Ieri sulla pagina FB Culture Club Albano Albano Laziale che gestisco ho trovato il segunte commento in riferimento a quanto ho scritto nella chiosa del post PREMIO LETTERARIO "PAROLE MIE": " ma davvero? " mi sono ritrovato a leggere e rileggere, nonché sottolineare e riportare nell'agenda in cui custodisco tutto ciò che mi procura brividi alla lettura, pensieri e frasi struggenti, poetiche (si sciolse come cera accanto al cuore ...)" sarebbe questo il suo livello!? Eh beh! così si spiegano tante cose...
Alla mia risposta, che non rileva per quello di cui mi appresto ad argomentare, è arrivata la seguente replica: "sono certa della sua sincerità, ma per me è chiaro che non ha fatto gradi passi avanti da quei lontani suoi 11 anni. buone cose anche a lei, magari sarà in grado di riconoscerle e soprattutto di conservarle, non dico, no, di apprezzarle,... questo sarebbe chiederle davvero troppo...".
Ora, pur non comprendendo quale sarebbe il mio livello (presumo 11 in ragione dell'età a cui le mie considerazioni possano riferirsi) e, sopratutto, cosa avrei involontariamente spiegato, mi sono comunque fermato a riflettere su queste parole.
Ho sempre sottolineato nei miei post sia la mia ignoranza nell'accesso a quella che viene comunemente appellata come "conoscenza" sia come non sia in possesso di alcuna qualità particolare: nella sostanza non lascerò alcuna traccia nel genere umano, né, tanto meno, nel mondo letterario, privilegio riservato a pochi eletti al di là delle singole preferenze individuali.
Inoltre, mi sembrava chiaro come l'enfasi nell'uso degli aggettivi che ho usato fosse da contestualizzarsi a quanto in argomento e non ad un valore assoluto, cosa cui, oltretutto, non mi arrogo mai di fare; in sostanza quello che ho letto mi ha profondamente colpito positivamente in ragione dell'età dei ragazzi che hanno partecipato e le parole che ho usato volevano questo testimoniare.
Non conosco il commentatore (che usa un doppio acronimo per il suo profilo FB) e presumo che anche lui (lei) non conosca me, ma devo riconoscere che mi ha procurato una certa invidia apprendere come sia possibile attribuire un "livello" ad una persona da tre righe estrapolate da un contesto più ampio.
Ho dedotto da ciò come il mio senso critico sia alquanto involuto e come sia possibile radicalizzare stime in ragione di aspettative individuali legate alla considerazione che i medesimi individui hanno di se stessi.
Ma, in fondo, è proprio per questo che scrivo: per apprendere.
Ora so che la cifra che individua il mio "livello" è undici; se sia alto o infimo questo, però, ancora non mi è dato sapere.
Quello che non conosco ancora, ma il tempo come sempre sarà galantuomo, è il dono che gli individui cui si possa attribuire un "livello" considerevole lasceranno al futuro genere umano ...
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