sabato 28 settembre 2013

HOTEL REBIBBIA di Maurizio Centi

 
Ciao Andrea,
eccomi di nuovo sul tuo blog con un paio di belle novità, dopo le tue “5 domande” del 20 febbraio 2012. Ricordo che in quell’occasione accennai al libro fotografico Hotel Rebibbia, che contiene tra l’altro tre miei racconti sul tema del carcere, definendolo incautamente in corso di stampa.
 
 
 
Provo a rifare in sintesi la storia di questo volume.
Oltre quattro anni fa un gruppo di lavoro eterogeneo e ben affiatato, composto dal fotografo romano Gaetano Pezzella, da una manciata di scrittori dalle origini più disparate, da un eccellente grafico e dal musicista Canio Loguercio, autore di una bella postfazione, si misero assieme per lavorare ad un progetto che sembrava loro piuttosto originale, nonostante il tema abusato. L’idea era di scrivere dei racconti basati esclusivamente su un’enorme quantità di foto scattate nel carcere di Rebibbia, con l’intento di sottolineare la vitalità dei rapporti all’interno di quella struttura anziché, come accade in genere, il diffuso scoramento (come ti dissi allora… una realtà più vicina alla nostra di quanto non ci sembri, un’esistenza in vita nonostante). E secondo me siamo riusciti.
 
 
         
È giusto precisare che del progetto fanno parte anche personaggi organici al carcere romano, ivi compresi un educatore carcerario e un mediatore culturale di lingua latino-americana.

La Herald Editore, casa editrice romana che possiede una collana editoriale dedicata a questi temi (Quaderni dal carcere), apprezzò il nostro lavoro e dopo una serie infinita di rimaneggiamenti venne firmato ad agosto 2011 il contratto di edizione. Tuttavia, a causa di una sequenza incredibile di contrattempi di varia natura, che per la loro singolarità meriterebbero una pubblicazione a parte, il libro ha rischiato di non vedere più la luce.
Fortunatamente di recente, proprio mentre ci dibattevamo già da tempo tra una serie di alternative editoriali pur di dare la chance che meritava al nostro lavoro, la Herald ha ripreso miracolosamente a respirare e finalmente, dopo tanto penare, sta per dare alla stampa il libro.
 
Voglio inoltre approfittare dello spazio che mi concedi per preannunciare anche l’uscita, tre anni e mezzo dopo quella precedente, di una mia nuova raccolta di racconti, accompagnati questa volta dai disegni. L’antologia, a cura della casa editrice maremmana Effigi, si chiamerà Lampi al magnesio e uscirà entro quest'anno.

Per finire, a nome di tutti i partecipanti a questo progetto, voglio ribadire il concetto che espressi nella tua intervista dello scorso anno: questo è un libro in cui crediamo molto e nel quale hanno contato le emozioni. Hanno contato i visi, le espressioni, gli oggetti quotidiani, le storie personali conosciute un po’ per caso; ma soprattutto ha contato la sorpresa, quando le impressioni suggerite dalle immagini facevano presumere storie personali che si sono rivelate di frequente senza fondamento. Come a dire: l’apparenza inganna.
Ciao Andrea, ti aspetto alla presentazione.
 
La presentazione del libro Hotel Rebibbia, con annessa mostra fotografica, si terrà – col patrocinio del Municipio VIII (ex XI) - venerdì 13 dicembre, alle 17.30, presso la sala Millepiani (http://www.millepiani.eu/lo-spazio-gallery), Via Nicolò Odero, 13 (neanche a dirlo alla Garbatella… ancora lei).
 
“Nora guardava il mare d’inverno, col cielo sgombro di nuvole. Onde impercettibili, onde silenziose, mare rabbonito come se dormisse.
Io alle sue spalle la osservavo silenzioso, non era affatto facile parlare.
Nora stava immobile, assorta dentro i suoi pensieri. Guardava il mare dalla riva con le braccia lungo il corpo come una bambina. Se solo in quel momento me l’avesse domandato mi sarei tuffato dentro l’acqua gelida di quel mare calmo.
- Nora…
Lei non si voltò neppure, però sapeva della mia presenza. Forse si struggeva di fronte alla distesa immensa d’acqua levigata.
Se fosse stata sola sulla spiaggia vuota, pensava, prima o dopo sarebbe di sicuro capitata un’onda spaventosa e inaspettata. Poi, venendo fuori dal suo ventre molle, una mano dalle dita spumose l’avrebbe sollevata dalla terraferma e trascinata a tutta forza a pelo d’acqua chissà dove verso l’orizzonte. Nora si chiedeva come si può vivere con quell’angoscia.
- Nora…
Feci un passo avanti e la presi tra le braccia, Nora sobbalzò. Tremava per il freddo.
- Allora te ne andrai? - mi domandò con una strana calma, seguitando a non voltarsi.
- Devo farlo - sussurrai - e tu lo sai.
- Devi farlo – ripeté tra sé.
- Però ritornerò, te lo prometto.
Le circondai le spalle, volevo che avvertisse il dispiacere. Ma Nora seguitava noncurante a guardare il mare d’inverno, col cielo sgombro di nuvole.“
Dal racconto “Mare calmo”, Hotel Rebibbia.