giovedì 11 febbraio 2016

di FRANCESCO TOTTI

Si fa un gran parlare oggi, ma mi sento di scrivere da sempre, di Francesco Totti, sopratutto in relazione al fatto che quest'anno, in pratica non ha mai giocato (credo 5 presenze in totale), anche per un infortunio muscolare.
Di lui si sa tutto credo, i record stabiliti parlano per lui: presenze con la stessa maglia da sempre, i goals realizzati, le vittorie (dicono poche ma nel suo palmares c'è un campionato del mondo, titolo che grandissimi calciatori non hanno ottenuto), i 4 secondi posto in campionato, la scarpa d'oro, e le migliaia di giocate che hanno illuminato i nostri occhi e fatto sospirare il nostro cuore, e altro ancora.
Di lui si sa tutto anche di come sia stato, ed è, impegnato nel sociale; ricordate, a titolo esemplificativo, quando comprò due macchinari per un ospedale in una ospitata a domenica in con Fabio Capello?
Ma non voglio scrivere di questo; ci sono  migliaia di pagine che lo fanno meglio sicuramente di me. Voglio invece dire di oggi, di come sta vivendo il suo lungo addio al calcio giocato.
Francesco Totti per primo sa che non è più quello di ieri; sa anche, però che ancora può dare, in un contesto più ridotto, molto; e lo vive come solo un campione lo sa vivere: accettandolo.
Sta tutta qua la sua immensa grandezza: ha sempre e comunque accettato ciò che le regole del calcio impongono, perché è sempre vissuto in questo mondo e lo conosce meglio di qualunque altro.
Ha dato tutto e tutto ha ricevuto: è un uomo ricco e questo lo deve alla Roma; è un simbolo della Città Eterna e questo lo deve a se stesso; è la Roma stessa e questo va condiviso con chi, nel tempo, ha avuto in mano le redini della società.
Parla poco, Francesco Totti, o meglio, i suoi silenzi parlano per lui; questo, per chi lo frequenta da tempo come noi tifosi viscerali della Roma, è il suo più grande pregio. Non servono le parole fra innamorati, basta uno sguardo; quando lo vedi in panca sereno e compenetrato del suo essere giocatore e tifoso della Roma non puoi non volergli bene a prescindere, come direbbe il grande ed insuperabile Totò.
Non serve un elogio per raccontare la sua grandezza, né titoli sui giornali; è sufficiente il sorriso che accende l'Olimpico quando si alza dalla panca forse per giocare, oppure no; al tifoso questo non interessa.
Lui è sempre là, in mezzo a quelle maglie giallo e rosse che cercano la vittoria; non importa dove sia fisicamente, quello che conta e che ci sia sempre e comunque.
Arriverà il giorno che dovrà dire basta; arriverà e tutti ne saremo consapevoli. Saremo tutti più tristi, ma più triste sarà che non avrà mai avuto la fortuna di vederlo giocare.
Siamo in attesa, sperando che sia sempre un giorno lontano, ma verrà: è nel destino dell'uomo e del calciatore.
Non sarà un addio, né un arrivederci; sarà solo il compimento del fato che ci ha voluto regalare qualcosa di cui avevamo solo sentito parlare e che invece abbiamo avuto la fortuna di vivere direttamente: una lunga ed incredibile storia d'amore.
Grazie Francesco Totti per quello che sei. E come direi alla persona cui ho voluto più bene nella mia vita: non cambiare mai.
Le parole dette e scritte evaporeranno nel vento del tempo; tu sei e resterai nel tempo, cosa che solo ai grandi è riuscita.
Gioca e vivi come sempre hai fatto: è per questo, Francesco, che la gente di Roma, e forse non solo, ti ama.


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