sabato 5 novembre 2016

QUELLO CHE VOLE VEDE'

Sofia si ritrovò d'improvviso a guardare il mare uscendo dai suoi pensieri come da un onda che l'aveva momentaneamente inghiottita pervasa da un ansia che oramai si trascinava dietro da tempo.
Faceva freddo, un vento gelido spazzava il bagnasciuga sotto un tetro e plumbeo cielo che colorava di grigio tutto quello che vedeva; l'inverno si era appena annunciato alla fine di una interminabile estate trascorsa interamente in solitudine e aveva deciso per questo di andare al mare, dopo che l'aveva evitato fino a quel giorno.
Camminava e pensava Sofia, pensava a come fosse potuto succedere che ad un certo punto della sua vita si fosse ritrovata completamente sola, senza che più nessuno la cercasse; anzi, era sempre più convinta che le persone che aveva frequentato per tutta la vita stessero cercando di evitarla, arrivando ad ignorare anche telefonate e messaggi che lasciava su telefoni e social di chi credeva fosse amica.
Ripercorreva ogni parola detta ed ogni cosa fatta, o non fatta, negli ultimi tempi, cercando un possibile motivo che l'avesse precipitata in quella solitudine ma per quanto cercasse nulla le appariva degno di essere preso in considerazione.
Arrivò così presso alcune barche da pesca in secca sulla spiaggia, trovò un vecchio e malandato sandalo di salvataggio immerso per metà nell'arenile e protetto da due grandi pescherecci ai lati; vi si sedette e continuò a guardare il mare ed a riflettere.
Poi iniziò a piangere, prima sommessamente poi via via con più vigore, accompagnando le lacrime da acuti singhiozzi che le strozzavano la gola acuendo il dolore che le era esploso dentro dopo che per troppo tempo l'aveva represso in un angolo della sua anima.
Con la testa fra le mani non si accorse subito che quel suo singhiozzare aveva attirato verso di lei una persona, che ora le era di fianco e la guardava in silenzio in un misto di sorpresa e tenerezza; vide prima i piedi, poi i suoi occhi arrossati e gonfi di lacrime entrarono in quelli di un vecchio e minuto pescatore dal volto scuro e pieno di rughe che accolse il suo sguardo con un sorriso.
Si scusò Sofia e fece per alzarsi, ma il vecchio con un lento quanto rassicurante gesto della mano la invitò a restare seduta; poi, gli si avvicinò e si sedette, infine, accanto a lei.
Non disse una parola e si mise a fissare il mare, Sofia, stranamente sedotta da quella presenza, fece altrettanto, asciugando con la mano destra l'ultima lacrima che ancora scorreva lentamente sul suo viso.
Passarono del tempo così uno accanto all'altra, in un silenzio irreale che vibrava nel vento, assorti nei loro pensieri, complici di un momento surreale avvolto di mistero e spiritualità, talmente denso da acquietarla e rinvigorirla.
Poi lui si alzò, la guardò ancora negli occhi, gli sorrise e fece per allontanarsi; Sofia ebbe un attimo di smarrimento nel buio che della sera che ora li avvolgeva e rendeva le loro figure indefinite ma prese coraggio e sottovoce chi chiede chi fosse.
Lui non rispose, si voltò e prese a camminare verso le luci di una casa prossima alla spiaggia di cui poteva intuire i contorni.
Sofia si alzò e gli corse dietro, in un tripudio di emozioni che percuotevano la sua anima di nuovo attiva dopo quell'interminabile assopimento che credeva oramai irreversibile; gli si affiancò e gli chiese di nuovo chi fosse.
Il vecchio si fermo, si girò verso di lei e le si avvicinò prendendole infine entrambi le mani nelle sue, la fissò ancora una volta negli occhi e alla fine di un interminabile silenzio le disse: "ricordati sempre che la gente vede solo quello che vole vedè ...".
Poi le lasciò le mani e gli fece scorrere orizzontalmente la mano destra sul viso, occultandole la vista;Sofia restò immobile, sorpresa da quel gesto e dal calore improvviso che sentì emanare, così tanto acceso da fargli chiudere gli occhi, da quel palmo ruvido che sfiorò il suo volto.
Li riaprì infine in un buio totale non più scosso dal vento; era di nuovo sola, ma per la prima volta dopo tanto tempo comprese che sola, in verità, non lo era mai stata ...




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