Il liberale, democratico e integerrimo governo del Brasile promesso da i due presidenti fuoriusciti dalla classe operaia andata in paradiso è nella polvere; il primo è nascosto da qualche parte con i suoi avvocati perché teme di essere arrestato, la seconda si trova sotto impceachment (istituto giuridico con il quale si prevede il rinvio a giudizio di titolari di cariche pubbliche che abbiano commesso reati nell'esercizio delle loro funzioni) ed è stata sfiduciata dalla camera dei deputati e, nonostante il soccorso del presidente della stessa camera che ha emanato un provvedimento sospensivo, dovrà fare le valige a furor di popolo.
Non mi interessa quello che succede in quello sterminato Paese, quello che mi interessa e che vorrei ricordare ora è che queste due persone hanno impedito l'estradizione in Italia di Cesare Battisti; l'argomento l'ho già trattato in tre post: LULA POP - LULA POP REMIX e LULA POP TRE, scrivendo dell'assurdità delle motivazioni espresse dall'allora presidente Lula, confermate poi dal suo successore Dilma, per impedire l'estradizione di un condannato dal nostro Stato Sovrano per omicidio, e che ancora svolazza libero sulle spiagge assolate del loro paese, attinenti il nostro sistema giuridico e il nostro sistema carcerario, entrambi definiti di "terzo mondo".
Questi due paladini dell'onestà depositari della conoscenza di cosa sia "giusto" hanno violato le leggi del loro paese e l'hanno fatto ricoprendo la massima carica istituzionale, tanto da doversi oggi difendere dal loro sistema giudiziario, massima espressione del diritto penale, come è noto a tutti.
Mi sono ribellato allora alla morale che prorompeva dalle cariche istituzionali brasiliane a difesa di un indifendibile, passato dalla protezione francese messa in opera dalla dottrina Mitterand (allora primo ministro della Francia) a favore dei brigatisti rossi, che trovarono un rifugio dorato nella patria della democrazia celebrata nei libri di storia come la "Rivoluzione francese" a quella, appunto, brasiliana nel nome impronunciabile di una presunta guerra combattuta sul suolo italiano negli anni 70; e voglio ribellarmi ancora adesso, proprio in virtù di quello che sta accadendo in questo momento in Brasile e chiedo a gran voce che allo Stato Italiano venga restituito Cesare Battisti con tanto di scuse.
L'ignobile pantomima della fuga nel paese sudamericano di un condannato dal nostro sistema iper garantista conclusa con l'ancora più ignobile disponibilità di asilo politico concessa da Lula e confermata da Dilma deve essere mondata, e il condannato restituito alla patrie galere, ne va dell'onore di questo Paese.
Quanto alle lezioni mi moralità fatte pervenire allora da oltre oceano, beh, non c'è molto da dire, ognuno tragga le conclusioni che ritiene opportune.
E' ora di riappropriarsi della Sovranità di Stato che abbiamo smarrito da tempo, o quello che resta nella nostra disponibilità continuerà a subire soprusi inaccettabili a questo livello, rilegandoci nella sfera di chi è costretto a subire imposizioni che conduce al dissolvimento di una Stato di diritto per avere il quale molto sangue è stato versato.
Questi due paladini dell'onestà depositari della conoscenza di cosa sia "giusto" hanno violato le leggi del loro paese e l'hanno fatto ricoprendo la massima carica istituzionale, tanto da doversi oggi difendere dal loro sistema giudiziario, massima espressione del diritto penale, come è noto a tutti.
Mi sono ribellato allora alla morale che prorompeva dalle cariche istituzionali brasiliane a difesa di un indifendibile, passato dalla protezione francese messa in opera dalla dottrina Mitterand (allora primo ministro della Francia) a favore dei brigatisti rossi, che trovarono un rifugio dorato nella patria della democrazia celebrata nei libri di storia come la "Rivoluzione francese" a quella, appunto, brasiliana nel nome impronunciabile di una presunta guerra combattuta sul suolo italiano negli anni 70; e voglio ribellarmi ancora adesso, proprio in virtù di quello che sta accadendo in questo momento in Brasile e chiedo a gran voce che allo Stato Italiano venga restituito Cesare Battisti con tanto di scuse.
L'ignobile pantomima della fuga nel paese sudamericano di un condannato dal nostro sistema iper garantista conclusa con l'ancora più ignobile disponibilità di asilo politico concessa da Lula e confermata da Dilma deve essere mondata, e il condannato restituito alla patrie galere, ne va dell'onore di questo Paese.
Quanto alle lezioni mi moralità fatte pervenire allora da oltre oceano, beh, non c'è molto da dire, ognuno tragga le conclusioni che ritiene opportune.
E' ora di riappropriarsi della Sovranità di Stato che abbiamo smarrito da tempo, o quello che resta nella nostra disponibilità continuerà a subire soprusi inaccettabili a questo livello, rilegandoci nella sfera di chi è costretto a subire imposizioni che conduce al dissolvimento di una Stato di diritto per avere il quale molto sangue è stato versato.
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