... e mi ritrovo a piangere, ascoltando i battiti lenti del mio cuore, che s'inabissa nel cupo e rituale discendere della notte che tutto ammanta e avvolge, discretamente, silenziosamente, divinamente.
e chiedo venia per le parole che non ho, pur cercandole nel punto più profondo della sacca della mia anima di vetro, che s'incrina nel ruvido e gelido tocco dei miei pesanti e gravi pensieri.
ma nulla posso e nulla uscirà dalle dita che battono frenetiche sui tasti rispondendo agli impulsi razionali della mia appannata ragione e alle ondate frenetiche ed irrazionali dei miei sentimenti.
nel vuoto lieve e saudente di dover aspettare ancora domani, ancora un domani, sempre un domani, per una data che manca nel mio calendario.
ma resto qua. non abdicherò, non ora. pazienterò; fortificandomi, crescendo, incrementando il mio essere uomo, il mio voler diventare un uomo, nella quiete sovrana di dover credere che sia possibile.
fuggire, del resto, è come morire, ed io voglio vivere, fino in fondo. e se dovrò farlo attraversando giorni di tempesta, lo farò...nell'attesa e nella certezza che il vento cesserà la sua furia e che dopo il suo passaggio comunque un fiore sboccerà.
ed un fiore è magia. è la magia può...
2 commenti:
Era da tanto che non leggevo il tuo blog! Questa è...magia....complimenti.
grazie per i complimenti, apparsi come...magia!
andrea
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