L'asfalto della statale era interamente coperto dalle macchine usate dai pendolari per andare al lavoro, come tutte le mattine, le settimane, i mesi, oramai da anni.
Ilaria percorreva quella strada da dieci anni oramai, tanto che pensava che avrebbe potuto guidare fino all'azienda dove lavorava bendata.
Pioveva e questo rendeva più noioso del solito essere in quella fila infinita che non sembrava muoversi mai, come prigioniera di una sorta di incantesimo da cui sembrava impossibile evadere.
Nel mentre i suoi pensieri correvano liberi nella prateria della sua testa e lo speaker della radio continuava a proferire banalità senza soluzione di continuità, sul suo Iphone whatsapp segnalò l'arrivo di un messaggio con un gingle; Ilaria prese il telefono e lesse quanto pervenuto. Era Giovanna, che commentava la stessa identica situazione nella quale si trovava lei, solo che lo faceva dall'altra parte della città: rispose al messaggio all'istante, come reazione predeterminata da un azione.
Lo scambio di commenti continuò sino all'entrata di Giovanna al lavoro, che la salutò augurandole di arrivare prima del tramonto; Ilaria sorrise e tornò a fissare il coacervo di colori sfumati dalla pioggia e dal parabrezza inondato di pioggia che aveva di fronte e ai lati.
All'improvviso poi la fila si diradò sino a svanire, permettendole così di affondare il piede sull'acceleratore per recuperare parte del tempo perso nell'ammucchiata mattutina dei condannati al girone infernale delle statali cittadine; arrivò al suo svincolo e sospirando per il successo s'immise sulla strada di periferia che da lì a dieci chilometri l'avrebbe portata al lavoro.
Era una strada pericolosa, con la pioggia ancora di più, e buia, in quanto in parte coperta dal fogliame degli alberi che la costeggiavano, ma Ilaria la conosceva bene e la percorreva sempre con prudenza.
Si assestò sui settanta chilometri orari ed accese le luci per un ulteriore sicurezza e fece i primi due chilometri in perfetta solitudine. Poi l'Iphone segnalò un nuovo messaggio su wathsapp, Ilaria lo vide e prese il telefono, era Roberta che le chiedeva dove fosse; rispose con una certa difficoltà, in quanto alternava gli occhi fra lo schermo ed il parabrezza.
La sua amica gli recapitò subito un nuovo messaggio, Ilaria teneva ancora il telefono con la mano destra e lo lesse prontamente; la pioggia era aumentata d'intensità e fuori era ancora più buio. Una macchina proveniente in senso inverso a forte velocità le provocò un brivido mentre scriveva la risposta, in quanto la vide solo quando gli fu di fronte, facendole alzare d'istinto il piede dall'acceleratore per portarlo sul freno che sfiorò leggermente, ma tanto da far accendere le luci posteriori degli stop; non lasciò però il telefono, attendendo il messaggio successivo che le avrebbe indicato il posto dell'incontro per l'aperitivo della sera.
Il nome del locale apparse subito dopo, ma Ilaria non lo conosceva e iniziò a scrivere a Roberta di dargli l'indirizzo, nel mentre che un tir uscito probabilmente dalla sua azienda si trovava esattamente al centro della carreggiata forse per essere uscito male dalla curva precedente.
Ilaria alzò gli occhi per guardare la strada prima di terminare l'ultima parola da scrivere e se lo trovò davanti a pochi metri dalla sua macchina; lasciò cadere il telefono per afferrare lo sterzo anche con la mano destra per avere più forza nella sterzata, che tentò in effetti, ma trovandosi con la quarta marcia innestata la macchina non reagì all'improvviso cambiamento di direzione che voleva imprimerle, e prese a scivolare verso il grande automezzo.
L'impatto fu violento, tanto da catapultarla sul sedile posteriore sommersa dai vetri del parabrezza infranto dallo scontro; si ritrovò in un silenzio improvviso senza ben comprendere cosa fosse successo.
L'Iphone le era finito accanto, proiettato anche esso dalla forza dell'impatto sul sedile posteriore; cercò di prenderlo ma non riuscì a postare il braccio, anzi si rese conto che non lo sentiva affatto.
Trascorsero alcuni minuti, poi un fiotto di sangue le proruppe dalla bocca con un violento spasmo che prima la tirò su e poi la lasciò cadere violentemente di nuovo sul sedile con la faccia proprio vicino allo schermo del telefono che continuava a lampeggiare messaggi di Roberta di cui comprese l'ultimo ,,, Ilaria What's up?
Chiuse gli occhi nel freddo che d'improvviso s'abbatté sul suo corpo esanime e in un grande sforzo riuscì a spostare il braccio sinistro fino a posare la mano sull'Iphone ...
Così la trovarono i soccorsi che arrivarono dopo circa un ora, ma lei questo non lo vide. Il suo viso inespressivo striato di sangue ora era quello di una bella e giovane ragazza che aveva sacrificato la sua vita al dio pagano della tecnologia come in un antico rito religioso per invocarne la sua benevolenza ...
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