sabato 23 maggio 2009

IL DR. HOUSE

ventuno

vorrei essere il dr house.
per dire quello che penso degli altri liberamente. per agire solo ed esclusivamente per il fine fregandomene delle convenzioni che ci pongono limiti. per aggirare la falsa moralità che ci lega a profonde riflessioni sterili e prive di senso, incatenandoci al non fare. per pervadermi del totale disinteresse verso quello che gli altri pensano di me.
vorrei essere il dr house.
per compenetrarmi della mia superiorità nei confronti del mondo, come boudlaire. per disinteressarmi totalmente delle regole. per evacuare giudizi su altrui comportamenti e poi tirare lo sciacquone dopo essermi pulito con la carta igienica.
per dire al mio capo “ belle tette ma sex appeal e capacità zero”.
vorrei essere il dr house.
per poter usare droga pubblicamente, andandone fiero. per poter convocare puttane da sogno (e 300 dollari) a casa mia e fottermele. per costringere quelli che lavorano con me ad odiarmi, tanto dove è la novità?
vorrei essere il dr house.
con le sue capacità. il suo genio. il suo estro. la sua versatilità. il suo carisma. personalità. egocentrismo sfrenato. conoscenza.
ma non sono il dr house.
e le mie capacità non vengono pubblicamente riconosciute ed avversate.
ma non sono il dr house.
e non posso permettermi taluni atteggiamenti vanesi e cattivi, erosivi. verrei escluso. tacciato di antisocialità. la mia società fondata sulle libertà personali questo non lo accetterebbe. altrimenti dove sarebbe la libertà?
non sono il dr house.
ma dimmi, andrea, chi è che non vorrebbe esserlo?

2 commenti:

piero ha detto...

No. io no. non vorrei essere House. lo ammiro, lo"guardo", mi lascio sedurre da lui. c'è nel nostro legittimo desiderio di libertà una sottile ipocrisia. noi siamo irripetibilità e unità. House non sarebbe ciò che è senza il suo dolore, senza le sue laceranti ferite. non bastano le puttane da 300 dollari a fargli accettare la sua infermità. è una falsa libertà che si nutre del suo dolore. io non vorrei essere la sua infermità. House, andrea, piero sono chiamati ad essere house, andrea, piero, liberi nella loro pienezza di essere. di essere ciò che si è. senza il continuo desiderio di essere altro da se o oltrove. è vero, siamo schiavi della reputazione, di quello che gli altri pensano di noi. cerchiamo una felicità approvata dagli altri rassicurante. l'irriverenza di House, la libertà, può essere vera solo se mi accetto, se mi lascio amare per quel che sono. adoro House. vorrei essere suo amico, ma non voglio essere house. vorrei trovare il coraggio di essere Piero. nient'altro.

Anonimo ha detto...

che mai potrà afferare la tigre negli oscuri recessi della sua stessa tana?