martedì 16 febbraio 2016

5 DOMANDE A: LA MALASTRADA



Come è nata La MALASTRADA?

La MaLaStraDa nasce dall'esigenza di trovare un nome ad un nuovo modo di esprimermi che comprendesse musica e testi, mi spiego meglio: ai tempi dell’audiolibro Prenestinity (2010) avevo la necessità di farmi riconoscere negli spettacoli di presentazione non solo come Andrea Caovini, autore dei testi, ma come il più complesso ensemble di persone che aveva partecipato alla creazione delle basi musicali ed alla loro esecuzione sia registrata che dal vivo. Essendo queste persone molto spesso diverse mi è piaciuto pensare inizialmente a la malastrada proprio come uno spazio da percorrere, una vera e propria strada sulla quale puoi passarci sopra, ma non necessariamente devi percorrerla per la vita, puoi anche solo passarci un minuto. Poi è nata la band più o meno stabile, ma sempre votata ad invitare a passeggiate estemporanee un gran numero di amici musicisti (come è accaduto per questo ultimo disco dove ci sono ben otto ospiti). Poi a dirla tutta La MaLaStraDa prende una assolutamente non velata ispirazione da La Cattiva Strada di De André/De Gregori, un luogo dove c’è amore un po’ per tutti e tutti quanti hanno un amore!

E' stato un parto doloroso l'album? Raccontateci un aneddoto ...

L’album è stato un bellissimo viaggio, durante il quale sono anche diventato padre (a proposito di parto), sinceramente molto lungo ma mai duro, sempre in compagnia delle persone giuste, sempre con al centro grosse storie di amicizia. Un aneddoto? Durante gli ascolti finali io e Luca Balsamo (il mio bassista e fonico) non ci dicevamo nulla e ci scambiavamo appunti sulle cose che dell’audio secondo ognuno erano da modificare, beh, ci scrivevamo puntualmente le stesse cose!

I testi, come mi aspettavo, sono molto profondi seppur, a tratti,  proiettano un senso di profonda malinconia; sono lo specchio di come avvertite oggi l'attuale socialità?

I testi toccano diversi argomenti che mi stanno a cuore, dai diritti civili al femminicidio, a temi più introspettivi come l’assenza e la vergogna. Io mi definisco un cinico per certi versi, o forse è meglio nichilista? Ma alla fine ognuno fa quel che può per non morire, ed occupa il tempo come può nell'attesa della morte. Io descrivo ciò che vedo intorno a me, proprio perché la prossima volta che lo vedo forse farà meno male.

"Niente da perdere escluso me" (una canzone sulla Pioggia) è un gran bel verso ... autobiografico?

Autobiografico quanto dedicato a chiunque voglia condividere le sue esperienze in modo “artistico”. A quelli che si mettono a nudo sapendo che se ne viene fuori qualcosa di bello ci guadagnano tutti, se invece va male c’hanno rimesso solo loro. Come dire: le belle canzoni sono patrimonio dell’umanità, come Imagine piuttosto che La marcia Turca di Mozart, quelle brutte sono solo di chi le ha scritte. Cosa ho da perdere a provarci?

I vostri programmi futuri?

Concerti concerti concerti, un video, concerti concerti concerti, un altro disco, concerti concerti concerti ...



"Tra la macchina e il portone" è  una gran bel lavoro, che merita la giusta attenzione. Nell'ascoltarlo si ha l'impressione di un amico che ti racconta la sua visione della vita, e tu sei lì a sentirlo rapito dalla sua arte oratoria e poetica che viene sciorinata dentro note che scivolano via in armonia con quello che ha da dire in una velata vena malinconica.
Mi piace, e l'ascolto ininterrottamente da qualche giorno. Ho il piacere di conoscere personalmente Andrea Caovini e Luca Balsamo, due ottime persone e due ottimi professionisti, che so che hanno messo tutto quello che sono capaci di fare in questo lavoro, assieme agli altri che hanno partecipato ai lavori; fanno musica da sempre e la sanno suonare.
Vale la pena comprarlo e ascoltarlo; vale la pena prestare attenzione ai testi, mai banali; vale la pena parlarne agli amici, non ne resteranno delusi.

PER ASCOLTARE ANTEPRIMA DEI BRANI:

https://andreacaovini.wordpress.com/2016/02/16/tre-brani-in-esclusiva-dal-nuovo-disco-de-la-malastrada/

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