giovedì 23 giugno 2016

RAGGI DI SOLE

Dopo fiumi di parole, analisi politiche più o meno professionali e imparziali, alla fine la Città Eterna ha il suo nuovo sindaco, per la prima volta appartenente al gentil sesso. Seppur in una continua emorragia di persone che si recano alle urne, comunque la maggioranza di chi è andato ha fatto la sua scelta. Cosa io  penso di questa carica  istituzionale l'ho espresso nel mio post "la retorica del sindaco", ma siccome il nostro ordinamento la prevede è giusto che questa venga assegnata.
Non esistendo un percorso formativo che crei adeguati profili per il conferimento di questa carica, quello in cui occorre sperare è che la persona eletta abbia ragionevole buon senso per operare per il bene comune, al di là di ogni convincimento o ideologia personale.
Il concetto risalente all'epoca romana di "bonus pater familias" (buon padre di famiglia), modello di uomo libero e fornito di "sui iuris", ovvero di capacità adeguate e consapevole della propria posizione e delle proprie azioni, resta il principio cui dovrebbero attenersi le persone che ricevono l'onore e l'onere di una carica istituzionale; a questo dovrebbero anche aggiungersi una diligenza specifica riguardo all'attività che si va ad esercitare e una rettitudine morale di alto profilo.
Ho avuto anche modo di approfondire in un altro post il discorso relativo alla "ragion di stato", sia dal punto di vista delle necessità della riservatezza della stessa nonché delle necessità di operare in determinati ruoli su di un labile confine tra lecito ed illecito (ovviamente non nel senso di appropriarsi indiscriminatamente della cosa pubblica).
Quello che credo deve essere chiaro è che l'onestà e la rettitudine morale in senso lato non rappresentano le uniche qualità, senz'altro occorrenti e acclarate, su cui fare affidamento nel momento in cui si decide di affidare una carica istituzionale ad un libero cittadino che si è proposto in tal senso.
La complessità di una città come Roma (o Milano, Torino o Londra,  non cambia nulla) presuppone che chi la guida abbia molte altre qualità oltre a quelle sopra declinate; prendere decisioni, seppur limitate dalla legge che regola l'istituto, resta comunque un compito gravoso che necessita di una grande lucidità mentale e capacità di avere lungimiranza in tal senso; molte delle scelte che vengono operate avranno ripercussioni negli anni a venire e potrebbero causare derive incontrollabile se non attentamente ponderate; potremmo citare in proposito una moltitudine di casi.
E' anche vero che il voto è anche una espressione di fiducia "a prescindere" e che il giudizio deve essere necessariamente espresso alla fine del mandato istituzionale, e che l'esperienza non è sempre un fattore determinante per avere successo in quello che ci si propone di fare; ci sono persone che riescono in quello che altri non possono nemmeno immaginare di fare.
Rompere schemi inalterati da anni è comunque positivo e l'elezione del nuovo sindaco di Roma potrebbe rappresentare quel cambiamento di cui questo Paese ha grande necessità.
Nessuno di noi ha super poteri credo, e sarebbe anche ingiusto avere aspettative impossibili oggi; i cambiamenti sociali sono lenti ed hanno bisogno di essere metabolizzati.
Quello che è necessario è che chi è stato eletto possa lavorare in un clima di serenità, che le permetta di prendere confidenza con il suo ruolo e crescere con il passare dei giorni che dedica al lavoro.
In una socialità che trangugia tutto in poco tempo questo potrebbe essere considerato un lusso, ma fare prima non equivale a fare bene e se riconsideriamo il fatto che concedere un tempo adeguato possa rappresentare un valore aggiunto forse una nuova era potrebbe aprirsi dinnanzi a noi.
Buon lavoro.



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