giovedì 21 luglio 2016

A.A.A

Prossimo cinquantenne bella presenza, mediamente istruito, onesto, educato, ordinato, impegnato nel sociale, buon cuoco, pratico nei mestieri di casa e con impiego statale mediamente retribuito ma con ottime probabilità di carriera cerca una donna scopo matrimonio che:
sia determinata, che abbia senso pratico, abbia fatto della gentilezza la sua stella polare, sia dotata di capacità di comprensione, che abbia passione per l'arte, che possieda un forte senso dell'humor, che sia capace di sorridere anche in momenti negativi, che sappia ascoltare, che non perda la pazienza nel silenzio, che reagisca con fermezza alle avversità, che sappia ancora sognare, che abbia gusto, che abbia ancora voglia di avere figli.
Si offre un tentativo di serenità e riservatezza, condensato in un contesto placido ma non monotono, condito da lunghi dialoghi ed esasperati silenzi interrotti da cene in casa con gli amici, da fughe dalla routine non appena possibile in luoghi scarsamente frequentati, da feste quanto basta, da cinema, teatro, mostre di pittura, reading letterari più tutto quello che voglia e sappia aggiungere ...

Chi sia interessata  è pregata di contattarmi privatamente agli indirizzi mail riportati sotto la testata del blog.

P.S.
Si convengo con voi che questo annuncio possa sembrare assurdo, ma riflettendoci sopra con cura potrebbe non apparire in realtà tale. 
Cosa c'è, in realtà, di più assurdo della stringente necessità che noi esseri biologici senzienti abbiamo di amare e di condividere la propria vita?
Tutto può apparire fuori luogo finché non si comprende che quel luogo non esiste, se non nelle nostre convenzioni, e nell'idea romantica dell'amore non c'è posto per loro ...




IL MITO DELLE PIRAMIDI

Il Faraone, proprio perchè faraone, un giorno in un impeto di egocentrismo sfrenato chiamò il suo architetto preferito e gli disse: Caro io devo lasciare un segno immortale della mia presenza e voglio per questo farti costruire una tomba che non si è mai vista. Quindi studia e portami qualche idea fra qualche giorno, ma tieni bene a mente che devi realizzare qualcosa di eccezionale.
L'architetto ringraziò il Faraone per aver affidato a lui questo compito e non appena uscito si mise al lavoro e dopo qualche giorno tornò dal Faraone per illustrargli le idee che gli erano venute. Questi lo ascolto, poi chiamò le guardie e lo fece decapitare. La scena si ripeté alcune volte, finché più nessuno degli architetti di palazzo si presentò alla chiamata dandosi alla macchia. Il Faraone allora decise di provvedere da solo. Si recò nella piana di Giza, radunò mano d'opera varia e illustrò il suo piano: costruiremo una piramide gigantesca che sarà la mia tomba, seppur io essendo immortale la lascerò in tempi brevi, ovvero quanto mi serve per raggiungere il posti in cui devo andare. La manovalanza ascoltò con attenzione e iniziarono a cercare di capire come fare. Si radunarono i capi mastri e si decisero le misure, quindi si piantarono quattro pali che avrebbero dovuto rappresentare la base. Non essendo capaci di scrivere, assegnarono a ciascuno un compito ben preciso e stabilirono che, ad occhio, ci sarebbero volute qualche milione di pietre ben intagliate per dare corpo al sogno del Faraone. Arruolarono, quindi, altra mano d'opera che avrebbe estratto la pietra a molte centinaia di chilometri da li e ne mandarono altri a tagliare alberi per avere i rulli su cui posare le enormi pietre da trasportare, sempre a svariati centinaia di chilometri, in quanto non conoscevano la ruota. Organizzato il tutto, stabilirono che avrebbero dovuto farcela in tempi brevi visto che il Faraone aveva una certa età e che a quei tempi l'aspettativa di vita non era così lunga come oggi. Non appena il primo materiale iniziò ad arrivare cominciarono a posarlo sotto l'attento occhio del Capo dei capi mastri, che essendo esperto in costruzioni, indirizzava i lavori e risolveva problemi. Così, giorno dopo giorno, anno dopo anno, a forza di mettere pietre una sopra l'altra arrivarono in cima. Quando il Faraone vide ne fu entusiasta perché scoprì anche che, per puro, caso la Piramide:
era Orientava verso Orione, la sua destinazione finale;
aveva misure perfette di 90 gradi agli angoli;
la sua altezza corrispondeva ad una certa distanza della Luna dalla Terra che rispondeva ad un numero esoterico di estrema importanza;
era anche un alimentatore di energia, cosa che le permetteva di essere illuminata all'interno;
conteneva un certo numero di stanze segrete, buone per farsi i cazzi propri dopo morto;
aveva molte altre proprietà che ora sarebbe lungo da elencare.
Il Capo Mastro, che pur puro caso aveva ottenuto tutto questo, fu insignito della massima riconoscenza che ai tempi veniva conferita in Egitto. 
IL Faraone, nella sua magnificenza, gli fece anche il regalo di dipingere sui muri del tempio delle scene della costruzione, a futura memoria. 
Poi morì, fu infilato nella tomba egocentrica e da lì se ne andò dove doveva, sapendo bene che gli egittologi moderni avrebbero ben compreso quello che aveva fatto e gli avrebbero reso omaggio, come in effetti è accaduto.
Certo a pensare che oggi avremmo dovuto arruolare il migliore studio di architetti solo per presentare un progetto di tale portata mi fa pensare che non è che siamo tanto evoluti ... Il Capo Mastro ancora ride ....







giovedì 14 luglio 2016

A FRANCESCA

Qualche tempo fa un mio amico commercialista mi chiese lumi per una fattura che doveva emettere una Onlus per aiuti umanitari da spedire in Madagascar; approfondendo il discorso mi capitò di conoscere Francesca che, seppur di Albano Laziale e avendo anche molti amici in comune, io non conoscevo. Dopo quell'incontro mi venne l'idea di chiederle un intervista sull'operato dell'associazione in cui lei è parte attiva; dopo un consulto con gli altri componenti accettò di rispondere alle domande. Da lì è nata una profonda amicizia di cui vado molto fiero, alla quale oggi voglio rendere omaggio.
A volte il destino ti mette in contatto con persone delle quali poi capisci che avevi bisogno di conoscere, e seppur è possibile pensare che questo avvenga per caso io credo, invece, che nulla capita se non c'è un fine o comunque una predisposizione affinché ciò avvenga.
Francesca è una persona speciale pur nella sua apparente normalità, emana una positività per me terapeutica ed è capace di trasmettermi serenità semplicemente con uno sguardo; comprende sempre quello di cui ho bisogno e le sue parole verso di me non sono mai casuali.
Tra noi è nato un flusso emotivo di rara potenza che avrebbe potuto anche essere difficile da tenere sotto controllo, ma che invece autonomamente si è subito assestato sull'onda placida di una profonda amicizia rendendo così il nostro rapporto ancora più speciale ed intimo di quanto avrebbe in teoria potuto in una relazione sentimentale.
Ora, in questo momento così difficile per me, il pensiero di avere accanto persone capaci di trasmettermi valori positivi mi permette di avere un motivo per guardare sempre con ottimismo al mio domani, e Francesca, in questo, ha un ruolo per me determinante.
Pubblico le parole che le ho scritto per il suo recente compleanno perché sento la necessità di farlo; lei, ne sono certo, comprenderà ...


Tu vivi
Nell'eccesso del dolore 
Nel tripudio dell'amore 
Tu vivi 
Nel calore del materno 
Nel sudore del fraterno 
Tu vivi
Nel bisogno dell'unguento 
Nel costante cedimento 
Tu vivi 
Nel sorriso che ti ammalia
 Nel silenzio tua balia 
Tu vivi
Nel cristiano pentimento
Nel costante sentimento 
Tu vivi 
E tutto vive nel tuo riflesso 
Tu, vivi! 

Buon compleanno amica mia ...

mercoledì 6 luglio 2016

SUICIDE SOLUTION

Quando tutto diviene buio dinnanzi a te ti assale una furiosa forma di panico che stenti a controllare. Inizi a tentennare in ogni tua cosa, riduci le tue attività, eviti i rapporti relazionali, ti chiudi in te stesso, cercando di trovare risposte a domande impossibili da riceverne. Quel buio ti consuma, lacerando il tuo essere umano, rendenderlo insopportabile, opprimente, disgustoso. Entri in una forma di inerzia che ti fa apparentemente vivere, cercando di fare quello che facevi normalmente ma senza un briciolo di entusiasmo, di gioia, di gratitudine. Vivi in un riflesso, come quelle stelle che brillano nel cielo ma che sono spente da millenni; quello che vedi è la luce che viaggia ma chi la emanata ha smesso di farlo. E così tu, quello che fai è far viaggiare una luce residua della stella della tua vita spenta. Lentamente scivoli nell'indifferenza, nell'accidia, nella solitudine silente, impazzendo giorno dopo giorno. Ti accorgi di non aspettare più nulla pur tentando di trovare un qualcosa che possa ancora attirare la tua attenzione e coinvolgerti per farti sentire vivo. Lasci che i giorni scorrano come acqua che cade da una cascata da tempo immemore, in un continuo che nessuno nota più. Non riesci più a sorridere pur condannato all'eterno riso che gli altri ti hanno sempre invidiato, come se a loro questo che credono un privilegio non sia stato concesso. Poi il buio diviene tenebra che occulta la tua vista sul futuro prossimo tanto da immagginarlo inesistente. Neanche piangere è più di sollievo alla tua anima indurita dall'arido deserto nel quale si è ritrovata. Quando ne hai piena coscienza tutto questo ti fa orrore, non puoi negarlo, e pensi che si, si può pur vivere così ma che ogni giorno che passa è sempre più dura farlo. Allora un giorno guardi verso il mare dalla tua finestra e quel senso di infinito sembra portarti una serenità oramai sconosciuta, se mai posseduta. Sospiri, abbassi gli occhi, poi li alzi di nuovo. Sospiri di nuovo. Forse ė ora di andare ...

martedì 5 luglio 2016

L'ASSESORE " IN PECTORE"

E' stupefacente come alcune persone non appena investite di una ipotesi di carica amministrativa inizino subito a pontificare su argomenti di cui sono all'oscuro. 
Tal Paolo Berdini, in odore dell'asserato all'urbanistica per il Comune di Roma targato 5 Stelle, ha iniziato a sproloquiare sullo stadio della Roma, iniziando col dire in una trasmissione radiofonica che avrebbe fatto tutto in suo potere per bloccarlo, anche se in tal senso non ne avrebbe alcuno per legge, poi si è rimangiato la parola, sotto la pressione del suo stesso movimento, e poi ha ricominciato, dicendo che oramai la questione è di competenza della Regione Lazio ma che comunque quello che si sta portando avanti è uno scempio. Al di là della questione, sulla quale ognuno può avere il proprio parere, quello che è veramente inaccettabile è  l'esternazione continua di una persona che ad oggi non ha alcun ruolo amministrativo assegnato e parla come se possedesse chissà quali poteri assegnati dal legislatore. La normativa sull'edilizia è regolata dal TUE, testo unico sull'edilizia, e questo fra le altre cose, prevede che l'assegnazione di un lavoro pubblico avvenga tramite Conferenza dei Servizi, nella quale partecipano tutte le istituzioni coinvolte nel lavoro che si deve autorizzare. Ognuna deve esprimere un proprio parere e nella somma di questi il lavoro può essere autorizzato o meno, ovvero l'unico divieto può essere espresso dai Beni Culturali che hanno potere di veto assoluto. Tutte le altre amministrazioni possono proporre, se del caso, modifiche al piano presentato, ma che non sono vincolanti per il proponente qualora la maggioranza propendesse per la realizzazione di quanto presentato. Il Promesso assessore quindi parla a vanvera insultando, oltretutto tutto i tecnici specializzati che hanno presieduto i lavori al Comune di Roma. Non conosco il curriculum di questo signore che dice di essere un uomo di legge, e non so quali qualità lo abbiano portato ad essere candidato al ruolo al quale dovrebbe accedere, ma credo che una persona equilibrata e con il senso delle Istituzioni dovrebbe tacere se non è a conoscenza di quanto parla. Assuregere ad un ruolo pubblico comporta doveri e rispetto per chi nella cosa pubblica ci lavora da anni. Superman resta un fumetto, per quanto sia possibile che esista veramente, e nessuno può decidere cosa fare e non fare secondo i suoi convincimenti personali; tutto è regolato dalla legge ed a questa occorre attenersi. Sono le persone a fare le istituzioni e credere di avere una soluzione per tutto resta un vizio tutto italico; mo' arrivo io e ve faccio vedè ...
L'uomo solo al comando non rientra nei dettami dell'esercizio democratico, è scritto espressamente nella Costituzione, così tanto sbandierata a vanvera.  Certe cose, purtroppo, non cambiano mai ...