Compenetrata e vinta dalla nostra presunta unicità nell'universo, o per lo meno nella Via Lattea (il nostro sistema solare non è nemmeno preso in considerazione riguardo ciò), la scienza cosi detta ufficiale del pianeta terra rifiuta la possibilità dell'esistenza di forme di vita intelligenti al di fuori della Terra.
In sostanza in uno spazio definito infinito da Einstain (pur per con quale dubbio in proposito, è celebre la sua frase "due cose sono infinite: l'Universo e la stupidità degli uomini, e sull'universo non sono poi così tanto sicuro") per una qualche oscura ragione le unica entità biologiche intelligenti, per quello che vuol dire, saremmo noi terrestri.
L'assunto che più sostiene questa tesi è che avremmo dovuto averne contezza a questo punto della nostra esistenza, ovvero un contatto avrebbe dovuto esserci stato o in procinto di esserci.
L'altro assunto che sostiene questa tesi è che le distanze fra le galassie, per quello che vuol dire, sono talmente elevate che rendono, di fatto, impossibile ogni possibile contatto in quanto non è ragionevole imbarcarsi in viaggi spaziali di così lunga durata partendo dal presupposto che la massima velocità percorribile nello spazio è quella della luce e che, quindi, pianeti distanti milioni anni luce fra loro non possono ricevere visite da chicchesia. Questa tesi non postula in assoluto l'unicità dell'esistenza della razza umana nell'universo ma la sostiene di fatto: siamo così distanti da tutto che comunque siamo soli.
Tralasciando tutta la letteratura che si occupa di UFO, nonché le tesi complottistiche al riguardo (da Roswell in poi), voglio soffermarmi su di una considerazione che si basa sulla storia dell'umanità.
Scopriamo continuamente siti archeologici di cui la scienza non riesce a dare una spiegazione su come siano stati costruiti né quando; stiamo continuamente retrodatando l'apparizione dell'homo sapiens per darne contezza partendo dal presupposto che siano stati gli abitanti primordiali del pianeta a costruirli.
Più la tecnologia affina la capacità di dare risposte sulla data di questi manufatti (la datazione al carbonio, elemento su cui si fonda la vita terrestre, non fornisce risposte adeguate al riguardo, primo perché ha bisogno di elementi che hanno avuto vita, in pratica scavando si cerca un residuo fossile che sia possibile datare in quanto non è possibile farlo con la pietra, secondo in quanto fornisce oscillazioni temporali che possono riguardare anche duemila anni), più si arretra sulle date che avrebbero scolpito la nostra esistenza.
Dinanzi, poi, a manufatti che apparentemente danno indicazioni su presunte visite aliene (Piramidi, Teotihuacan, la piana di Nazca e via dicendo), la scienza ufficiale si trincea dietro un muro invalicabile di risposte senza senso (a quale scopo popoli primitivi avrebbero tracciato linee visibili solo dall'alto in un posto in cui non esiste vento, ovvero con la certezza che esseri futuri avrebbero potute trovarle e capire quello che volevano far sapere?).
In contrapposizione a ciò si è affermata a vari livelli la Teoria degli Antichi Alieni, che, in poche parole, sostiene che ciò che abbiamo ereditato dal passato remoto non sono manufatti umani o che comunque sono stati creati in base a precise direttive di esseri superiori, assunti nelle forme primordiali della vita terrestre a dei.
Se imperniamo ciò ad un discorso razionale tutto questo ha molto più senso; può spiegare cose che non hanno spiegazione per i tempi in cui le consideriamo e sopratutto fornisce una base solida a ciò che con il tempo si è affermato come religione.
La macchina di Anticitera, a tutti gli effetti un computer in grado di fornire rotte alla navigazione basandosi sul sistema planetario, ritrovato al largo dell'isola greca di Anticitera e datato 150 a.c., è a tutto oggi il più efficace sostegno alla Teoria che sta pian piano sgretolando il muro omertoso della scienza ufficiale (con la NASA avamposto di eccellenza e unica detentrice di fatto di ciò che l'uomo sa al riguardo).
Siamo soli? Ne dubito? E' impossibile viaggiare per distanze siderali? Ne dubito. Quello che non siamo capaci di fare noi non è detto che non sia possibile per altre entità biologiche magari con miliardi di anni di evoluzione.
Einstain ha postulato la teoria della relatività da casa; non ha mai guardato lo spazio con strumenti ottici né vi ha messo mai piede (ciò, condividerete con me, è abbastanza sorprendente), tuttavia non solo ha fornito una lettura che ha cambiato totalmente il concetto umano di spazio inteso come luogo-non luogo, ma ha anche fornito la chiave di come in teoria questo non luogo sia deformabile ad uso di chi sa farlo.
Se tendiamo un lenzuolo ad altezza da terra e nel mezzo lasciamo cadere un peso gli estremi del lenzuolo tendono ad avvicinarsi fino a toccarsi; per percorrere il tragitto fra i due estremi del lenzuolo teso occorre un certo tempo, quando questi si toccano il tempo è zero.
Facendo lo stesso nel non luogo dello spazio per passare da un punto A ad un punto B non occorrerebbero più milioni di anni luce,ma un tempo quantificabile, appunto, a zero.
Come abbia fatto a dimostrarlo non lo so, ma conta che l'ha fatto. Come sia possibile passare dalla teoria alla pratica non lo so e forse un giorno ci arriveranno. Come abbia potuto teorizzare tutto ciò resta un mistero.
Che venisse anche lui da un altro pianeta ....
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