chiedimi perché. adesso.
in questo lurido momento, mentre
piangi lacrime di coccodrillo. che colano dalle tue pupille livide e
splendenti, luccicanti, bagnate. splendida e coriacea, colpevole, guilty.
rabbrividendo nella corrente endogena che spira vorticosa nella tua
spiritualità infranta delle tue regole autodeterminate, e, per questo, ancora
più cogenti. invalicabili. profondamente
realiste. almeno fino ad oggi.
chiedimi perché adesso.
mentre tiri su la sottana di seta nera
a ricoprire il tuo corpo esaltato ed
esultante fino ad un attimo fa. sedotto e vinto nell’orgia terapeutica sgorgata
d’incanto nel battere di ciglia che hanno serrato dolcemente occhi in
idolatrico abbandono.
chiedimi perché, adesso, in questo
lurido momento.
mentre ti siedi in fondo al letto e
cerchi d’innalzare di nuovo lo sguardo, perso nel fondo dei tuoi pensieri non
più incantati ma di nuovo alla ricerca della logica che comanda la tua ragione,
sempre bilanciata e tesa all’equilibrio universale, con moti e tempi scanditi
da regole divine, verso di noi.
chiedimi perché.
mentre le lacrime
versate hanno reso arida la fonte da dove provengono; e asciughi quelle che
ancora rigano il tuo viso con il dorso della tua mano, gentile quando la
stringo.
chiedimi perché.
ma non ti risponderò.
coagulerò i nostri sentimenti così
diversi in questo momento. è questo quello che farò; e li assorbirò,
centrifugandoli, per farne colare fuori uno unico. indivisibile. fruttato. dionisiaco.
un frullato che berremmo assieme. tutti e tre. come una pozione. come
un’emozione. come una visione. come una perversione.
si, è questo quello che farò.
ma non ti risponderò.
tu, però, chiedimi perché.
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