a mia madre e mio padre
SETTE VOLTE L'AMORE
prologo
succederà
rotazione terrestre
trascendere
l'oasi
per l'eternità
la proposta
l'incontro
L’INCONTRO
(il regno dell'imperfezione)
ciao.
ciao. ci conosciamo?
no. no. non credo.
lei era tua amica?
amica e collega.
sei, per caso, Eleonora?
si. tu, allora, immagino sia Gino, insomma Gianluca.
si sono io. mi ha parlato molto di te.
anche a me di te.
bei fiori …
amava i colori accesi, tonalità forti.
si … è passato un anno ma ancora non riesco a capacitarmene. è stato tutto così improvviso e assurdo.
anche io non riesco ancora a farmene una ragione … a volte mi sorprendo a parlare ancora con lei.
eh! ... credo di capirti. quante notti … quante chiacchiere.
voi vi conoscevate da ragazzi se non sbaglio. siete cresciuti più o meno assieme.
si Eleonora, si. abbiamo fatto elementari, medie e liceo assieme. e anche i primi anni all’università … poi io ho lasciato gli studi per una proposta di lavoro che mi sembrava eccitante. lei non me lo ha mai perdonato. il giorno della sua laurea piangendo mi ha detto: doveva essere il nostro giorno, il diciottesimo anno di studio assieme … sarebbe stato unico.
e già … non sai quante volte me lo ha raccontato quel giorno … non è mai riuscita ad essere completamente felice per quel pezzo di carta che le è costato così tanta fatica solo perché non ha potuto condividerlo con te al 100%.
lo so. lo so. la vita ti porta sempre a fare delle scelte. alla lunga credo di aver sbagliato la mia, ma col senno di poi … è troppo facile ora.
si, hai ragione. anche io, sai, ho lasciato l’università al terzo anno e dodici esami sostenuti con la media di 27. volevo essere un avvocato. quanto lo desideravo! poi un brutto male ha portato via mio padre ed io ho dovuto pensare a mia madre, che era una casalinga e non lavorava, e al mio fratellino. così ho dovuto lasciare gli studi e cercarmi un lavoro. così vanno le cose della vita.
conosco la tua storia. era rimasta così colpita dalla tua forza, dalla tua energia! ti portava come esempio ogni qualvolta qualcosa mi andava storto, non come io l’avevo immaginato. insomma, mi confortava e mi spronava con il tuo esempio.
di te mi parlava sempre, invece, della tua straordinaria intelligenza. fuori dal normale secondo lei. mi diceva che avevi sempre una soluzione per i suoi problemi, che i tuoi consigli valevano più di ogni altra cosa tu potessi donargli. ogni qualvolta che si era rivolta a te tu gli avevi dato la dritta giusta! e succedeva da circa quarant’anni!
eh, esagerava sempre riguardo a me. quella veramente in gamba era lei. determinata. scrupolosa. ferrea nel suo credo. sempre con un obiettivo fisso d’innanzi. e non cedeva mai. neanche quanto tutti gli altri ritenevano inutile proseguire.
già. ricordo quella volta che si era messa in testa di non far chiudere il canile municipale, e tanto ha potuto che, alla fine, l’hanno ampliato e dotato di più fondi!
una apparente don chicotte in gonnella … ma i suoi mulini a vento non erano immaginari … quando divenivano il suo obiettivo nulla poteva fermarla.
come quella volta che l’hanno arrestata … e mentre tu cercavi di tirarla fuori ha avuto il coraggio di dirti di lasciare stare perché qualche giorno dietro le sbarre avrebbe avuto maggiore efficacia per la riuscita della sua causa.
ah! ah! ah! come no, anzi a chiesto a me di costituirmi così saremmo stati in due ad andare dentro e la risonanza sarebbe stata ancora maggiore … solo che io non c’ero al momento del fatto, ero al lavoro … e lei: tanto non gliene frega niente, saresti solo un’altra persona da sbattere in carcere e sui giornali a conferma dell’operato delle forze dell’ordine. non scorderò mai quelle parole. era una forza della natura! non mi ha parlato per un mese dopo che l’hanno rilasciata nella stessa sera con a carico solo una denuncia per disturbo delle quiete pubblica. era avvelenata!
un mito! sei stato anche il suo testimone di nozze.
si. non ha mai avuto fortuna in amore. ha conosciuto e si è innamorata sempre e solo di idioti e il suo ex marito non era, è, altro che la summa di tutti quelli che aveva incontrato precedentemente.
com’è che non ti ascoltava sugli uomini?
diceva che quella era l’unica sfera della sua vita nella quale doveva per forza scegliere da sola. che se sbagliava non doveva prendersela con nessuno se non con se stessa. e che lo sapeva che restava incantata da persone che poi l’avrebbero delusa, ma che nessuno era perfetto e che l’amore era il regno dell’imperfezione.
il regno dell’imperfezione … anche a me ha ripetuto spesso questa cosa. ricordo quando scoprii il mio ragazzo che si baciava con una sotto il portone di casa nostra. ricordo che corsi da lei in lacrime, e, in lacrime anche lei, mi confortò con questa sua teoria bizzarra ma efficace al momento. quante ne ha passate con gli uomini! perché, se posso chiedertelo, voi non siete mai state assieme?
hai da accendere?
si, ecco!
grazie. fhuuuu … è freddo, non è vero?
fa molto freddo si. fortuna ho messo su sciarpa e cappello di lana.
già, hai fatto bene. fhuuuu … assieme dici …
quella sigaretta la stai bruciando in un secondo.
forse la domanda ...
puoi non rispondermi …
no. no. non voglio non risponderti. lei ti ha detto qualcosa?
ho provato, qualche volta. ma è stata sempre elusiva su questo argomento. non ne voleva parlare, mi sembrava che la infastidisse.
fratelli è la risposta. ci siamo sempre considerati due fratelli. siamo stati bambini e poi siamo diventati ragazzi e poi adulti assieme. abbiamo mangiato, giocato, studiato, dormito assieme per così tanto tempo che eravamo due fratelli. entrambi figli unici. stesso palazzo e pianerottolo. coetanei. gemelli non monozigoti, in sostanza. non abbiamo fatto un passo isolati sino a quando io non ho lasciato l’università. avevamo già ventitré anni, e dai cinque eravamo inseparabili. stessi libri. una televisione. un giradischi. la vespa 50. poi la macchina. insomma, abbiamo diviso e condiviso tutto. nulla ci apparteneva in esclusiva. a volte anche i jeans ci siamo divisi. a lei piaceva mettere i miei 501, ci cascava dentro ma la facevano impazzire. come fai a innamorati di tua sorella? o di tuo fratello? e se succede non ti fa orrore? non pensi che non sia naturale?
ma non eravate fratelli.
no, Eleonora. no. eravamo anche più di due fratelli. non so come spiegartelo. è una cosa che devi aver vissuto per poterla comprendere appieno. tu sei stata la sua vera amica del cuore. sai quanta capacità di penetrarti nell’anima aveva Federica, quanto era capace di possederti e farsi possedere nell’amicizia. raddoppia o triplica questa sua capacità nel nostro di rapporto. e forse, forse, ti avvicinerai a comprenderne la specialità. forse ci siamo sempre amati, ma se mai è stato amore è stato amore fraterno.
mmm … certo … non è facile calarsi nella vostra situazione. eppure ogni tanto ho avuto, come dire, la sensazione che il vostro rapporto, per lei, fosse rimasto incompiuto.
può darsi, Eleonora, può darsi. ti piace la foto?
l’hai scelta tu?
si, i suoi genitori mi hanno voluto lasciare questo privilegio. come padre e madre al proprio figlio … c’ho pensato molto, poi ho scelto questa.
è il giorno della laurea … vero?
sì, il suo primo, vero giorno che raggiungeva qualcosa senza di me.
i suoi occhi sembrano cercarti.
lo so … l’ho scattata io questa foto. era appena uscita dall’aula dove aveva discusso brillantemente la sua tesi ed era stata proclamata dottore con 110 e lode … lei aveva tutti attorno e, mentre sorrideva e aveva una parola per tutti, mi stava cercando con lo sguardo.
e tu l’hai immortalata.
si. non sai quanto ero felice! e quanto lo era lei … anche se … beh, ce lo siamo già detti.
si …
per questo l’ho scelta, forse egoisticamente. ma è il ricordo che più mi accompagna quando penso a lei. quegli occhi in quel momento non riesco a tenerli fuori dalla mia testa.
e perché dovresti?
già, perché? non lo so … sigh! scusami … sigh! perdonami … hai un fazzoletto?
non scusarti di piangere Gianluca. non scusartene mai. piangere è da uomini. uomini veri.
ok …
ecco, aspetta. ti asciugo sulla guancia.
grazie Eleonora, grazie.
tieni ancora un fazzoletto. ti gocciola anche il naso.
frrr … frrr … ok … va meglio, ora. ti sei mai chiesta perché non ci abbia mai fatto incontrare?
tu lo hai chiesto a lei?
no, mai. se non lo ha mai ritenuto opportuno aveva le sue ragioni. sarebbe stato inutile. mi avrebbe dato dell’idiota: sei così intelligente che non lo comprendi da solo? questo mi avrebbe risposto, ne sono certo.
io gliel’ho chiesto, invece.
ti ha risposto?
si.
e allora?
ecco, non so se dirtelo.
perché?
perché mi ha detto una cosa che ...
credo che non si arrabbierà con te, Eleonora. magari ti farà un cicchetto da lassù, ma poi ti abbraccerà e ti perdonerà per aver violato il vostro segreto.
è stato qualche giorno prima che morisse. che quella dannata mattina d’inverno la portasse via.
è stata dannata si, ma ha salvato la vita a quella bambina.
quel maledetto pirata della strada … la macchina era impazzita …
e lei ha capito in un secondo quello che sarebbe accaduto e l’ha spinta verso il marciapiede.finendo per venire investita lei. morendo sul colpo.
ecco, Gianluca. eravamo nel nostro ristorante, aspettavamo il dolce e gli chiesi perché io e te non ci eravamo mai incontrati pur essendo parte centrale della sua vita. e poi, che, in sostanza, eravamo un pezzo avanti visti che a me parlava di te e a te di me.
non sai quanto …
lo so, lo so. beh, Gianluca queste che sto per dirti furono le sue esatte parole.
esatte?
esatte, non potrò mai toglierle dalla mia testa.
allora?
mi disse, sorridendo: cara Eleonora, se metto te e Gino una di fronte all’altro ora vi innamorate in un secondo. siete fatti l’uno per l’altra. siete perfetti. lui geniale, estroverso, goliardico, silente per lunghi tratti del giorno, signorile, aristocratico in certi tratti del suo animo, seducente e carismatico. attraente. e romantico. tu elegante, raffinata, dai modi gentili, volitiva, bella e sexi, irrimediabilmente alla deriva nell’oceano dell’amore puro aggrappata alla zattera dell’incoscienza, ma determinata e coerente, graffiata dalla durezza della vita. siete una miscela esplosiva. un’atomica che esplodendo causerebbe danni enormi e non quantificabili. vi serve ancora tempo. poi, poi succederà. succederà si, dinanzi alla mia tomba. e non chiedermi perché. so che sarà così. quando ci reincontreremo nel persempre mi dirai se avevo ragione.
come …? scusa, forse non ho ben capito la parte finale … parli così sottovoce … e piangi … forse ho frainteso …
sigh!... no, non hai frainteso: … poi, poi succederà. succederà si, dinanzi alla mia tomba. e non chiedermi perché. so che sarà così. quando ci reincontreremo nel persempre mi dirai se avevo ragione.
dinanzi alla mia tomba.
le chiesi se stesse scherzando per caso, anzi, meglio, che ero sicura che scherzasse, come dire: mai!
e lei?
lei mi disse che non si può scherzare in amore. che per stare nel regno dell’imperfezione occorre serietà, perché nulla è più umano di un uomo e una donna che si amano. è lì che tutto nasce e che ci permette di continuare la specie. è lì che la specie terrestre trova la forza di non estinguersi. nell’amore. e che, appunto, nell’amore è vietato scherzare.
e tu?
io sono restata in silenzio. lì per lì ho pensato che mi aveva detto questa cosa solo per spaventarmi, nel senso che in una qualche maniera ti riteneva un qualcosa che gli apparteneva e che non voleva assolutamente che io … che avesse, insomma, frainteso la mia richiesta.
e invece poi …
poi tre giorni dopo, quando sono stata raggiunta dalla notizia dell’incidente mi sono sentita esplodere dentro, come se mi avesse attraversato qualcosa che mi aveva dilaniato, squarciato. ho iniziato a piangere provando un dolore fisico mai sopportato prima, sentivo come avere un buco sul petto attraversato da una luce.
e …
sono caduta in ginocchio. e le sue parole di quel giorno sono scese tutte sopra di me, come coriandoli in un giorno di festa … guardavo in terra, piangevo ... e mille colori scintillavano nei miei occhi … provavo disgusto e piacere nel medesimo tempo … non mi capacitavo, Gianluca, come quello che mi stesse accadendo fosse possibile.
incredibile …
si incredibile. al funerale non sono venuta. non ce lo fatta. ero distrutta dal dolore e angosciata da quelle parole, che mi rimbombavano in testa e mi facevano impazzire. c’ho messo due settimane a riprendere coscienza e uno straccio di vita normale. da allora, sono venuta qua quasi tutti i pomeriggi, ma non ti ho mai incontrato.
anche io vengo quasi tutti i giorni, solo che vengo la mattina prima di andare al lavoro, per farmi dare la forza di continuare. poi oggi, ho deciso di venire nel pomeriggio. così, senza un motivo apparente. è stata una decisione che ha travalicato la mia volontà. mentre ero in macchina ho alzato la freccia per girare, ma poi mi sono detto: se è questo quello che mi sta chiedendo, andrò nel pomeriggio. e così è stato.
tu credi che …
non lo so, Eleonora, non lo so. ora, in questo momento, sento che ci sta guardando e che ci sorride, nonostante tutto. sento che ora ci prenderà le mani e ce le unirà. sento che poi socchiuderà gli occhi e sospirerà, dicendo …
poi, poi è finalmente successo. è successo si, dinanzi alla mia tomba. e non chiedetemi perché. doveva andare così. quando vi reincontrerò nel persempre sorridendo mi direte:Federica, avevi ragione.
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