanno i miei ringraziamenti per quello che fanno sottraendolo al loro tempo personale, cosa che rende, indubbiamente, il nostro mondo migliore, perché è in ogni singolo gesto individuale  che l’umanità giustifica, o meno,  la sua esistenza …