domenica 1 maggio 2016

FIRST MAGGIO

Così anche quest'anno il carnevale della festa del lavoratori è andato in scena nelle variopinte modalità istituzionali e non solo.
Frasi fatte sono state proferite dietro le maschere adatte all'occasione, sempre uguali nel rito nostalgico assurto a tradizione.
Promesse, minacce, coriandoli di speranza e ottimismo, bandiere, marce e cortei, musica a San Giovanni in Laterano.
Il tempo si ferma oggi, ovvero replica se stesso; estraendo un servizio di telegiornale dai famosi archivi Rai di una qualunque data trascorsa potremmo riproporlo oggi e nessuno si accorgerebbe della differenza; i più attenti, forse, potrebbero capire dagli abiti degli intervenuti, ma tutto il resto apparirebbe mestamente identico.
E mestamente identico, nelle forme e nella sostanza, risulterebbe il day after, di cui oggi potremmo facilmente scrivere un articolo spacciandolo come profezia.
Cambiano gli interpreti, ma non il modo di pensare. Il futuro corre più veloce del pensiero dell'italica elite, tesa all'autoconservazione che conduce allo stagnamento, nell'attesa di un giorno promesso che non vedrà mai la sua alba:  "Suvvia, però, sorridi lavoratore, ti stiamo festeggiando, no? E sorridi anche tu in attesa di un lavoro, quando l'avrai questa sarà anche la tua festa. Ci impegneremo per questo, i tavoli di lavoro per il confronto democratico e civile sono già stati preparati; la discussione sarà lunga, ma, statene certi, porteranno alla luce un risultato straordinario. Lavoriamo per voi, e come potete ben vedere, noi non festeggiamo in questa giornata; il compito istituzionale non permette soste ludiche; abbiate fiducia, domani sarà migliore".
Le luci infine si spegneranno, sul suono dell'ultima nota che vibrerà nell'attesa dell'applauso; le maschere verranno riposte accuratamente, trecentosessantaquattro giorni volano, e per preparare tutto questo saranno appena sufficienti ...

Nessun commento: