Nell'epico scontro che vide contrapposti Leander e Drakonius un anonimo Gormita recitò un ruolo che si rivelò, infine, decisivo, seppur questi non fu mai menzionato nell'epopea del misterioso popolo che visse sull'isola di Gorm.
"Il Gormita senza nome" non possedeva alcuna speciale qualità, né era dotato di una particolare intelligenza, aveva fama, oltretutto, di essere un pavido e protendere sempre e comunque per soluzioni accomodanti; evitava, fin dove gli fosse possibile, di prendere posizione su questo o quello.
Viveva isolato, per quanto gli fosse concesso, e cercava in ogni modo di passare inosservato, trastullandosi nel suo pacifico approccio alle cose della vita, scevro da elucubrazioni filosofiche, religiosi e politiche, attività di cui non riteneva essere degno.
Nel susseguirsi degli eventi lui cercò, riuscendovi, di restare in disparte, come spettatore non pagante mentre il suo popolo combatteva l'eterna battaglia fra bene e male, la quale nel momento che il suo intervento si rivelò decisivo, vedeva alla guida della contrapposte fazioni Il Sommo Luminiscente ed Obscurio.
Passeggiando indisturbato in una zona remota dell'isola di Gorm incontrò per caso il Vecchio Saggio, che seduto all'ingresso di una oscura caverna meditava su cosa fosse possibile fare affinché il bene prevalesse sul male in via definitiva.
Il Vecchio Saggio, preso dai suoi alti pensieri, non lo degnò neanche di uno sguardo, cosa che lasciò completamente indifferente il Gormita senza nome, in quanto aveva fatto l'abitudine ad essere ignorato dal suo popolo; si avvicinò comunque al Vecchio Saggio chiedendogli cosa stesse facendo lì, lontano dall'epicentro della battaglia che vedeva, al momento, il bene soccombente alla furia del male.
Il Vecchio Saggio, infastidito dalla sua presenza, non rispose. Il Gormita senza nome, non affatto sorpreso dalla sua reazione, riprese così la sua passeggiata; fece alcuni passi per allontanarsi, poi, ripensandoci, tornò indietro.
Ripeté la domanda usando un tono più deciso, quasi di sfida, sorprendendosi egli stesso per l'autorità che aveva inferto alla sua espressione più di quanto ne fu sorpreso il Vecchio Saggio.
Ci fu un lungo momento di silenzio, che fu rotto dalla sincera ammissione del Vecchio Saggio di non avere idea di quale strada intraprendere per ribaltare la situazione che appariva alquanto compromessa.
Il Gormita senza nome ascoltò quanto il Vecchio Saggio ebbe a dire, poi sorrise e gli disse di affidare gli Occhi della Vita al dinosauro Razzle e di farli portare sulla terra; ci fu ancora un momento di silenzio, poi Il Gormita senza nome salutò e riprese il suo cammino.
Il Vecchio Saggio comprese all'istante le potenzialità della proposta ricevuta e decise di attuarla senza remore, cosa che comportò, alla fine, la vittoria del bene sul male.
Nel momento dei festeggiamenti per la vittoria il Vecchio Saggio cercò ripetutamente il Gormita senza nome, ma non riuscì più a trovarlo e così il merito dell'idea fu ascritto per sempre al suo nome, come oggi è noto nei racconti sull'epopea dei gormiti ...
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