mercoledì 8 giugno 2016

L'ONDA EMOTIVA DELL'INDIGNAZIONE RELOADED

Michela Baldo è stata trovata morta nella sua cucina assieme al fidanzato, il quale dopo averle sparato si è tolto la vita; il tutto è successo a Spilimbergo, un piccolo paese in Provincia di Pordenone, profondo e chiuso nord-est italiano.
Nessun clamore. Nessuna onda emotiva di indignazione, che aveva invece accompagnato appena qualche giorno fa l'orrenda fine di Sara Di Pietroantonio, uccisa e data alla fiamme a Roma, capitale d'Italia; Michela aveva 29 anni, Sara 22. Entrambe avevano sogni ed aspettative dalla loro vita. Entrambe sono state uccise da una persona di cui si erano fidate e cui avevano concesso il privilegio di dividere parte della loro esistenza assieme.
Dov'è la differenza?
Spilimbergo è un minuto comune friulano, conosciuto probabilmente, oltre che dai residenti, da chi vi ha fatto il militare quando ancora la naja esisteva; il che l'ho fatto a Palmanova del Friuli infatti lo conosco. 
Non è mai sulle pagine dei giornali, i friulani sono gente schiva, vivono fuori dai clamori della cronaca; io ho letto la notizia su Dagospia, ma è stata riportata solo per dovere di cronaca credo.
Come purtroppo ho scritto nel post su Sara dal medesimo titolo, passata l'indignazione si torna alla routine quotidiana e si aspetta un nuova onda per accodarsi e sistemare parte della propria coscienza. Eppure anche Michela era una donna. Anche Michela è stata vittima della medesima follia che ha subito Sara. Anche Michela è stata uccisa dal suo ex fidanzato.
Qualcosa non mi torna, ma non mi lascia stupito. Per lei non scorreranno fiumi di parole e domani i fogli di giornale che hanno riportato il fatto parleranno d'altro. Poi, succederà di nuovo. A Milano, fra i due episodi ne è successo un altro, una donna è stata trovata impiccata in un parco, la sola differenza è che ancora non è chiaro se si sia suicidata o sia stata uccisa, anche se la ricostruzione  dei fatti propenderebbe a dar credito alla seconda ipotesi.
Questa follia sembra non avere termine. Michela e Sara continueranno a morire per mano di squilibrati che credevano di poter amare. Che nulla possiamo in proposito purtroppo è un dato di fatto ineludibile. Che questo riguardi comunque la nostra cultura anche è ineludibile. Che alcuni crimini abbiano una presa maggiore di altri sull'immaginario collettivo è altrettanto ineludibile.
Resta un senso di vuoto. Un terribile ed angosciante senso di vuoto. Nell'anno di grazia duemilasedici, nell'era della comunicazione globale in tempo reale che mostra ripetutamente crimini e la conseguente disapprovazione sociale, ci sono ancora persone che perdendo quello che credevano erroneamente gli appartenesse decidono di fare quello che non dovrebbe nemmeno sfiorare come idea un essere biologico razionale come l'uomo.
Dovremmo forse meglio riflettere sulla causa-effetto che può produrre un sistema globale in cui l'enorme quantità di notizie che circolano incontrollate possano creare situazioni virali sia di emulazione sia di un retaggio di senso dell'onore che credevamo sepolto abolendo una norma penale che lo barbaramente giustificava.

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