Un giorno di qualche anna orsono apparve sulla scena pubblica il Signor Titolo, sino allora un perfetto sconosciuto, noto piú che altro nei tribunali penali nei quali, a tutto oggi, continua a collezionare condanne di vario genere.
Il tutta'altro che irreprensibile Signor Titolo, anche se lui ama affermare l'esatto contrario, assurse così a personaggio noto, tanto da essere presente giornalmente sui quotidiani nazionali, cosa che lo rendeva, e rende, gonfio di orgoglio, pur se, ad onor del vero, quasi mai gli articoli, a parte quelli di qualche giornalista presente sul suo libro paga, incessassero i suio comportamenti ed esternazioni.
Ma Egli, compenetrato e vinto dalla sua unicitá nei confronti del mondo che solo lui riesce a vedere nel suo profondo e sfrenato egocentrismo, ha sempre tirato dritto per la Sua strada irradiata dai lumi delle sue intuizioni a suo dire geniali.
Così, come in tutte le storie degli eroi prima derisi e poi acclamati di holliwoodiano retaggio, convinto di essere sempre e comunque nel giusto, è imcredibilmente riuscito in questi anni di notorietà a compattare il pensiero dell' opinione pubblica nei suoi confronti; ma a differenza delle storie cinematografiche americane sempre tese al buon fine, verso il Signor Titolo è montata un avversione crescente sino a renderlo insopportabile.
Essendo, però, l'Eroe solo per definizione, questo non avrebbe dovuto rappresentare un ostacolo al suo mirabile obiettivo che Egli si è posto come meta, ovvero entrare nella legenda dei miti immortali, almeno sino a qualche giorno orsono, quando in un momento di orgoglio represso con annessi conati di vomito, si è ritrovato a suonare al citofono di comuni mortali per ringraziarli della fiducia che ancora ripongono nella sua assurda persona.
Celebrato dai giornalisti cui passa assegni sotto banco, ma ignorato dalla stampa reale, il Signor Titolo, si è seduto sullo scranno simbolo del suo potere attendendo folle di penitenti per rendergli omaggio.
Dopo qualche giorno, mentre sulle strade desolate continua a imperversare solo un sole cocente, il Signor Titolo, compreso che l'amo della farsa non aveva fatto abboccare alcun pesce, se l'è presa con un piatto di breasola nella mensa della sua azienda, facendolo roteare in aria fra grottesche imprecazioni sotto lo sguardo allibito dei suoi dipendenti.
L'episodio, a suo dire, confermava che Egli ha sempre avuto ragione, e così, ripresosi dal leggero sbandamento ha ripreso a macinare i suoi deliri, nel nulla che lo circonda.
La cosa interssante di questa normale vicenda italiana è che il Signor Titolo continuerà ad imperversare con buona pace dell'opinione pubblica che nulla può nei suoi confronti, e presto assurgerà a simbolo di un nuovo retaggio dittatoriale che si sta facendo strada nella nostra societá, dove il dissenso è ammesso come puro esercizio di stile ...
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