Il 30 marzo 2010, sulla Gazzetta Ufficiale Europea C83 è stato pubblicata la versione consolidata del TRATTATO SULL'UNIONE EUROPEA ed IL TRATTATO SUL FUNZIONAMENTO DELL'UNIONE EUROPEA, che contiene al suo interno LA CARTA DEI DIRITTI FONDAMENTALI DELL'UNIONE EUROPEA (pag. 389).
Il trattato, detto anche Trattato di Lisbona, è nato sulle ceneri della Carta Costituzionale Europea che non è stata ratificata in quanto nei due unici paesi (Francia e Paesi Bassi) dell'unione in cui è stata sottoposta a referendum popolare è stata bocciata e in conseguenza di ciò, non essendoci stata l'unanimità necessaria alla sua promulgazione, non ha visto la luce; in tutti gli altri paesi, compreso il nostro ovviamente, l'accettazione della carta era stata sottoposta solo ai voti delle camere di rappresentanza che l'avevano ratificata con apposita votazione.
Parte del contenuto di quella che doveva essere, appunto, la carta costituzionale europea è stato inserito nel Trattato sull' U.E, tra cui la Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea; il preambolo di quest'ultima recita questo:
"I popoli d'Europa, nel creare tra loro un'unione sempre più
stretta, hanno deciso di condividere un futuro di pace fondato su valori
comuni.
Consapevole del suo patrimonio spirituale e morale, l'Unione si
fonda sui valori indivisibili e universali della dignità umana, della libertà,
dell'uguaglianza e della solidarietà; essa si basa sul principio della
democrazia e sul principio dello Stato di diritto.
Pone la persona al centro
della sua azione istituendo la cittadinanza dell'Unione e creando uno spazio di
libertà, sicurezza e giustizia.
L'Unione contribuisce alla salvaguardia e allo
sviluppo di questi valori comuni nel rispetto della diversità delle culture e
delle tradizioni dei popoli d'Europa, nonché dell'identità nazionale degli
Stati membri e dell'ordinamento dei loro pubblici poteri a livello nazionale,
regionale e locale; essa si sforza di promuovere uno sviluppo equilibrato e
sostenibile e assicura la libera circolazione delle persone, dei servizi, delle
merci e dei capitali, nonché la libertà di stabilimento.
A tal fine è
necessario rafforzare la tutela dei diritti fondamentali, alla luce
dell'evoluzione della società, del progresso sociale e degli sviluppi
scientifici e tecnologici, rendendo tali diritti più visibili in una Carta.
La
presente Carta riafferma, nel rispetto delle competenze e dei compiti dell'Unione
e del principio di sussidiarietà, i diritti derivanti in particolare dalle
tradizioni costituzionali e dagli obblighi internazionali comuni agli Stati
membri, dalla Convenzione europea per la salvaguardia dei Diritti dell'Uomo e
delle Libertà fondamentali, dalle carte sociali adottate dall'Unione e dal
Consiglio d'Europa, nonché dalla giurisprudenza della Corte di giustizia
dell'Unione europea e da quella della Corte europea dei diritti dell'uomo.
In
tale contesto, la Carta sarà interpretata dai giudici dell'Unione e degli Stati
membri tenendo in debito conto le spiegazioni elaborate sotto l'autorità del
praesidium della Convenzione che ha redatto la Carta e aggiornate sotto la
responsabilità del praesidium della Convenzione europea.
Il godimento di questi
diritti fa sorgere responsabilità e doveri nei confronti degli altri come pure
della comunità umana e delle generazioni future. Pertanto, l'Unione riconosce i
diritti, le libertà e i principi enunciati in appresso".
Quante persone, non dico in europa, ma in Italia sono a conoscenza di questa Trattato, esclusi gli addetti ai lavori?
Quante persone sono a conoscenza che il Parlamento italiano aveva approvato la Carta Costituzionale Europea senza chiederne il parere ai cittadini?
Quante persone sono a conoscenza di come effettivamente funziona l'Unione Europea?
Quante persone sono a conoscenza di quali e quante materie ha competenza a legiferare esclusivamente l'Unione Europea?
Abbiamo accettato passivamente la cessione di sovranità di stato in alcune materie specifiche, che hanno, per forza di cose, riverberi sulla potere legislativo anche nelle materie che restano di esclusiva competenza di ogni singolo stato membro.
Progressivamente le facoltà di legiferare liberamente sono state erose e con l'entrata in circolazione della moneta unica ridotte all'osso nella materia economica, quella, forse, che più ha incidenza nella vita quotidiana di ognuno di noi.
Il Patto di stabilità ha prodotto, e produce, effetti collaterali sempre più difficoltosi da tenere sotto controllo, ovvero ha ridotto, anzi quasi azzerato, gli spazi di manovra per gli stati membri.
L'entrata in vigore della Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea ha sancito, a tutti gli effetti, la nascita di una Confederazione di Stati simile a quella degli Usa, con un potere legislativo centrale forte ed uno residuale di competenza dei singoli stati affiliati.
Tutto questo nell'assoluta indifferenza, per larghi tratti, della partecipazione popolare alla discussione su come, quando e sopratutto perché.
Frammentati e dispersi nelle corporazioni che affollano la partecipazione politica italiana, già di per se piuttosto scadente, la nostra incisività nelle scelte fondamentali sul nostro futuro è poco meno di nulla; a decidere, in effetti, sui destini di circa cinquecento milioni di persone sono da un punto di vista numerico 28 persone (i presidenti dei vari consigli europei), in pratica due, forse tre.
Occorre prenderne coscienza prima che sia troppo tardi (ammesso che già non lo sia); questo non è più procrastinabile.
In alternativa occorre smettere di lamentarsi. Come funziona l'Unione è stato scritto, è stato accettato, è stato ratificato ed è entrato in vigore.
Il resto sono chiacchiere, ammesso che si abbia ancora voglia di farle.
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