martedì 26 aprile 2016

TRASHED: RIFIUTI ZERO

Trashed: rifiuti zero è un film/documentario prodotto da Jeremy Irons (nelle vesti in video anche di giornalista investigativo) che indaga sul problema planetario dei rifiuti; è enorme e non può più non essere considerato anche un problema di coscienza collettiva.
Sette miliardi di persone che affollano il pianeta producono giornalmente una quantità di rifiuti che è sempre più difficile da smaltire.
Il film parte col denunciare il problema delle discariche (c'è ne una in Libano che sta creando seri problemi al Mare Meditteraneo che interessa anche noi), passando poi a enunciare i seri problemi che comportano gli inceneritori, sia dal punto di vista dei costi di gestione che dalle diossine (classe di composti organici eterociclici delle quali quelle POLIAGENATE sono INQUINANTI ORGANICI PERSISTENTI) che rilasciano nell'aria.
Il film mostra come in vari posti nel mondo (tra cui l'Islanda che alla fine ha chiuso il proprio), gli inceneritori lavorino quasi sempre fuori dai valori massimi stabiliti come emissione delle diossine e di come queste pur disperdendosi nella'aria tornino poi in circolo ricadendo nel mare finendo per essere assorbite dalla flora acquatica che poi, rientrando nella catena alimentare, le riporta, di fatto, a contatto con gli esseri umani.
Viene altresì mostrato come la plastica, ed in particolare i sacchetti che usiamo per la spesa, finisca sempre negli oceani creando fanghiglie poltigliose nelle sei parti del pianeta in cui negli stessi oceani si creano dei vortici nei quali si ammassa e di come la frantumazione in miriadi di micro pezzi questa venga sempre assorbita dalla fauna ittica e, in ragione di quanto detto prima, riportata a contatto con gli esseri umani.
Viene spiegato anche come in natura tutto si trasforma e ritorna in circolazione; anche i terreni assorbono ciò che piove dal cielo e ciò che gli viene sotterrato sotto, che è molto difficile da contenere quando degrada in fluidi.
Da questo principio viene mostrato come la raccolta differenziata eseguita con criteri seri e scientificamente processati è possibile creare per i materiali organici "compost" da utilizzare come fertilizzante, nei posti in cui avviene su questi dettami ha comportato un incremento della produzione anche di 5 volta maggiore rispetto ai prodotti chimici usati oggi con contestuale incremento della qualità della stessa, mentre per quelli inorganici è possibile creare riutilizzi che non comportino incrementi di produzione ed ulteriore smaltimento.
Infine viene evidenziato come in alcuni posti (vedi la città di San Francisco), dove si è raggiunti l'80% di raccolta differenziata sia sensibilmente migliorata la situazione generale e di come questa stia producendo posti di lavoro senza soluzione di continuità (in Italia molto interessante è il caso di Capannori, città della Toscana dove, appunto, si è raggiunti l'80% di raccolta differenziata).
Vi consiglio di vederlo.
Siamo ad un punto di non ritorno. Il nostro contributo su questo argomento non è più procrastinabile. Le generazioni future avranno sicuramente grandi problemi se non riusciamo ad educare i popoli alla raccolta differenziata; l'imposizione per legge non è l'unica soluzione (ovviamente non tutti i Paese del pianeta hanno preso questa direzione, basti pensare alla Cina).
Occorre un grande sforzo da parte di tutti affinché questo problema diventi al più presto uno dei più grandi problemi e che non basta più dire solo NO agli inceneritori; occorre dire basta a tante altre cose, in primis all'utilizzo dei sacchetti di plastica per la spesa.
Non si tratta di fare morale e di lavarsene le mani, si tratta invece di diventare attivi nella sensibilizzazione di quello che sta avvenendo e che avverrà in futuro se resteremo inermi ad assistere all'annientamento del pianeta.
La mia generazione, io per primo, ha fatto molto poco, per non dire nulla, in fatto di battaglie sociali.
Forse, questa, è l'ultima occasione per riparare ...

Per saperne di più:
http://www.leggerifiutizero.it/
http://www.leggerifiutizero.it/capannori-citta-a-rifiuti-zero/
http://www.zerowasteitaly.org/

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