skip to main |
skip to sidebar
SPIRITUALITA' E TRASCENDENZA - di Simona Rosatelli
Ricevo e pubblico con piacere il pensiero di Simona Rosatelli sul questo tema.
L’argomento mi
risulta interessante in quanto ormai da qualche anno sento con certezza di aver trovato la risposta alle mie
domande.
Io che sin da bambina sono cresciuta in scuole religiose, abituata a
pensare che fosse giusto santificare le feste e recarsi in Chiesa con assiduità
e costanza ad oggi sono tutt’altro che praticante. Il fatto è che negli anni mi
sono resa conto che la spiritualità e la fede non vadano di pari passo.
Ci sono
persone che si professano spirituali ma che non hanno fede e nel momento in cui
gli accade una disgrazia si chiedono :”ma perché mi è accaduto questo? Cosa ho
fatto di male?” .
Ecco che si figurano l’immagine di un Dio castigatore e
incrementano le preghiere, ma poi quando la tragedia avanza la fede vacilla e
cominciano a pensare che forse quel Dio in cui hanno creduto fino a quel
momento non esista: “Perché non mi ascolti Signore?”.
Poi ho incontrato persone
con un diverso credo o dichiaratamente
agnostici che racchiudevano in se la massima espressione di fede. Gente che sapeva sorridere di fronte ai cataclismi della vita e che
sapeva soprattutto trasmettere sorrisi e gioia ad altri.
Ecco credo che la spiritualità sia un fatto
intimo e la fede un dono. Come
ha avuto modo di spiegare molto bene anche Antonio Zichichi nel suo libro
“Tra fede e scienza”, sarebbe presuntuoso
pensare di essere soli al mondo e questo
sembrerebbe secondo la religione
cattolico cristiana un pensiero eretico, purtuttavia appare evidente anche
all’eccellente scienziato che sia alquanto difficile credere che l’intero
universo e l’uomo stesso siano stati
generati dal caso. Il nostro mondo per quanto imperfetto è ben
ordinato e questo sembrerebbe entrare in contrasto con la teoria darwiniana. Questa è un’
intuizione da me condivisa con Antonio Zichichi.
La spiritualità e la trascendenza di fatto
visti sotto questa ottica fanno parte dell’uomo perché l’idea stessa di un Dio
(in quanto ordinato e perfetto) è di per se’ parte dell’uomo stesso.
Dunque, forte di queste convinzioni, credo ci sia un unico Dio responsabile della creazione
umana e di tutto il resto, perché ammettere che ci siano più divinità
significherebbe credere al caos che abbiamo già escluso a priori, quello che
però mi interessa precisare è che ognuno sia libero di chiamare il proprio Dio
come vuole e che non vi sia necessità di pregare in un luogo prestabilito perché concordo (e lo sento fortemente in me)
su quanto si afferma nella Bibbia e cioè che ci si possa chiudere nella propria
stanza per pregare perché anche là è Dio. Dio è in noi e noi siamo in Dio!
Ecco il punto d’incontro tra spiritualità e
trascendenza sta nell’uomo stesso.
Nessun commento:
Posta un commento