venerdì 30 dicembre 2011

The Prime Minister in Berlin

In generale non mi occupo di cose politiche, in quanto c'è già troppo gente che lo fa (e secondo me  la maggior parte alquanto a sproposito...), però questa cosa voglio dirla, perché mi fa veramente ridere e allo stesso tempo riflettere sull'identità nazionale italiana (che non è mai stata abbastanza sviluppata ma che ora sembra davvero ai minimi storici).
Ieri il Dott. Monti in una conferenza nella quale avrebbe dovuto parlare delle proposte governative per garantire sviluppo (e quindi occupazione e quindi circolazione di moneta da tradurre in consumo), non solo è riuscito nella mirabolante impresa di non dire nulla di concreto (solo parole vuote nel senso che non ha illustrato nessun programma di realizzazione dei concetti presentati alla stampa), ma ha anche, e soprattutto, detto che:
  • l'opinione pubblica tedesca segue con partecipazione gli eventi italiani
  • l'Italia deve meritare la stima della Germania giorno dopo giorno
Poi ha citato quanto riportato su di lui dal quotidiano tedesco Sueddeutsche Zeitung, ovvero che "Monti è il genero ideale, parla poco, veste serio e non banale, non è rumoroso..."

Ora, pur in questa bella giornata di fine dicembre, con uno splendido sole che ammicca alla primavera, non mi torna dietro un completo senso di beatitudine perché non capisco, ovvero capisco benissimo, perché l'opinione pubblica tedesca segua con tanta passione le vicende italiane; come se fossero una soap opera? un dramma a puntate? o forse perché ora ci ritengono (ovvero siamo) una loro colonia?
Ed inoltre, in quale maniera l'Italia deve meritare la stima della Germania? Mettendosi prona ai voleri tedeschi? e poi, perché solo di loro e della Francia no? e della Spagna no? e della Grecia no? e della... l'Italia è uno dei 6 (SEI) paesi fondatori dell'Europa e dalla Germania e verso la stessa non deve avere e/o dare nulla che non sia il dovuto rispetto che è fondamentale nel diritto internazionale ed a maggior ragione in una zona di libero scambio come l'attuale UE e di Paesi uniti anche  dalla moneta unica.
L'italia non ha bisogno della stima dei tedeschi (grande nazione che però ha scatenato le più grandi guerre viste sul pianeta terra), ma degli italiani, ovvero di se stessa.
Capisco che il Dott. Monti è lì perché lo ha voluto l'Angela nazionale tedesca, ma deve ricordarsi che non è il Premier di Berlino, è il capo del governo italiano (seppur, appunto, divenuto tale con un mini colpo di stato a fatto a colpi di Bot e Spread),e come tale potrebbe, dovrebbe, fare a meno dell'approvazione più o meno tacita della capitale tedesca su ogni cosa che fa, e, tanto meno, sentirsi obbligato a ringraziarla ogni volta che può...
in alternativa a ciò, altrimenti, farebbe bene a presentarsi in qualche lista tedesca e candidarsi alle prossime elezioni in germania (lì non permetterebbero che qualcuno assurga a capo di stato senza libere elezioni...); potrebbe usare come spot elettorale  la sua conduzione della colonia italiana e la definizione di genero ideale tedesco, al quale aggiungerei, se fossi in lui, la capacità di tradurre pratica ciò che gli viene ordinato...

Buon anno a tutti...


giovedì 22 dicembre 2011

RomAExhibit / Art and Exhibition in Rome

Dal 15 dicembre scorso è on-line il Portale Romaexhibition.it, un progetto che per la prima volta in Italia sistemizza le risorse espositive della città "con l'obiettivo di renderle più facilmente fruibili e di garantire un offerta di mostre sempre più alta durante l'intero arco dell'anno..." Un coordinamento, quindi, delle attività culturali negli infiniti spazi espositivi di Roma per un "offerta espositiva che sia varia, qualitativamente elevata e omogenea e di stabilire un programma senza sovrapposizioni di contenuti e date di inaugurazione". Fra gli Enti promotori l'Assessorato alle Politiche culturali e Centro Storico di Roma Capitale, il MIBAC (ministero dei beni culturali) e la Fondazione MAXXI. Sul portale é possibile effettuare ricerche per tipologia di mostra, per spazio espositivo e per data inizio/data fine, ed inoltre è a disposizione una mappa per orientarsi nella ricerca. È, senza ombra di dubbio, un'ottima iniziativa, sia nell'idea di avere un mezzo in rete che semplifica l'accesso all'informazione culturale di Roma, sia nell'idea dell'istituzione di un sistema di identità unitaria (coinvolge 18 Enti culturali Pubblici e Privati di Roma). Una migliore accessibilità ed una migliore fruibilità per gli utenti dovrebbero essere assicurate da questo Progetto, che sicuramente avrà modo di autovalutarsi e migliorare i processi iniziali individuati per la partenza. WWW.Romaexhibition.it

sabato 17 dicembre 2011

RAZZA ALIENA

...E Dio creò l'uomo...a sua immagine e somiglianza...
è possibile, oggi, procreare restando vergini? Certo, con l'inseminazione artificiale...inserendo nella vagina sperma conservato in vitreo, congelato e pronto all'uso. Sarebbe, nel mondo contemporaneo, considerato un miracolo? Ne dubito...fortemente...o forse, meglio, è considerato un miracolo, si, ma della scienza. Ammettiamo, solo per un momento, che alla Vergine Maria sia successa la stessa cosa...ovvero che antichi visitatori dello spazio abbiano fatto quello che oggi riteniamo una conquista dell'umanità. Inseminare artificialmente un corpo di donna per farla procreare...A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA...
Manipolazione genetica...razza superiore... Ci siamo mai VERAMENTE chiesti come l'uomo sia uscito dallo stato di minorità in cui si trovava (HOMO SAPIENS) ed abbia iniziato non solo a parlare (una cosa enorme...) ma anche a scrivere (cosa ancora più enorme...)... se è vero, come dice l'archeologia, che uomini delle caverne hanno generato quello che oggi è l'umanità, tutto questo come è stato possibile? La teoria evoluzionista di Darwin ha sempre meno credibilità e si sta retrodatando la nascita delle civiltà primitive. Sono state scoperte intere città in fondali marini, sepolte da quella che nella storia del tempo del pianeta terra è definita come l'ERA GLACIALE. E se i popoli antichi interagivano con i propri DEI (scritti storici confermano questo, tra cui quello su cui l'uomo ha creato tutto il suo divino, ovvero la BIBBIA), non è possibile che questi venissero dallo spazio? D'altronde sono sempre citati come PROVENIENTI DAL CIELO; e noi, poveri mortali oggi non consideriamo tali gli extraterrestri?
Un progetto a lungo termine, frutto della manipolazione del DNA, che ha permesso ad animali eretti di diventare RAZZA UMANA, sapiente e senziente, destinata ad un futuro migliore su di uno splendido pianeta. Non dicono forse questo le tavole dei SUMERI (primo popolo umano in assoluto vivente nell'IRAQ attuale ad inventare (?) la scrittura) parlando dei loro DEi, gli ANOUCHI, provenienti dal dodicesimo pianeta?
E' una possibilità, e tale dobbiamo considerla. Se crediamo in Dio (come ci credo io) non possiamo non credere anche a questo.
Antichi Alieni...progenitori della razza umana...A LORO IMMAGINE E SOMIGLIANZA...frutto di un qualcosa che solo nel mondo odierno stiamo, lentamente, riuscendo a comprendere.

IO SONO IL TUO DIO
NON AVRAI ALTRO DIO ALL'INFUORI DI ME
ONORA TUO PADRE E TUA MADRE...

meditate, gente, meditate...

sabato 3 dicembre 2011

L'odore della notte

Notte.
Voci dalla strada s'infrangono come minute onde lacustri
sulla riva silenziosa di casa mia
fondendosi nella melodia che diviene nenia
dolce, una volta
ora insopportabilmente odiosa.
Buio.
Solo, nel letto, ritma il mio respiro, come un basso che lentamente muore lanciando l'assolo  acustico di struggenti note rock
e mi viene da tendere una mano, in cerca di un conforto, segno, presenza.
Vuoto.
e solo il ricordo di un profumo di donna mi da sollievo a volte, mentre inzio a fluttuare nella mia deriva onironautica...
che luce del giorno materializzi qualcuno che ora non c'è...

lunedì 28 novembre 2011

Cèzanne, Palazzo Reale, Milano

Ero a Milano il 17 novembre scorso e ne ho aprofittato per andare a Palazzo Reale, di fianco al Duomo, per andare a vedere la mostra , per la prima volta in questa città sull'autore, curata da Rudy Chiappini con la collaborazione di Denis Coutagne.
Sono esposte 40 opere del maestro francese provenienti da diversi musei internazionali.
Non amo particolarmente Cèzanne, ma ogni occasione è buona per alimentare la mia sete "pittorica" e così sono riuscito a trovare il tempo, fra riunioni ed altro, di infilarmi, appunto, a Palazzo Reale, e godermi l'arte del francese.

"Ho giurato a me stesso di morire dipingendo..."

La frase collocata alla fine del percorso espositivo esplica inequivocabilmente quale passione, ferocia e determinanazione Cèzanne abbia messo nel proprio lavoro (suo padre voleva farne un banchiere sembra...); ed è possibile vederla questa sua volontà nelle tele esposte in ordine di sviluppo, se così si può dire, della sua tecnica e originalità, che ne hanno fatto un cardine per le strade che la pittura imboccherà dopo di lui.
Le quattro stagioni all'entrata sono foriere di un messaggio di imbarazzante semplicità nel suo esordio come pittore, autodidatta...poi il percorso si snocciola in realizzazioni di forme indefinite, con forti colori tendenti ad una confusione "astratta" (paesaggio con oratorio - viadotto e l'estaque per dirne due).
Poi si arriva alle due rappresentazioni del grande pino e terre rosse,



delle quali quella provenienente dall'Hermitage di San Pietroburgo rapisce e incanta..

"Dipingere dal vero non significa copiare la natura ma realizzare sensazioni..."

e questa altra frase del Maestro trova la sua verità, secondo il mio modesto parere, nel bosco incantato della roccia rossa,



opera sublime ed inarrivabile, dove l'occhio è rapito dalla magia della creazione, facendosi trasportare all'interno, in una sublimazione spettatore/opera che rare volte mi è capitato avvertire... una forte emotività direi esoterica, alquanto trascendente, un qualcosa che è di più ma del quale non riesco a trovare le parole per descriverlo efficacemente....


"...non modellare, ma "modulare", complessa operazioni di sintesi delle emozioni..."

Sebbene il modulare di Cèzanne anziché il modellare sia un concetto ancora sfuggente, la sua complessa sintesi delle emozioni esplode chiaramente nell'opera il giardiniere vallier,



un opera meravigliosa e densa, un'oasi di pace e silenzio attraverso la quale il tempo si ferma, entrando in una dimensione metafisica che ti fa perdere il contatto con la realtà...

fino al 26 febbraio 2011 a Palazzo Reale, Milano
magari siete di passaggio...ne vale la pena...

mercoledì 23 novembre 2011

....parole, e non solo, per Lei...

... Mentre passeggio davanti al Dome, un poco più tardi, vedo una faccia pallida, pesante - occhi spiritati - e l'abitino di velluto che ho sempre adorato, perché sotto il velluto morbido c'erano sempre i suoi seni caldi, le gambe di marmo, fresche, salde, muscolose. Si leva da un mare di facce e mi abbraccia, mi abbraccia con passione; mille occhi, nasi, dita, gambe, bottiglie, finestre, borse, piatti, tutti ci fissano e noi uno nelle braccia dell'altro, dimentichi.
Mi siedo accanto a lei ed ella parla, un fiume di parole. Frenetici vaneggiamenti di isteria, perversione, lebbra. Non sento una parola, perché lei è bella e io l'amo e ora sono felice e sarei pronto a morire. ...

Henry Miller, Tropico del Capricorno, 1935

mercoledì 16 novembre 2011

...prigioniero...

...l'agognata e sospirata libertà può trasformarsi in un boomerang, che tornando dietro ti picchia in testa lasciandoti in terra svenuto. Libero, libero, libero, nel senso più lato del termine, nel suo senso assoluto, puro, cristallino; l'abuso sfrenato della condizione di "sentirsi"libero elevata all'ennesima potenza come condizione sine qua no della propria vita. O così o niente. una condizione estrema, da ultimo posto sul pianeta terra nel quale vivere, un polo sud nel quale la necessità non è vivere ma sopravvivere.
Così la libertà giorno dopo giorno assume contorni diversi dal suo significato originale. Essere liberi e sentirsi liberi ti accorgi che sono due cose completamente diverse, divergenti, opposte, rifrangenti.
Nella sua assolutezza la magnifica idea di essere il Luigi XIV del tuo impero minimalista via via scema, riducendosi piano piano ad assuefazione da anfetamina che porta dopamina a cellule corrose dal tarlo della "rota".
La verità diviene così un limite da bypassare continuamente in uno standby permanente: l'illusione. Di poter metabolizzare ed espellere successivamente ogni fremito del cuore e dell'anima.
Libero, ma prigioniero; prigioniero della mia libertà. Fittizia, artificiale,costosa, mutevole, inorganica, eterea...
Libero e prigioniero nel medesimo folle momento...ma non "sentirmi" libero mai...
Prigioniero, si prigioniero della mia libertà...
.

mercoledì 5 ottobre 2011

body of worlds ... Gunther von Hagens'

E' arrivata anche a Roma la mostra (?) dei record, ovvero i corpi plastinati di Gunther von Hegens, 66 anni tedesco, chiamato anche Dottor Morte. In soldoni si tratta di persone decedute che hanno lasciato il loro corpo a Gunther e da  lui  plastinate (è un processo di mummificazione basato sul silicone) e variamente "lavorate", ovvero aperte, squartate, riassemblate, espiantate degli organi e così via....


Secondo lo scopo del lavoro, ovvero mostrare l'anatomia umana nella sua cruda e affascinante realtà, i plastinati vengono poi esibiti in varie pose, così da evidenziare, ad esempio, la distenzione dei muscoli lombari in attività, oppure come funziona l'articolazione delle dita delle mani e così via...
L'aspetto interessante è sicuramente quello didattico (sono in mostra (?) anche più di 200 organi del nostro corpo...), ed ha il suo effetto da questo punto di vista. Poter vedere come nella realtà siamo fatti (è vero che oggi grazie alle tecniche raggiunte è possibile una visione virtuale riprodotta molto vicina alla realtà), è sicuramente un evento  irrepetibile (almeno sino ad oggi...in futuro chissà...sembra che ad oggi circa sedicimila persone hanno già lasciato il loro corpo per subire questo processo di mummificazione...) ed eccitante nello stesso tempo, seppur apparentemente macabro.
Il percorso allestito alle Officine Farneto (dietro alla Farnesina) a Roma è asfissiante e diviene nel suo svolgersi sempre più silenzioso. L'inizio non è scioccante (seppur entrando si vede la forma di quello che era un corpo delineata solo dalle vene che gli sono state lasciate...) ma la visione diviene via via sempre più introspettiva e affoga in un mare di domande che nascono nella visione dei corpi.
20.000.000 di visitatori nel mondo sono un record (per incassi vicini ai 200.000.000 di dollari) e rappresentano comunque un fenomeno sociologico da indagare. Siamo lontani, lontanissimi da quella che possiamo definire "arte" pur nelle sue forme più estreme (esempio le famose e famigerate "performance" sul proprio corpo o altrui di sedicenti artisti), ma di sicuro è un qualcosa che stuzzica appettiti vari e che porta comunque ad un ritorno, anche se di rifiuto.
Mi ha colpito profondamente questo allestimento di persone mummificate ed esposte; mi ha colpito il corpo umano nel suo insieme (certe esplosioni lo fanno divenire enorme e sembra incocepibile che tutto sia racchiuso in un così esiguo spazio) e mi ha affascinato ancor più di quanto già non lo avesse fatto nella mia vita. Una macchina perfetta, concepita divinamente, straordinariamente efficace, che noi, con i nostri vizi, a volte distruggiamo.
Fino al 12 febbraio è visibile in Via dei Monti della Farnesina, Officine Farneto appunto, raggiungibile con la linee bus 32 e 271.
Detto questo, che aspettate?  

martedì 30 agosto 2011

MISSING DISSIDENT: LAW AND ORDER ...

(vedi anche post 12/dic archivio 2010  "Una carta, una cella, una sedia vuota ed un nobel)
Visto che la Cina (CHINA) sta largamente usando dallo scorso anno come sistema di repressione quello di far scomparire (letteralmente) i dissindenti al REGIME, il Governo (il Partito) vorrebbe (vuole) emendare il Codice Penale alla voce "arresti domiciliari" con l'Istituto della "RESIDENZA SORVEGLIATA", ovvero una variante della stessa che permetterebbe alla Polizia (al Partito e al Governo) di detenere per sei mesi i sospetti in una località di sua scelta senza avere l'obbligo di avvertire le famiglie.
Anche a seguito delle cosidette " primavere arabe" (i moti nordafricani) che avrebbero potuto contagiare la popolazione, le misure coercitive nei confronti dei dissendenti-attivisti per i diritti umani si sono inasprite da febbraio, e quelli di loro più in vista sono, per l'appunto, scomparsi per lungo tempo (dell'avvocato Gao Zhisheng si sono perse le tracce da oltre un anno).
Pechino, in sostanza, sta cercando di legittimare agli occhi del mondo le sparizioni forzate facendole passare per questioni di sicurezza nazionale, terrorismo e corruzione (per richieste del tipo: democrazia politica, possibilità di attività sindacale, libertà di pensiero ed espressione, e via dicendo...).
Non erano sufficienti i LAGOAI (i campi di concentramento cinesi  istitutiti da MAO ZEDONG nel 1950 e tutt'ora operanti - hanno chiuso anche i Gulag negli anni 90...- che vedono oggi costretti al lavoro forzato milioni di cinesi), ora si cerca di legalizzare anche la formula dei "desaparecidos" per non meglio chiare ragioni di sicurezza.
La Cina (CHINA) è uno di 5 membri permanenti dell'ONU (insieme a Gran Bretagna, Francia, Urss e USA) dal 1945 e firmataria della Convezione Internazionale sui Diritti Politici e Civili nel 1998 (anche se l'Assemblea del Popolo - più o meno equivalente ad un parlamento europeo - non ha mai ratificato l'adesione...chissà perché...), ma se ne infischia altamente degli obblighi contratti a livello internazionale, dove il Diritto è sancito ma la sua applicazione resta comunque un'utopia (del resto l'unica sanzione che ha un certo effetto per inadempienze internazionali fra stati è la dichiarazione di guerra...).
Cosa dire ancora: il Mercato ha le sue regole, La Cina compera TITOLI DI STATO (europei ed americani) sostenendo, di fatto, economie sull'orlo di una crisi di nervi, i PIL devono crescere e cazzo! qualcuno bisogna pur sfruttarlo se stasera dobbiamo uscire e ci occore un bell'abito firmato a prezzi ragionevoli...

lunedì 29 agosto 2011

LUNA POP TRE - di Cesare Battisti

"... vivo di collette del mio grupo di appoggio in vari paesi ..." avevo già esperienza di prigione elibertà ... sapevo che dopo l'inferno della prigione c'è un altro inferno fuori dalla cella ..."


"...Spero di poter ringraziare personalmente le molte persone che mi hanno aiutato, principalmente Tarso Genro (ex ministro della giustizia che ha accolto l'omucolo in brasile nel 2009 come "rifugiato politico"...  n.d.r.). Se fosse possibile, se non incomodo nessuno, mi piacerebbe anche ringraziare il presidente (ex) lula...

"... non ho paura di niente ...  non posso pentirmi di ciò che non ho commesso. Mi accusano di omicidi i cui responsabili sono stati ARRESTATI E TORTURATI (...in Italia...) ..."


- stralcio dell'intervista rilasciata da CB ad uno dei settimanali più diffusi del brasile -

evidentemente sotto l'effetto del sole brasiliano, che produce nel suo organismo effetti collaterali allucinatori, l'omucolo protetto da ex militanti dell' IDEA GIUSTA E PURA (purché mi faccia vivere libero e satollo) esterna le sue demenziali verità (dietro compenso) ad uno dei maggiori giornali dell'ex colonia portoghese, dalla quale è stata ereditata la lingua ma non il profilo culturale.
volevamo non avere più a che fare con questo figuro, ci sembrava abbastanza quello che era stato detto, ma queste ultime parole ci sono sembrate il miglior epitaffio che si potesse usare sulla sua tomba...
adeus senhoras battisti,
ti auguriamo ogni felicità ed ogni bene ogni qualvolta riaprirai gli occhi al risveglio e sentirai il respiro del mondo che pulsa e vibra sotto il peso di una vita onesta, nella quale la verità non occorre cercarla e dimostrarla oltre ogni pudore ma trova da se la strada che conduce alla limpidezza dell'anima...
boa sorte senhoras battisti, que pelo menos deus perdoarà


domenica 31 luglio 2011

MANOSCRITTO VOYNICH

1912, Frascati, Villa Mondragone, collegio gesuita. Wilfrid Voynich, un mercante statunitense di  libri rari acquista trenta volumi da padre Giuseppe Strickland (venduti per raccimolare fondi da destinare al restauro della villa), tra cui il misterioso manoscritto oggi conosciuto con il suo nome. All'interno del libro il mercante rinviene una lettera del rettore dell'università di Praga  datata 19 agosto 1665 con la quale egli inviava il testo a Roma al poligrafo Athanasius Kircher affinché lo decifrasse. Il rettore nella missiva affermava che aveva ereditato il manoscritto da un alchimista e che il suo precedente propetario era stato l'imperatore Rodolfo II che lo aveva acquistato per 600 ducati (una somma ingente per l'epoca).

Per lungo tempo si è creduto che il manoscritto fosse un falso, poi nel febbraio del 2011, un gruppo di ricercatori dell'Arizona University lo ha datato (con il radiocarbonio) fra il 1404 ed il 1438.
Il volume è stato scritto su pergamena di vitellino (16 cm di larghezza e 22 di altezza) e consta di 102 fogli, nei quali, oltre al testo, sono presenti una notevole quantità di illustrazioni a colori ritraenti i soggetti più svariati.
Botanica, astronomia, biologia, farmacologia sono le sezioni nel quale il manoscrito è diviso. Oggi è conservato presso la Beinecke Rare Book and Manuscript Library di Yale ( http://beinecke.library.yale.edu/dl_crosscollex/SetsSearchExecXC.asp?srchtype=ITEM).
E' universalmente noto come il libro più misterioso del mondo ed è l'unico libro scritto nel XV secolo che non sia stato ancora decifrato. Contiene immaggini di piante mai viste ed è scritto in un idioma che non appartiene ad alcun sistema alfabetico/linguistico conosciuto.
Nonostante si siano cimentati nell'impresa i migliori crittografi (tra i quali gli esperti di crittografia della marina statunitense, che registrarono il loro unico fallimento sino ad oggi), nessuno sa dire cosa vi sia stato scritto. Lo studio più significativo resta quello di Bennet, che ha applicato la casistica alle lettere e alle parole del testo, mettendone in luce non solo la ripetività ma anche una sbalorditiva semplicità lessicale (una basilarità linguistica riscontrabile tra le lingue moderne solo all'hawaiano). Il fatto che le medesime sillabe e perfino intere parole vengano ripetute con frequenza tale da rasentare il beffardo sarebbe più attinente ad una intenzione incosciamente accomodante che non volutamente criptica. Sono state riconosciute 19-28 probabili lettere che non hanno nessun legame con gli alfabeti conosciuti. Molto significativa nel testo è anche la completa assenza di errori ortografici e cancellature, oltreché esitamenti nella scrittura, tutte componenti riscontrabili in qualiunque altro manoscritto.
Restano in piedi le ipotesi di una lingua "filosofica", ovvero artificiale o di una costruzione "casuale" in forma di sillabe, per spiegarne la resistenza a qualsiasi tentativo di decifrazione.
E' poco credibile che il testo sia frutto di una burla o di una truffa pepetrata ai danni del sovrano di Praga dell'epoca (seppur dagli storici definito un affezionato esoterico e forse qualcosa di più). E' anche poco credibile che una testo definito a bassa entropia da Bennet sia di così ardua interpretazione.
Resta l'enigma di raffigurazioni di piante a noi sconosciute e di raffigurazioni astrologiche apparentemente senza senso. Un mistero che resiste da secoli sfidando le più moderne tecniche di decifrazione di testi criptici. Forse la spiegazione è molto più semplice, ma il mondo scentifico è da sempre restio a prenderne in considerazioni l'ipotesi (seppur con notevoli aperture negli ultimi tempi), ovvero quello di una civiltà che ha visitato il nostro pianeta e che ha lasciato segni su tutto il pianeta del suo passaggio.
Quello che valutiamo dal punto di vista razionale a volte non è sufficiente a darci le spiegazioni che esigiamo. Occorre affidarsi a qualcosa di meno concreto, ma forse ancora i tempi non sono maturi per aprire un vaso di pandora che potrebbe esploderci fra le mani.
Aspettiamo, fiduciosi, nuove rivelazioni. Nel frattempo il manoscritto è là, a Yale, a disposizione di chi voglia cimentarsi nell'impresa. Forse, dico forse, occorrebbe solo un piccolo sforzo di credere che alcune cose siano possibili.

lunedì 4 luglio 2011

ROMA - PALAZZO VENEZIA - BIENNALE REGIONALE

da quest'anno LA BIENNALE DI VENEZIA  ha anche  sezioni regionali, ideate e volute da Vittorio Sgarbi. Gli artisti del Lazio selezionati, 104, vedono le loro opere ospitate a Palazzo Venezia, che sono la kermesse più corposa. L'arte contemporanea trova quindi spazi ulteriori oltre a quelli concessi dalla Biennale. In pratica chi non è stato selezionato per Venezia ha trovato una collocazione in ambito regionale. Anche se da tutti non è stata digerita, questa novità, che trovo interessante e propositiva, offre uno spazio culturale interessante ad opere che, altrimenti, non avrebbero trovato un loro respiro fuori dai canonici giri delle gallerie espositive.
Anche se molte delle opere non sono inedite, ovvero create per l'occasione (visti anche i tempi ristretti cui sono stati costretti gli artisti interpellati), la mostra di Roma presenta alcune opere veramente notevoli. La prima cosa che colpisce è l'alto numero di quadri esposti (64 su, appunto, 104 opere); considerando che il sistema arte sembra ultimemente snobbare la pittura, questa è una gradita novità (almeno per me...).
Fra le opere pittoriche esposte ho trovato veramente interessanti: Stefania Fabrizio, ORA X, Georges de Canino, GOLE OR, Enrico Manera, ASSENTE, Claudio Valenti, SOGNO, Giovanni Gasparri, DEUS ABSCONDITUS .
Poi il MIMO di Mario De Luca   (foto sotto)



e la ECCE MATER DULCISSIMA, di Ernesta Lamagna,


Seppur da sempre critico verso l'arte contemporanea, devo riconoscere che questa volta sono uscito dalla Biennale regionale di Roma veramente soddisfatto. Nonostante l'assoluto deserto nel quale mi sono trovato sabato pomeriggio (nelle più di due ore trascorse nelle splendide sale di Palazzo Venezia, praticamente ero in visita privata...), la mia sete di novità è stata ampiamente soddisfatta dalla cascata d'acqua fresca nella quale mi sono imbattuto.  C'è bisogno di nuove idee, sperimentazioni, di nuovi materiali da plasmare, di idee e di coraggio. Fateci un salto, e godetevi i nostri nuovi artisti...non vogliamo vedere sempre le stesse cose...oppure no?

venerdì 10 giugno 2011

ZOMBIE - cramberries

dopo tutto, ora, non mi viene null'altro da dire

Another head hangs lowly, 
Child is slowly taken.
And the violence caused such silence,
Who are we mistaken?
But you see, it's not me, it's not my family.
In your head, in your head they are fighting,
With their tanks and their bombs,
And their bombs and their guns.
In your head, in your head, they are crying...
In your head, in your head,


Zombie, zombie, zombie,
Hey, hey, hey. What's in your head,
In your head,
Zombie, zombie, zombie?
Hey, hey, hey, hey, oh, dou, dou, dou, dou, dou...


Another mother's breakin',
Heart is taking over.
When the vi'lence causes silence,
We must be mistaken.
It's the same old theme since nineteen-sixteen.
In your head, in your head they're still fighting,
With their tanks and their bombs,
And their bombs and their guns.
In your head, in your head, they are dying...


In your head, in your head,
Zombie, zombie, zombie,
Hey, hey, hey. What's in your head,
In your head,
Zombie, zombie, zombie?
Hey, hey, hey, hey, oh, oh, oh,
Oh, oh, oh, oh, hey, oh, ya, ya-a...



Un’ altra testa pende lentamente
Un bambino è preso lentamente
E la violenza ha causato così silenzio
Ma chi stiamo fraintendendo?
Ma tu lo vedi che non sono io
Non è la mia famiglia
Nella tua testa, nella tua testa
Stanno combattendo
Con i loro carri armati e le loro bombe
Le loro bombe e le loro pistole

Nella tua testa Nella tua testa stanno piangendo,
Nella tua testa Nella tua testa
Zombie Zombie Zombie eh eh
Cosa c’è nella tua testa?
Nella tua testa?
Zombie Zombie Zombie eh eh eh oh

La rottura di un altro cuore di una madre sta finendo
Quando la violenza causa il silenzio
Ci siamo sbagliati
E’ lo stesso vecchio tema dal 1916
Nella tua testa, nella tua testa
Stanno combattendo
Con i loro carri armati e le loro bombe
Le loro bombe e le loro pistole

Nella tua testa Nella tua testa stanno morendo,
Nella tua testa Nella tua testa
Zombie Zombie Zombie eh eh
Cosa c’è nella tua testa?
Nella tua testa?
Zombie Zombie Zombie eh eh eh oh oh oh oh oh eheh ooh yae yaeee

mercoledì 8 giugno 2011

LUNA POP REMIX - di Cesare Battisti

Ore 5 in Italia. Mentre l'italico volgo ancora soggiace nel letto Cesare Battisti torna libero...

E già....
sono di nuovo qua...
a ridere di voi...
ad abbracciare te...Joice Lima
ad inebriarmi dell'odore della libertà
cullato dai miei amici
protetto dalle istituzioni
sovvenzionato da un editore
cosa volete che sia
è solo conseguenza
è solo appartenenza
E già....
sono di nuovo qua...
a ridere di voi...
ad abbracciare te...Joice Lima
abbronzandomi a Copacabana
bevendo Caipiroska
partecipando a feste in mio onore
rigraziando Luna e Dilma...
cosa volete che sia
è solo conseguenza
è solo appartenenza

MelloFuxLuciaLewandoski, difensori estremi della "sovranità nazionale" si sono sentiti offesi per il ricorso presentato dall'Italia contro l'estradizione dell'Assassino "un offesa alla sovranità del Brasile. Non è possibile intrommettersi in una decisione dell'esecutivo riguradante la politica estera"". Con buona pace della Convezione di Vienna sui Trattati e del Trattato bilaterale Italia-Brasiel del 1989 sull'estradizione.
Un paese ad alta credibilità internazionale dopo questo fatto, il Brasile.
Ma cosa importa. L'Italia stessa, d'altronde, non è mai stata credibile nella sua caccia ai terroristi rifugiatesi fuori dai suoi confini (in special modo quelli in Francia).
Le vittime resteranno tali. i Rapporti fra Italia e Brasile vedranno passare solo qualche nuvola. Battisti continuerà a scrivere cazzate noir, e trovare coglioni che lo leggeranno, fra una scopata e l'altra con la sua dolce Joice e una telefonata con le sue adorate figlie.
La giustizia terrena agonizza e lentamente muore...mentre i morti ammazzati da questo figuro diverranno a breve un ricordo e le sentenze pronunciate nel in Nome del popolo Italiano carta straccia per il culo di LulaDilmaMelloFuxLuciaLewandoski ....
amen.

lunedì 9 maggio 2011

LORENZO LOTTO

Scuderie del Quirinale fino al 12 giugno 2011

"il primo pittore italiano a essere sensibile ai mutevoli stati dell'animo" (Bernard Barenson, che riscoprì l'artista rinascimentale nel 1894 collocandolo fra i grandi maestri).

Non conoscevo il Lotto, così oggi sono andato alle Scuderie, che sono un posto pazzesco con una visione dal Quirinale nelle finestre che illuminano l'uscita da lasciare senza fiato, e me lo sono gustato per circa tre ore. Atipico personaggio del suo tempo, inquieto, solitario, errante, ansioso, misterioso, concluse la sua vita da oblato nella "Santa casa di Loreto" (1556 - la sua data di nascita è sconosciuta ma le fonti storiche l'attestano attorno al 1480).
Quello che colpisce, in special modo nelle opere al piano terreno, tutte di carattere religioso, è l'uso spregiudicato dei colori, violenti a tratti; i suoi rossi ed i suoi azzurri ti incantano e rapiscono (per far brillare la tonalità, usava mescolare i pigmenti con vetri macinati), e non ti lasciano andare via facilmente. Seppur non appasionato dell'arte devozionale (sopratutto per l'esasperato simbolismo), le opere esposte al piano terreno mi hanno profondamente colpito, per i colori, appunto, la grandezza (le pale arrivano ad essere alte 4 metri e mezzo) e per la sua libertà di espressione, carica di inventiva. Meno attraente il secondo piano, dove sono esposti i ritratti. Magnifico è il "Triplice ritratto di orefice", ma nel complesso, non amando neanche la ritrattistica, non ho ricevuto le medesime sensazioni dei dipinti religiosi.
Da non perdere questa copiosa mostra, unica nel suo genere, dove non è dipinto il "trionfo dell'uomo ma gente che chiede consolazione alla religione", perché "i viaggi l'avevano messo in contatto con le miserie d'Italia" (Barenson).
Un'immersione spirituale, Il Cristo deposto nel sepolcro a mia sensazione ne è l'apice, un fecondo trasporto in un arte di un pittore famosissimo al suo tempo e poi dimenticato, che ora, anche grazie alle Scuderie ritrova la sua giusta collocazione fra i grandi di tutti i tempi.

domenica 8 maggio 2011

STATUS QUO ANTE - PARTE SECONDA

..."Sono sorpreso, non mi aspettavo che mi mandassero in carcere, pensavo accogliessero la sospensiva". E così, contro ogni previsione sembra che Callisto Tanzi sia stato messo dove avrebbe dovuto già essere da un po di tempo. In Cassazione è stato condannato in via definitiva a 8 anni ed un mese (dai 18 anni del primo grado...), ed è stato tradotto nel carcere di Parma, che per uno strano paradosso è sito in via Burla. Che sia una predestinazione? Il Sor Callisto ha già comunque presentato un istanza al Tribunale di sorveglianza di Reggio Emilia per chiedere la detenzione domiciliare, perché ha più di 70 anni e anche per le sue, ampiamente certificate, critiche condizioni di salute. Scommettiamo che la otterrà?
Comunque, ricapitolando, a tutto oggi la detenzione di Tanzi non ha superato i 275 giorni dal 27 dicembre 2003 al 26 settembre 2004, 8 mesi e 30 giorni tra carcere e domiciliari. Se teniamo conto dell'indulto che toglie 3 anni alla condanna, la pena definitiva è di 4 anni e 4 mesi.
EVVIVA!
Ma, come detto, i superati limiti di età e le condizioni di salute non ottimale certificate dal suo cardiologo avranno sicuramente gioco facile sulla determinazione del procuratore generale di Milano.
EVVIVA!
Così le banche sono state assolte (vergini stuprate dall'astuto ex Cavaliere del lavoro e dai suai accoliti...) e i 100 e passa milioni che dovrebbero, in parte, risarcire le vittime Parmalat non verranno mai fuori dalle tasche dell'oramai nullatenente Sor Callisto.
Che dire? Sorpresi? Per nulla.La sua villa, opportunamente intestata alla moglie, lo attende, così come la sua piscina, visto che l'estate è alle porte. La condanna per aggiotaggio è divenuta nel tempo un alice, perdendo pesa e consistenza fra primo grado, appello e cassazione. L'inesorabile, sepur lenta e compromessa, giustizia italiana ha emesso il suo duro verdetto.
EVVIVA!
Non credo più nella legge. O meglio, ci credo, ma non credo più che venga applicata nei modi corretti. Abbiamo assorbito col tempo una certa assuefazione a certe situazioni e molte volte penso che usciamo sconfitti dall'idea di cosa sia una nazione democratica. Viviamo sospesi, fra necessità e desideri, che tali rimangono, come romantici ideali giovanili. Non abbiamo nanche la forza di fare finta di essere indignati che il dover vivere ci richiama alla nostra dura realtà. Fatta di un quotidiano affannarsi, fra problemi e momenti di logorio, incazzature e tormenti. E i rari momenti sereni vogliamo viverli, e ci mancherebbe altro!... Già, STATUS QUO... perché interromperlo se, dopo tutto, si riesce a vivere abbastanza discretamente....

sabato 2 aprile 2011

TAMARA DE LEMPICKA - VITTORIANO - ROMA

Bella, geniale, colta, aristocratica, dominante, bisessuale, cocainomane...Tamara Rosalia Gurwik-Gorska, meglio conosciuta con il nome del primo marito, Tadeus Lempicki, nata a Mosca nel 1902 (anche se sosteva essere nata a Varsavia) da una famiglia aristocratica, non si è fatta mancare nulla nella sua lunga vita (è morta a Tres Bambus, in Messico, nel 1980). Inventrice di un nuovo linguaggio pittorico e del "Blu Lempicka" (colore predominante nei suoi lavori assieme al grigio), ispirato da moda, pubblicità, cinema, architettura, negli anni '20 la sua personale incursione nell'Art Déco a cavallo fra le due grandi guerre ha lasciato il segno. Le  forme essensiali e simmetriche con le quali ha impresso su tela  i personaggi dell'alta società che frequentava abitualmente (e della quale era promotrice dello sfarzo e dell'eccentricità), in special modo nel suo primo periodo, l'hanno resa un'icona dell'Art Déco. La "dea dagli occhi d'acciaio" come la sua pittura, donna trasgressiva e quindi libera, colpisce con violenza chi si trova difronte alla sua opera. L'impatto del colore e delle forme, il verismo e la modernità dei tempi vissuti che ha inserito nei suoi quadri, assorbono il visitatore centrifugandolo in un Jet Set cosmopolita raffinato ed elegante, a volte esasperato per la perfezione, ma senza dubbio efficace e di rara bellezza. Un tratto mai sobrio, volutamente marcato, ma che soddisfa e che genera subito assuefazione alle immaggini prodotte sulle tele. Quadri quali Il VERDE GIADA (l'immagine ne è un particolare), LA SCIARPA ARANCIONE, KIZZETTE (la figlia) IN ROSA, IL VELO VERDE, LA DONNA CHE DORME, restano impressi per la comunicazione espressiva che portano intrinsecamente con essi, sublimando quello che lei era o che voleva far credere di essere. Una rivelazione per chi, come me, non conosceva la sua arte. Un evento (il secondo a Roma dopo quello del 1957) da non perdere, al Vittoriano fino al 10 luglio.
"Cerco di vivere e creare in modo tale da imprimere sia alla vita che alle mie opere il marchio dei tempi moderni" (Tamara de Lempicka)





















mercoledì 30 marzo 2011

5 DOMANDE A: ANDREA CAOVINI

Andrea Caovini è nato a Roma nel 1977. Dopo il diploma è stato per undici anni commesso in un negozio di articoli sportivi, ma ha sempre coltivato la sua prima e massima passione: la musica. Dal 2008 il pianoforte e la chitarra gli danno stabilmente da vivere. Ha pubblicato “Prenestinity” prima in versione romanzo e poi come audiolibro. Attualmente porta in scena “Prenestinity Circus”, derivato dai lavori precedenti.



Prenestinity: dal libro all’audiolibro. E’ un progetto nato in origine oppure si è sviluppato dopo l’uscita editoriale in forma classica?

Prenestinity nella mia mente è sempre stato “audio”, la prima stesura fungeva da copione a quella che secondo me poteva essere una soap opera radiofonica, il titolo era nato da quest’idea. Gli avvenimenti poi hanno cambiato l’ordine dei fattori, senza, credo sconvolgerne il risultato. Quindi è stato prima libro per l’editrice Zona poi audiolibro per l’etichetta Terre Sommerse.

La musica. È nata sulla visione delle parole scritte oppure è maturata seguendo un percorso alternativo seppur collegato al lavoro già fatto?

La musica è nata come necessità di dare un ritmo alla lettura, adatto ai diversi capitoli, per rendere l’interpretazione del “lettore” più simile possibile alla mia idea. Così inizialmente incisi delle basi da ascoltare a loop e le distribuivo ad amici insieme al dattiloscritto. L’esperimento sembrava funzionare. In quel modo potevo parlare di funerali su una base allegra, per esempio, o di argomenti scanzonati su solidi blues tristi aiutando l’interpretazione dei toni del messaggio.

“Prenestinity Circus”, la performance : cosa è, o cosa vorrebbe essere.

Prenestinity-circus è la posa in opera del muro di cinta di tutto il mio presente artistico. Le collaborazioni che sono state tante e formative, l’esecuzione dei miei brani originali (La MaLaStraDa - www.myspace.com/lamalastradaband ), i reading musicati dall’audiolibro, la mostra di foto nate dal progetto. Ovviamente questo muro ha ingressi da tutti i lati, e sempre aperti e non sorvegliati, perché fare la guardia alle idee equivale secondo me ad ucciderle.

Una “filosofia urbana” (permettimi il termine in senso di strada, vissuto) sembra attraversare la tua “soap novel”, la mozione teoretica dell’elaborazione: è un costrutto mentale fine a stesso, egocentrico, oppure una trasmissione sinaptica volta al proselitismo?

E’ un modo di dire le cose solo a chi interessano, un primo filtro per mettere in guardia, per entrare in contatto con Prenestinity nel modo giusto, sapendo a cosa si va incontro. Prenestinity o si odia o si ama, non è carino, è brutto o bello, le idee sono coerenti e maturate sul “campo” (banconi, strade, tavoli, sgabelli, marciapiedi), non lasciano spazio a troppe interpretazioni, o si condividono o si rifiutano…

Per chiudere. Qual è il “mezzo espressivo” che più senti renda efficacemente quello che vuoi comunicare emotivamente: la musica o la parola?


Sono esperienze completamente contemporanee nella mia mente, non riesco a pensare ad una parola che non sia al tempo stesso una nota ed un colore, approfitto della fortuna di avere tutti e cinque i sensi per farmi aiutare nella comunicazione, e comunicare è tutto quello che mi interessa.

Link utili:

Brano originale - http://www.youtube.com/watch?v=vLoMKdBRfGU

Capitolo dell’audiolibro - http://www.youtube.com/watch?v=ymaf7BjW_Ac

La necessità di sperimentare nuove forme di comunicazione generate dalla fusione di mezzi “classici”, da il senso della prospettiva nella quale si muove Andrea Caovini e delle strade percorribili per ottenere un linguaggio culturale nuovo, disancorato da schemi stentorei e ripetitivi.

Una scrittura fluida maturata nell’ambiente urbano, reale, vissuto ed una musica altrettanto fluida che da corpo alle vibrazioni che si percepiscono nella lettura o nell’ascolto del reading.

Circondato da ottimi compagni di viaggio e di lavoro ha saputo progettare, modellare e portare a compimento un lavoro significativo, lontano da un approccio manieristico e denso di atmosfera; “ Avremmo dovuto riconoscere prima o poi di essere noi lo sbaglio, l’errata interpretazione, i predestinati a brutti momenti di solitudini … E così fu anche per quel periodo vissuto al Prenestino”.

Ascoltare, leggere o vedere dal vivo il suo lavoro rende dietro con utile il tempo a lui concesso, per avere una corposa evasione dalla quotidianità.

domenica 27 marzo 2011

UN GURU

La via della Non Violenza è il Credo dogmatico di Gene Sharp (professore emerito in scienze politiche presso l’Università del Massachuttes), uno dei massimi esponenti del pacifismo statunitense e collaboratore della Conferenza dei vescovi cattolici negli USA.


I suoi scritti (The politics of Nonviolent Action) hanno influenzato le azioni delle cosiddette Rivoluzioni Colorate, ovvero i momenti rivoluzionari caratterizzati da uno specifico colore (o fiore) assunto come simbolo e moderno marketing politico (corporate branding), e dalla creazione di gruppi di educazione alla democrazia (distribuendo adesivi, impermeabili ed altre forme di merchandising), sostenuti da gruppi studenteschi ed organizzazioni non governative (in parte finanziate anche da paesi occidentali)

Quelle coronate da successo si sono avute in Serbia (Rivoluzione del 5 ottobre, 2000), Georgia (Rivoluzione delle Rose, 2003), Ucraina (Rivoluzione arancione, 2004/2005) e Kirghizistan (Rivoluzione dei tulipani, 2005 – seppur con derive violente). In Azerbaijan, Bielorussia e Mongolia le azioni di protesta non hanno avuto la stessa efficacia, ma hanno rappresentato comunque un tentativo non violento di reazione a diffusi soprusi.

Il pensiero di Sharp è incentrato sul ruolo potenziale della lotta non violenta volta a perseguire gli obiettivi della piena realizzazione della giustizia della libertà e della pace: “ E’ necessario e auspicabile lavorare con altre persone che possono non condividere le nostre convinzioni, ma che sono come noi impegnate a favore della giustizia, della libertà e della pace e che sono disposte ad agire in modo compatibile con i nostri principi morali e nel dovuto rispetto della dignità umana.”

http://www.aeinstein.org, è il sito ufficiale della sua organizzazione non-profit (The Albert Einstein Institution is a nonprofit organization advancing the study and use of strategic nonviolent action in conflicts throughout the world), dove è possibile scaricare in molte lingue i suoi scritti.

La lotta non violenta (l’altra forma di sanzione estrema), chiamata a volte anche potere del popolo, disobbedienza politica, azione non violenta, non collaborazione o resistenza civile può produrre risultati, a volte immediati a volte in un futuro più o meno prossimo.

Quello che conta però e che l’Idea si sia installata in maniera più o meno radicata nelle formazioni giovanili e sociali in genere di alcune popolazioni oppresse da dittature più o meno mascherate: la Rivoluzione Possibile.

L’esercizio dialettico e simbolico della riaffermazione della dignità umana e dei diritti universali, antecedenti qualsiasi organizzazione politica e le sue leggi.

Se può funzionare per rovesciare regimi a maggior ragione può funzionare in democrazie acclarate, dove però l’esercizio numerico pedissequo della maggioranza è portato a soffocare istanze di minoranze in nome della mai chiara Ragion di Stato.

In modo particolare in quei paesi occidentali ancorati ancora allo scontro ideologico fra fazioni, retaggio di un passato duro a superarsi.

L’acquisizione di una coscienza civile superiore da svilupparsi in forme non violente che superi gli scontri ripetuti con l’autorità costituita dovrebbe costituire una priorità inderogabile per l’affermazione di una democrazia più giusta e vivibile, meno omertosa e tendente all’auto conservazione.

Un marketing commerciale con l’obiettivo prefissato di generare utili, nell’ottica della massimizzazione utilitaristica dei diritti sociali e delle priorità dell’individuo (non egoistiche ma comuni).

Un modo di fare per sensibilizzare, per migliorare, per partecipare attivamente alla vita pubblica senza la necessità ogni volta di ripercorre tragedie che si ripercuotono nel futuro generando nuove violenze e dibattiti infiniti sull’uso della forza come forma di difesa dall’aggressione (e su chi sia stato il primo ad aggredire).

Per vivere meglio. Per sentirsi meglio. Per non continuare a dire: “piove, Governo ladro”.