... così riuscimmo, dopo innumerevoli tentativi e molte vite umane perse, ad arrivare su Marte e con il tempo a installarvi stazioni abitabili; poi iniziammo ad inviare pionieri, che costruirono i primi insediamenti umani con il fine di provare a viverci stabilmente. E così fu. Poi iniziammo a cercare materie prime per rendere possibili i viaggi di andata e ritorno, visto che non era possibile trasportare materiale dalla Terra nelle quantità sufficienti allo scopo. Trovammo quello che cercavamo, ma ben presto emerse l'impossibilità di estrarre quello che occorreva sia in quanto le risorse umane non erano sufficienti per la gravosa attività da intraprendere sia in quanto le condizioni climatiche esterne rendevano i lavori incredibilmente difficoltosi; inoltre, non era possibile trasportare dal nostro pianeta grandi quantità di persone, sia per gli elevati costi per costruire navi spaziali adatte allo scopo sia perché essendo un viaggio senza ritorno era molto complicato trovare volontari disposti a tale sacrificio, pur se in nome di un futuro possibile.
Trascorsero così circa cinquecento anni, nei quali gli insediamenti si moltiplicarono fino a rendere possible la copertura di tutte le zone abitabili di Marte; furono trasportate sul pianeta anche varie specie di animali per verificarne l'adattamento alle condizioni del pianeta rosso. Risultò che una particolare specie di scimmie non solo riusciva a sopravvivere con grande facilità nell'ambiente esterno, ma anche che il loro dna, come risultò dagli studi effettuati, si modificava dopo un breve periodo in modo tale da farle adattare alle nuove condizioni creando, di fatto, una nuova specie.
Furono così inviati due scienziati specializzati nella manipolazione del dna, un uomo e una donna, che accettarono in quanto convinti, da quanto avevano potuto studiare dai dati che venivano loro inviati da Marte, di poter creare un ibrido da ricavare dalla fusione del dna umano con quello delle scimmie marziane.
I tentativi furono molteplici, i primi ibridi creati erano poco più che scimmie, comunque incapaci di apprendere. Poi vennero create specie sempre più evolute, finché si arrivò alla conclusione che l'ultimo ibrido generato, dopo 10 anni marziani, fosse quello giusto.
Ne crearono molte migliaia, con l'intenzione che successivamente si sarebbero riprodotti da soli, come gli umani, e iniziarono ad impiegarli nell'estrazione delle materie prime nei vari insediamenti.
Con il passare del tempo però gli umani che regnavano su queste tribù si resero conto che il loro apprendimento restava limitato e che, inoltre, gli istinti animali avevano il sopravvento sull'agire razionale che speravano fossero riusciti a ricreare artificialmente.
Iniziò un lungo periodo oscuro nel quale le tribù degli ominidi marziali si combatterono senza sosta per l'acquisizione di fette di territorio, tanto che la situazione risultò alla fine incontrollabile per gli umani, che decisero di rifugiarsi in una stazione orbitante sopra al pianeta rosso.
Decisero, quindi, dopo feroci anni di discussioni, di cancellare la specie generata: scatenarono su tutto il pianeta esplosioni atomiche accompagnate da violente piogge di meteoriti da loro indotte grazie alla tecnologia di cui disponevano.
Prima di procedere incaricarono un ominide marziano che si era evoluto meglio degli altri di costruire un arca per salvare tutte le specie animali.
E l'inferno fu.
Poi gli umani, dopo aver appurato che nessuno fosse sopravvissuto, scesero nuovamente sul pianeta e ripresero gli esperimenti, che alla fine ebbero successo: una nuova specie fu creata.
Nel tempo vennero costruiti su Marte insediamenti sempre più grandi, sui quali gli umani regnavano in qualità di dei.
Nei mille anni successivi furono estratte dal pianeta ingenti quantità di materie prime da inviare sulla Terra affinché gli umani riparassero i danni da loro stessi creati, finché un giorno lasciarono Marte per sempre, con la promessa che un giorno sarebbero tornati.
L'ultimo uomo che lasciò il pianeta convocò il marziano a cui avevano deciso di affidare le sorti della loro specie sul monte Tamarat, dicendogli che Dio gli avrebbe lasciato le 10 regole da seguire affinché le loro comunità prosperassero vivendo in armonia.
Il marziano si recò sul monte ed attese, finché nella notte marziana un lampo accecante rischiarò il buio accompagnato da un rumore assordante, facendolo inginocchiare come un penitente; un bagliore radiante apparve sopra di lui, rendendo giorno la notte, mentre l'assordante rumore scemava.
Un lampo di fuoco proruppe da quella luce immanente fermandosi di fronte al marziano impaurito; e scese il silenzio.
Una voce tonante gli disse di alzarsi e dal cielo caddero due enormi pietre che si posarono ai sui lati, poi cadde anche un bastone che finì nelle sue mani illuminandosi.
La voce tonante gli chiese di scrivere quello che le si apprestava a dire e così fu. Poi l'assordante rumore esplose di nuovo ed il cielo tornò ad illuminarsi a giorno per un breve momento; il marziano tornò penitente e quando fu nuovamente buio si alzò.
Le due enormi pietre di fianco a lui erano incise, il bastone volato via.
Si avvicinò tremulo alla prima pietra, prese coraggio e lesse la prima regola che Dio gli aveva dettato mentre si trovava in uno stato di trance:
Io sono il Signore Dio tuo: non avrai altro Dio fuori di me ...
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