lunedì 20 giugno 2016

SPIRITUALITA' E TRASCENDENZA - di Simona Rosatelli

Ricevo e pubblico con piacere il pensiero di Simona Rosatelli sul questo tema. 

L’argomento mi risulta interessante in quanto ormai da qualche anno sento con  certezza di aver trovato la risposta alle mie domande.

Io che sin da bambina sono cresciuta in scuole religiose, abituata a pensare che fosse giusto santificare le feste e recarsi in Chiesa con assiduità e costanza ad oggi sono tutt’altro che praticante. Il fatto è che negli anni mi sono resa conto che la spiritualità e la fede non vadano di pari passo. 

Ci sono persone che si professano spirituali ma che non hanno fede e nel momento in cui gli accade una disgrazia si chiedono :”ma perché mi è accaduto questo? Cosa ho fatto di male?” .  

Ecco che  si figurano l’immagine di un Dio castigatore e incrementano le preghiere, ma poi quando la tragedia avanza la fede vacilla e cominciano a pensare che forse quel Dio in cui hanno creduto fino a quel momento non esista: “Perché non mi ascolti Signore?”. 

Poi ho incontrato persone con un diverso  credo o dichiaratamente agnostici che racchiudevano in se la massima espressione di fede. Gente che sapeva sorridere  di fronte ai cataclismi della vita e che sapeva soprattutto trasmettere sorrisi e gioia ad altri.                                                                           

 Ecco credo che la spiritualità sia un fatto intimo e la fede un dono.  Come ha avuto modo di spiegare molto bene anche Antonio Zichichi nel suo libro “Tra  fede e scienza”, sarebbe presuntuoso pensare di essere soli al mondo  e questo sembrerebbe secondo  la religione cattolico cristiana un pensiero eretico, purtuttavia appare evidente anche all’eccellente scienziato che sia alquanto difficile credere che l’intero universo e l’uomo stesso siano  stati generati dal caso.  Il nostro mondo per quanto imperfetto è ben ordinato e questo sembrerebbe entrare in contrasto con la teoria darwiniana. Questa è un’ intuizione da me condivisa con Antonio Zichichi.   

 La spiritualità e la trascendenza di fatto visti sotto questa ottica fanno parte dell’uomo perché l’idea stessa di un Dio (in quanto ordinato e perfetto) è di per se’ parte dell’uomo stesso.     

Dunque,  forte di queste convinzioni, credo  ci sia un unico Dio responsabile della creazione umana e di tutto il resto, perché ammettere che ci siano più divinità significherebbe credere al caos che abbiamo già escluso a priori, quello che però mi interessa precisare è che ognuno sia libero di chiamare il proprio Dio come vuole e che non vi sia necessità di  pregare in un luogo prestabilito  perché concordo (e lo sento fortemente in me) su quanto si afferma nella Bibbia e cioè che ci si possa chiudere nella propria stanza per pregare perché anche là è Dio. Dio è in noi e noi siamo in Dio!

Ecco  il punto d’incontro tra spiritualità e trascendenza  sta nell’uomo stesso. 

Nessun commento: