SETTE VOLTE L'AMORE - CAP. 1 - SUCCEDERA'

a mia madre e mio padre

SETTE VOLTE L'AMORE

prologo                                              
succederà
rotazione terrestre
trascendere
l'oasi
per l'eternità
la proposta

l'incontro


SUCCEDERA'
(l'attimo fuggente)


.-          mi dispiace.

-          ah, ti dispiace ... non riesci a dire altro?

-          mmm ... ecco ... insomma ...

-          e già ... insomma! Paolo sei una grande, grossa, grassa delusione per me, ora.

-          immagino ...

-     no, non puoi immaginarlo, neanche lontanamente. è un taglio profondo, che mi sta facendo sanguinare. sto facendo fatica a parlarti e a starti davanti.

-          Milena, dai ... non vorremmo gettare tutto alle ortiche per questa cosa.

-          per questa cosa dici? la chiami "cosa"? perché non usi il suo vero nome? Corna! C O R N A !

-          non mi piace questa parola.

-          tradimento si adatta meglio al tuo colto vocabolario? allora usa "tradimento".

-          oh! ci sono stato a letto una sola volta ... mica c'ho fatto una storia.

-          ah, ecco! quindi né corna né tradimento possono essere termini appropriati posizionandosi dal tuo punto di  vista.

-          e dai, Milena, sai cosa voglio dire ... una volta! è stato un attimo di debolezza, la carne ha ceduto ad un richiamo.

-          ... quindi non essendo corna posso giustificarlo, comprenderlo, metabolizzarlo e poi espellerlo.

-          beh, diciamo che si, puoi superarlo ... magari con un po' di tempo ... con calma, riflettendoci sopra.

-          dunque dovrei elevare spiritualmente i miei sentimenti ed emarginarli, lasciando che l'ira del momento non prenda il sopravvento.

-          questo tuo tono sarcastico mi sta infastidendo.

-          ... e mi porti alla deriva senza più te a starmi affianco ... in balia di venti incontrollabili.

-          lo so che stai recitando, le parti tragiche ti si sono sempre addette ... sei una grande attrice ... d'altronde i riconoscimenti che hai avuto nella tua carriera sono lì a dimostrarlo ... ma ora scendi dal palcoscenico, le luci sono state spente ed il pubblico è defluito scambiandosi commenti positivi su quello che hanno veduto.

-          non sto recitando Paolo, dico quello che sento; ho creduto fortemente in te, lo sai questo vero?

-          il credo è stato, è reciproco.

-          e questa reciprocità ti ha convinto ad andare a letto con quella ... non ho voglia neanche di nominarla! cosa gli hai promesso? una parte da protagonista nel tuo prossimo film?

-          smettila! non sono mai andato a letto con le attrici, lo sai ... è successo solo con te ... e da allora stiamo assieme.

-          stavamo assieme! usa il passato! da questo momento parla di noi come una cosa trascorsa, andata.

-          e da quella volta siamo stati assieme quattro anni ... è meglio così?

-          si.

-          Milena, è una assurdità!

-          ma non riesci proprio a capire? si può essere così stolti? sto soffrendo, S O F F R E N D O! lo capisci? ho un dolore lancinante che mi sta centrifugando in una miriade di domande per le quali non ho alcuna risposta.

-          siediti.

-          no.

-          siediti ho detto. ti preparo una tisana.

-          ok.

-          dov'è la confez ... ah eccola! il pentolino ... poi ... ci sono i limoni?

-          non lo so.

-          ne è rimasto mezzo. più che sufficiente. accendiamo.

-          perché?

-          perché cosa? non piangere ora ... aspetta. ecco appoggia la testa sulla mia spalla, lasciati accarezzare.

-          sei un bastardo! potevamo essere felici; hai rovinato tutto!

-          dai Milena, calmati.

-          e come faccio? la parola amore è ancora nel tuo vocabolario?

-          scusa, credo l'acqua bolla. prendo una tazza.

-          perché?

-          perché? non lo so ... oddio! scotta! stavamo leggendo il copione, ricordi? avevo appena fatto quelle modifiche e gli stavo spiegando quello che avrei voluto il giorno successivo quando saremmo andati a Roma a girare gli esterni ... ecco, bevi.

-          e quindi?

-          non bevi?

-          aspetto freddi un pochino.

-          mmm ... tardammo per via di una accesa discussione sorta sulla scena di nudo da girare ai fori ... lei non voleva farla, finché poi non ci accordammo sul fatto che avrebbe girato con su le mutande.

-          che poi tu, in effetti, non hai avuto difficoltà a toglierle poco dopo a casa sua.

-          decidemmo così di andare a cena. tu eri a napoli per le repliche del tuo ultimo spettacolo.

-          lo so bene dove ero, io.

-          e ce ne andammo a campo de' fiori.

-          l'hai scelta tu la location?

-          bevi, su. no, lei.

-          la sgualdrina.

-          ti prego, evitiamo certi appellativi.

-          ah, caro, ti infastidiscono?

-          in generale mi infastidiscono ... lo sai.

-          no. non so più nulla ora. dunque, la sgualdrina ha scelto dove portarti.

-          abbiamo cenato fuori, in strada. roma era posseduta da una rassicurante notte di maggio e il vino ha presto allentato le tensioni e le pressioni della giornata di lavoro.

-          la stai mettendo sul piano poetico? i due innamoratini che si abbandonano alla notte in una roma fatata?

-          ti sto raccontando i fatti, come mi hai chiesto. non è facile per me ora.

-          non è facile per te ora? e per me ascoltarti? dovrei muovermi a compassione per lo sforzo immane che stai compiendo?

-          non urlare! N O N  U R L A R E! non ti sto chiedendo di comprendermi. ti sto solo dicendo che non aggiungo colore a questa storia grigia cercando una scusa, che non ho, buttandola sul sentimentale ... quello era e quello ti narro.

-          poi dici a me che sono teatrale.

-          i discorsi presto sono diventati frivoli e si è instaurata una naturale complicità.

-          e ammiccamenti, immagino.

-          e ammiccamenti. si hai ragione. in fondo è una bella donna!

-          e tu un regista all'apice della fama! due più due non da mai tre.

-          non centra nulla il lavoro! sono stato sempre un uomo piacente ... o no?

-          noto tombeur de famme ... ma fammi il piacere!

-          ho avuto le mie belle storie, ma non è questo, ora, il punto mi sembra ... insomma in quella notte ci piacevamo, eravamo attratti ma ...

-          ma?

-          voglio dire che ci può stare farsi coinvolgere in un momento astratto da pulsazioni dell'eros.

-          quindi torniamo al punto di partenza. è stato solo un momento di debolezza della carne che ha trionfato sullo spirito, che, a quanto ho capito, ha ceduto senza accennare alla benché minima resistenza.

-          no. non è andata così. ho pagato il conto e abbiamo deciso di fare due passi per raggiungere il suo albergo poco distante.

-          non potevi salutarla al termine della cena?

-          un gentiluomo non lascia andare una signora a casa da sola nella notte.

-          un gentiluomo non la scopa tutta la notte sapendo che la sua amata è fuori città per lavoro.

-          ...

-          non replichi? non hai nulla da dire in proposito? la tua auto qualificazione  a gentlemen non ha retto un soffio di vento.

-          beffardo. ironico. derisorio. deplorevole e non meritevole di risposta.

-          a no?

-          no! l'ho accompagnata con nessuno secondo fine.

-          ma, di fatto, seppur inconsciamente, il secondo fine si è ritrovato davanti.

-          all'ingresso ci siamo salutati e stavo per tornarmene alla macchina, poi ...

-          poi?

-          poi mi ha detto che avrebbe girato la scena, per la quale avevamo discusso animatamente, come avrei voluto io.

-          nuda.

-          si, nuda.

-          in cambio di cosa?

-          in cambio di nulla! ha detto che però non si era mai spogliata dinanzi ad estranei e mi ha chiesto di farle dare questa prova con me su in camera.

-          mavaaffanculo stronzo! mi prendi anche per il culo adesso? dovrei credere a questa cazzata? cioè lei ti dice sfacciatamente che ti vuole far salire e spogliarsi mascherandolo da prova superamento pudore di girare una scena di nudo e tu vuoi farmi credere che nella tua maestosa innocenza ci sei caduto? che neanche per un momento è passato in quella tua testolina che ti si voleva fare? vai di nuovo affanculo!

-          e dai, non ti sto dicendo questo. ritenevo quella scena importantissima per il mio film, lo sai quanto te ne ho parlato. quel punto della storia era fondamentale e mi occorreva una scena di nudo ... in mutande non sarebbe stata la stessa cosa, anche se a quello stato delle riprese cambiare attrice mi sarebbe stato impossibile.

-          quindi hai fatto sesso con lei per girare la tua famosa scena di nudo ai fori imperiali?

-          nooo ... nooo .... e ancora no. fermamente no!

-          ooooohhhhh ... la tua etica professionale esplode con fragore, mi sembra. smettila di fare avanti dietro, mi fai girare la testa.

-          così saliamo. mmm ... fammi accendere.

-          è sul tavolo.

-          bene. dunque. fuuuhhh ... saliamo, dico, in stanza. mi verso un whiskey mentre lei va in bagno. poi esce, prende un abito simile a quello della scena e torna in bagno. poi esce di nuovo. mi chiede di abbassare le luci. mi siedo sulla poltrona. iniziamo a recitare le battute della scena, poi arriva il momento. si ferma, esita, abbassa lo sguardo. dico che non va bene. iniziamo di nuovo. s'interrompe ancora, stavolta scappando in bagno. inizio a chiedermi se davvero abbia un pudore così pronunciato e se sia il caso di insistere. torna. ricominciamo ancora una volta. fuuuuhhh ... stavolta inizia con i tempi corretti, prosegue, entra bene nella parte e arriva a togliersi le mutande.

-          ecco, la scena madre ...

-          lasciatele cadere in terra mi sorride. poi scoppia a piangere coprendosi le parti intime, buttandosi, infine sul letto.

-          ma va ...

-          stupida!

-          pure!

-          era in preda ad una crisi, io non sapevo che fare.

-          poi hai capito.

-          ancora! mi sono disteso al suo fianco, ed ho iniziato a rincuorarla. era veramente scossa in quel momento, in una fragilità inaudita. ho iniziato ad accarezzarla dicendogli che il mestiere di attrice a volte sa essere crudele ... insomma ho cercato di calmarla.

-          mmm ... non credo ad una parola di quello che mi stai dicendo. sei un maestro a inventare storie e questa sembra proprio partorita da quella tua testa indecifrabile.

-          è la pura verità. ad un certo punto i nostri sguardi si sono incontrati e ...

-          e le tue mutande sono finite sul pavimento assieme alle sue ...

-          più o meno è finita così.

-          sei proprio un grande bastardo! vuoi farmi credere che i tuoi sensi hanno ceduto mentre eri impegnato a rassicurare l'agnellina impaurita dalla cattiva macchina da presa che l'avrebbe immortalata il giorno seguente.

-          più o meno...

-          ti sto pure ad ascoltare ... comunque la domanda non cambia. perché?

-          ma come, cosa ho fatto fino adesso?

-          mi hai raccontato il come. il perché no. non ti piaccio più? ti ho stancata? non mi ami più? o cosa?

-          nulla di tutto questo. il perché è stato l'attimo fuggente che il destino mi ha posto dinnanzi e al quale non sono stato capace di resistere. ma è finita lì e poi sono stato anche male; fuori, in strada, mi è venuto da piangere.

-          lacrime di coccodrillo ...

-          vabbé ...

-          e se non lo venivo a scoprire io per puro caso questa storia sarebbe rimasta nel tuo cassetto assieme a tutte quelle che non reputi all'altezza di proporre al pubblico.

-          si penso di si, pur se nel rimorso dell'atto.

-          ora cosa ti aspetti da me? che dimentichi? che ci  posi sopra una pietra e continui ad amarti?

-          più o meno ...

-          hai una bella faccia tosta!

-          sono sempre innamorato di te e non voglio perderti.

-          mi sembra tardi per ricordartene ... dammi una sigaretta.

-          ecco, prendi.

-          fuuuhhh ... mmm ... fuuhhh ...

-          pensaci bene Milena, non fatti attrarre dal magnete dell'istinto di voler piantare tutto.

-          caro, l'istinto mi sta dicendo di spaccarti la testa con una sedia, ma forse hai ragione ...

-          ho ragione in che senso?

-          ti amo anche io e continuo a farlo seppur in questo tragico momento; non riesco ad odiarti, seppur profondamente ed irrimediabilmente ferita nell'anima. non ci riesco.

-          ecco, vedi, non cancelliamo le pagine belle scritte in questi quattro anni.

-          è dura. sarà dura. sono affranta e ...

-          non succederà di nuovo ...

-          Paolo potrei essere disposta a restare con te.

-          potrei, cioè potresti ... in base a che?

-          ti amo, ti ho detto, nonostante tutto ...

-          ti amo anche io.

-          ma pur nell'amore, come tu mi hai appena insegnato, potrei avere il mio momento di debolezza e lasciarmi andare ai sensi ...

-          cioè?

-          caro, succederà. succederà di nuovo. ma stavolta non a te. e te lo verrò a dire. ti spiegherò il come ed il perché e ti chiederò scusa. poi ti dirò che ti amo ancora e che ti amerò per sempre.

-          come? non ho ben capito ... mi stai dicendo che uno di questi giorni andrai a letto con qualcuno ...

-          uno di questi mesi ... anni ... un giorno ... si, accadrà. e non sarà con gioia. piangerò. starò male. sarò assalita dal rimorso. ma ...

-          ma?

-          ma tu mi ami. mi ami più di ogni altra cosa. più di te stesso. me l'hai appena ribadito chiedendomi ancora fiducia. e quando tornerò a casa, affranta e sporca, troverò te, che capirai all'istante. e lì, lì il tuo amore per me emergerà come non mai e mi accoglierà fra le sue tenere braccia comprendendo cosa fosse stato per me quello che tu avevi fatto al mio di amore.

-          Milena ... ma questo è, anzi, sarà un atto premeditato che non ha nulla a che vedere con ...

-          non sarà premeditato. sarà l'attimo fuggente che il destino mi porrà dinnanzi e al quale non sarò capace di resistere...

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