lunedì 20 novembre 2017

ANA - APPUNTI SUL MIO DIARIO


(SERIE ANA - EPISODIO NOVE)
           

Tutto sembra muoversi e restare fermo nello stesso tempo con Ana; è una considerazione banale, me ne rendo conto, ma per quanto mi sforzi non riesco a farne una migliore ora. Gli accadimenti della vita vanno accettati per come vengono, cercare di modificarli forzando le situazioni mi è sempre apparso un inutile quanto vanitoso sforzo; ognuno di noi su questa terra deve compiere un suo percorso prestabilito, e quando le strade da percorrere non sono più parallele non resta che prenderne atto.
Certo, per quanto mi riguarda mi rode il culo, ma sinceramente tutto ciò è anche abbastanza divertente: la vedo una volta ogni tanto e ogni tanto ci facciamo delle magnifiche scopate; quello che resta è buono per riempire le mie giornate vuote o le depressioni post notti alcoliche.
Provare un sentimento per qualcuno resta a volte una necessità non sempre procrastinabile all'infinito, anche a costo di soffrirne; può essere sufficiente del resto anche solo idealizzarlo, facendo finta di aver incontrato la donna che hai sempre desiderato, per perdersi nel fuoco fatuo della magnificenza di quello che potrebbe essere. Adularsi nella sontuosità di un rapporto ineguagliabile, perdersi nell'estasi catatonica del tutto per lei: si penso che l'amo, ma poi, nella realtà dei fatti, me ne dimentico spesso. Poi mi ritorna in mente, ma subito dopo torno a sentirmi solo; poi sto bene con lei, poi che cazzo dai, poi quell'insieme di cose che non si riescono mai a spiegare, poi che cazzo si crede di essere, e poi, e poi, e poi ... Credere sempre di avere un'altra possibilità, questo è realmente importante; se per sopravvivere agli tsunami che ciclicamente scuotono la tua anima già irrequieta di suo ti aggrappi al primo legno che trovi sparso nell'oceano del tuo piccolo mondo, beh è umano, no? Ora intanto per me è importante, quindi devo cercare di tenerla vicino, quando finirà e avrò bisogno di un'altro legno per tenermi a galla il fato me lo farà avvistare fra le onde alte e fredde; quello che conta è non lasciarmi annegare.
Un'altra possibilità, sempre e comunque, fino al giorno che  il mio culo brucerà all'inferno, pur se anche là potrei avere la mia possibilità; questo non devo dimenticarlo mai.
...

Ana è depressa, vuole stare sola, quando la sento al telefono è intrattabile, penso che live sarebbe anche più virulenta, infettiva se mai ciò fosse possibile. Mi racconta di essere insoddisfatta, di non piacersi più; un altro giorno mi dice che forse parte, un altro ancora che forse ha bisogno di una relazione stabile con. Ieri mi ha propinato la storiella che forse si isola troppo, che forse dovrebbe cambiare; sembra che quando mi parla dia voce ai miei pensieri piuttosto che ai suoi. Forse siamo troppo simili, per questo non può funzionare: lei sembra la versione femminile di me, e questa cosa mi destabilizza in un modo che non riesco nemmeno a descrivere, anzi a volte sinceramente mi terrorizza.
...

Oggi mi ha chiamato per dirmi che ha conosciuto un tipo e che lo sta frequentando da qualche tempo. Volevo dirgli "pensi che non lo sapevo?", ma me ne sono astenuto, la conversazione sarebbe divenuta gargantuesca, impossibile da gestire telefonicamente, se non altro per i costi dei nostri rispettivi gestori telefonici. Mi ha raccontato di lui, ma questa parte voglio subito dimenticarla, quindi non me la scrivo, sperando che quando rileggerò questa pagina non ne avrò il minimo ricordo. Mi ha anche detto che vorrebbe vedermi, per parlarmene; io gli ho risposto che in questo momento la mia agenda è molto fitta (chissà perché ho usato questa frase così formale, mah ...), ed ho chiuso la telefonata assicurandogli che troverò un paio d'ore per vederci; lei mi ha salutato facendomi le fusa e dicendomi di volermi bene, per quello che vuol dire a questo punto della nostra storia.
Ora sono qua che rimugino indisturbato sugli ultimi accadimenti della mia vita, cercando di rimescolare le carte predittive del mio futuro, appeso alla sottile speranza di lasciarmi alle spalle le scorie radioattive di questo ultimo periodo, né felice né infelice: transitorio, ripetitivo, noioso ed evanescente.
I will survive ...
           


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