diciasette
correndo l’altro giorno giù al lago mi sono imbattuto in un genitore che sgridava la figlia. e proprio nel mentre gli passavo di fianco questo gli ha mollato un ceffone sul viso. la bambina ha barcollato e poi è caduta sotto la spinta di quel terribile schiaffo portato con inaudita violenza per quel esile corpo di bambina.
mi sono fermato. ed ho iniziato a guardare il padre. la bambina ha iniziato a piangere. un pianto dirotto di sofferenza fisica.
beh, che c’è? mi ha fatto l’energumeno educatore vecchio stampo. i cazzi tuoi no?
l’ho guardato in un esplosione violenta d’ira. le mascelle mi si sono serrate.
il tipo si è chinato verso la bambina e l’ha aiutata a rialzarsi. le ha pulito il vestitino. poi l’ha accarezzata e stretta a se.
io ero immobile davanti a loro. in preda ad una follia omicida.
l’ha infine presa in braccio. la bimba s’è accoccolata sulla sua spalla. lui le teneva la testa.
ha fatto due passi. mi ha gettato addosso uno sguardo metà duro e metà di ringraziamento. ha poi sbiascicato qualcosa che non sono riuscito a capire. e si è incamminato sulla strada del ritorno.
io sono rimasto lì. ho portato il viso fra le mani in una smorfia di perplessità.
è stato giusto che mi sia fermato? è stato giusto sfidare quella persona con il mio sguardo? è stato giusto interferire in quel momento di intimità familiare? sono stato aggressivo? inopportuno? invadente?
se non mi fossi fermato e fosse accaduto qualcosa di più grave, la mia coscienza mi avrebbe mai perdonato?
se fossi stato indifferente, adesso non mi sentirei meglio?
fare o non fare. prendersi responsabilità. assumere decisioni in tempo breve. intervenire o fregarsene. fare finta di nulla. tirare a campare.
la nostra civiltà. educazione civica.
dimmi, andrea, tu cosa avresti fatto?
pensieri(aforismi)&dialoghi tossici
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