lunedì 12 marzo 2012

5 DOMANDE A: PAOLO CIANFANELLI


Per molti anni il veicolo principale di Paolo Cianfanelli nell’Arte è stata la Musica; è un musicista che ha condiviso e tutt’ora condivide belle esperienze. Il disegno, poi, lo ha accompagnato lungo questi anni, anche se in modo marginale e solo nel 1999 dopo un’esperienza personale molto dura….e dopo che la musica iniziava a stargli un po’ stretta ha iniziato a mettere le mani sulle tele. 
In precedenza ha frequentato un istituto d’arte che credeva lo aiutasse ad incanalare le energie (pittoriche), ma non fu così. 
Paolo tende a catapultarsi nell’ istinto espressionistico (in particolare nudi), ma poi, come nella Musica, ritiene che la contaminazione è la cosa fondamentale, essenziale, per sperimentare e tentare di arrivare ad un proprio stile.
La sua pittura ha nell'istinto la sua caratteristica principale, il bisogno personale quasi fisico di portare sulla tela energie altrimenti compresse ed implosive in lui.
Usa colori acrilici di base, colori ad olio per strutturazioni corpose e anche materiali grossolani come le paste sabbiate.
Su una delle sue prime tele, durante varie sperimentazioni ha scritto:
 “Mi libero dal pregiudizio secondo il quale un opera d’arte è tale solamente se è riconosciuta”.



"Luce negli occhi" 35x45 acrilico/olio/malta sabbiata su tela - Paolo "Pao" Cianfanelli - Aprile 2011



·         Partiamo dal colore, soprattutto in rapporto all’uso del contrasto delle tonalità calde/fredde che emerge dai tuoi lavori: è una dualità che è propria del tuo io? Oppure la tua riproposizione dell’eterno dubbio amletico delle vita: bene/male, amore /odio, vivere/morire, essere/non essere

·         - Credo che ognuno di noi abbia una sorta di dualismo…quello che vogliamo che gli altri vedono e quello che noi siamo in realtà, la pittura è un veicolo che utilizzo…ed in parte è la trasposizione di alcuni miei anfratti mentali, che comprendono sicuramente anche dubbi amletici.


·         I volti dei tuoi disegni, in molte opere inespressivi, oserei dire “di alieni, mutanti”, sembrano un manifesto generazionale…

·         Questa è una caratteristica delle linee dei volti che disegnavo in passato…osmosi mentale di un periodo poco definito ma “mutante”, con il tempo…i miei volti hanno ritrovato i lineamenti naturali.




"Riposare" 40x45 olio/acrilico/malta sabbiata su tela - Paolo "Pao" Cianfanelli - aprile 2011


·         L’uomo accovacciato con la testa fra le gambe, avvolto nella spirale che gli ruota di fianco (riposare), un opera meravigliosa per me, ad alta densità spirituale, mi torna dietro l’idea della forza che ci vuole per affrontare ogni giorno la vita, rendendoti alla fine esausto…

·         “Riposare” è uno stato d’animo…stanco dalle ripetute forzature della vita… vita che dovrebbe essere vissuta al secondo, concetto semplice ma così ostico per l’uomo.
Tutte le tele raccontano di me, questa in particolare racchiude un preciso periodo, che tra l’altro sto ancora vivendo, un periodo fatto di dolore fisico e mentale che porta ad una naturale stanchezza, comprendente vortici di mille sfumature che sublimano respiri di rinnovo naturale.

·         Il selfportrait (o almeno a me sembra il tuo autoritratto…) così caricaturale, fumettistico, con lo sguardo a metà fra la sorpresa e la paura, così originale e così minimalista…E’ il tuo approccio nel mondo?

·         Lo chiamerei istinct-selfportrait, questo perché è un disegno di getto…fatto in 30 secondi…ricordo il momento particolare pregno di sorpresa e paura, ma anche di attesa…quell’attesa che logora.
Direi che è anche un mio approccio nel mondo…ma non solo, è facile cadere nella trappola del qualunquismo, e fare una critica ed autocritica di ciò che ci circonda, che non è fatto di colori rilassanti, ma per fortuna la mia tavolozza ha svariate sfumature.

·         Per chiudere, parafrasando Herman Hesse “artista (poeta) è qualcosa che si può soltanto essere, ma non diventare”: si raccoglie in te una cifra artistica di notevole spessore che si muove fra note e pennelli … pensi mai alla solitudine che porta l’”essere artista”, ne avverti il peso nella ricerca intima necessaria a creare? E dopotutto, ne sapresti fare a meno…?

·          Vorrei citare una frase di Van Gogh che ho letto la prima volta durante la mostra avvenuta a Roma nel 2011 e che in solitaria mi sono visto palmo a palmo, cercando di respirare dentro quelle tele…e un'altra mia…che ormai da anni porto con me.

“ …E’ veramente un fenomeno strano che tutti gli artisti, poeti, musicisti, pittori, siano materialmente degli infelici, anche quelli felici…”       --    Van Gogh   

             

Paolo "Pao" Cianfanelli - Maggio 2011-


 “Mi libero dal pregiudizio secondo il quale un’opera d’arte è tale solamente se è riconosciuta"...

Accomunarmi ad uno dei Pittori più importanti non è megalomania…bisogna leggere tra le righe per ben capire il sentore dello stato d’animo di un Artista, e queste due frasi in fondo soffrono in egual modo di un malcontento che racchiude il mondo dell’Arte…e dato che le mie esperienze sono nate con il mondo musicale sono convinto ancora di più di quello che sto per scrivere.
Gli artisti, tranne i pochi dei quali si rispetta più il successo che l'espressione dell'anima, vengono emarginati e bollati con le stesse prevenzioni con cui altri bloccati giustificano il loro rifiuto a coinvolgersi artisticamente: si pensa che per voler essere artisti bisogna essere infantili, irresponsabili, illusi, egocentrici, perversi, inaffidabili, pazzi, sessualmente agitati, psicologicamente instabili, eccessivi, dipendenti da alcol e droghe, sregolati in ogni cosa, ammalati di solitudine, incapaci di combinare qualcosa di buono nella vita e di creare ricchezza. Anche se affascinanti a ben guardare queste idee sono quelle che serrano pesantemente la soglia che si apre sull'anima; infatti il benpensante rinnega la propria anima poiché teme di incorrere nella follia e nell'ostracismo sociale. L'essere artista non dipende affatto dal successo che si riscuote, è piuttosto il coraggio e l'esultanza di seguire il proprio cuore, incontrando se stessi e muovendosi assecondando la necessità interiore. Solo per alcuni questa spinta è talmente forte da divenire un'essenziale scelta di vita, ma per ogni individuo il “recupero creativo” può essere una vera benedizione, un'integrazione che va a sostenere e ad illuminare ogni esistenza che si è scelto di vivere.
 L’Arte ha alleviato le mie vicissitudini di salute…la matita è mia amica, i colori la vita.


Non voglio aggiungere altro a quello che ha già detto Paolo  in questo breve ma penetrante colloquio. E' un esponente di spicco di quel movimento culturale che muove e vive nei Castelli Romani, collaborando fattivamente con la sua opera: densa, spirituale, energica, sorprendente sotto certi aspetti. Ma questo non è importante, ciò che lo è veramente è che la sua opera comunica a chi è capace di ascoltarla; emana vibrazioni. Fatevi un giro sulla sua gallery...


Paolo Cianfanelli
Per info e vedere la sua gallery  http://www.myspace.com/paolocianfanelli