sabato 9 maggio 2009

FORTUNATI, ALMENO UNA VOLTA

diciotto

ho trovato un portafoglio. l’ho svuotato dei pochi soldi che c’erano dentro. poi mi sono incamminato verso una buca delle lettere. e l’ho gettato dentro. "così, forse, riconsegneranno i documenti a quel povero cristo", ho pensato.
in seguito, mentre con quei trenta euro (più pochi spiccioli) destinatemi dal fato acquistavo un buon libro nella nuova libreria aperta in paese (finalmente!), ho avuto un rigurgito di rimorso.
un incrinatura dell’anima. un lieve e doloroso smottamento della coscienza. un tuffo in acque gelide.
è facile pentirsi, vero andrea?
ecco, mi sono pentito. ho fatto una cosa che non dovevo, che peserà per sempre nei miei altalenanti ricordi.
pentirsi e poi dimenticarsene, alzando le spalle e guardando di nuovo davanti a te. in fondo trenta euro non sono niente. chiunque altro lo avrebbe fatto. forse non avrebbe neanche imbucato i documenti.
chiunque altro.
ti sei mai domandato perchè i media danno sempre notizia di qualcuno che riconsegna qualcosa di valore al legittimo proprietario?
perchè ha qualcosa di sensazionale.
ritrovata borsa piena di soldi. consegnata ai carabinieri. ritrovato oggetto di valore su di una panchina. consegnato alla polizia.
e sopra ci si fa un pezzo. come se fosse un avvenimento extrasensoriale. inconcepibile per certi versi. la nostra evoluta e colta società non concepisce che qualcuno possa riconsegnare qualcosa che ha trovato in strada. sopratutto se di valore.
non dovrebbe essere esattamente il contrario? la “notizia” non dovrebbe essere che l’oggetto sia stato portato via da uno sconosciuto? è questo il nostro grado di civilizzazione? probabilmente se facessimo analizzare questa cosa in un programma di “approfondimento” con ospiti illustri e magari un politico in voga di turno, verrebbe fuori che una parte della nostra società (sempre la stessa ovviamente, perché chi parla in genere appartiene a quella parte pulita, onesta e diciamolo apertamente “più evoluta”) non riesce a fuoriuscire dalle sabbie mobili dell’opportunismo, del tornaconto personale, dall’atavica avidità del possedere, dall’imprenscindibile desiderio di sentirsi “fortunati almeno una volta”, dalla metastasi di fregarsene se quell’altro avrà un danno. e guardandoli mi verrebbe di pensare che il più delle volte parlino di loro. si autocelebrerebbero. denigrandosi. autoescludendosi da “quella parte” automaticamente ci si infilerebbero dentro. consapevoli o meno di far parte di “quella parte”.
quella parte sono gli uomini. sono tutti gli uomini.
io sono un uomo.
mi sono pentito del gesto. ma non sono andato a suonargli alla porta per restituirgli i trenta euro. non mi ha neanche sfiorato l’idea.
cosa avrebbero fatto gli ospiti illustri ed il politico in voga?
non lo so non ne ho idea.”
sarebbero andati alla polizia chiamando la stampa. una buona azione porta notorietà.
opportunismo. tornaconto personale. atavica avidità del possedere. l’imprenscindibile desiderio di sentirsi “fortunati almeno una volta”.
questa è la regola. questo è il mio mondo. questo è quello che non cambierà mai.
pensieri(aforismi)&dialoghi tossici

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