mercoledì 12 settembre 2018

DEL POPULISMO - NOAM CHIMSKY

Noam Chimsky (linguista, teorico della comunicazione e attivista politico) è stato intervistato da Fabrizio Rostelli per il Manifesto. Riportiamo uno stralcio dell'intervista che è possibile leggere per intero su Culture Club Albano Laziale.
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Domanda)

Negli USA e in Europa stiamo assistendo a un progressivo spostamento a destra di una grande fetta della classe lavoratrice. I media lo chiamano "populismo", ma non credo che questo sia il termine adatto. Da cosa è dipeso questo processo? Cosa dovrebbe fare la sinistra per recuperare terreno?

Risposta)

Porrei la questione un po' diversamente. I lavoratori si stanno rivoltando contro le élite e le istituzioni dominanti che li hanno puniti per una generazione. Oggi negli Stati Uniti, ad esempio, i salari reali sono inferiori rispetto a quando fu portato avanti l'assalto neoliberale a partire dalla fine degli anni 70', intensificandosi bruscamente sotto Regan e Thatcher, con prevedibili effetti sul declino del funzionamento di istituzioni formalmente democratiche. C'è stata una crescita economica e un aumento della produttività, ma la ricchezza generata è finita in pochissime tasche, per la maggior parte a istituzioni finanziarie predatorie che, nel complesso, sono dannose per l'economia.
In Europa è accaduto più o meno lo stesso, in qualche modo anche peggio, perché il processo decisionale su questioni importanti si è spostato sulla Troika che è un organismo non eletto. I partiti di centro-destra/centro-sinistra (democratici americani , socialdemocratici europei) si sono spostati a destra, abbandonando in gran parte gli interessi della classe lavoratrice.
Ciò ha portato alla rabbia, alla frustrazione, alla paura e al capro espiatorio. Poiché le cause reali sono nascoste nell'oscurità: deve essere colpa dei poveri non meritevoli, delle minoranze etniche, degli immigrati o di altri settori vulnerabili. In Tale circostanze le persone si arrampicano sugli specchi. Negli Stati Uniti molti lavoratori hanno votato per Obama, credendo nel suo messaggio di "speranza" e di "cambiamento", e quando sono stati rapidamente disillusi, hanno cercato qualcos'altro.
Questo è terreno fertile per demagoghi come Trump, che finge di essere la voce dei lavoratori mentre li indebolisce di volta in volta attraverso le brutali politiche anti-sindacali della sua amministrazione, che rappresenta l'ala più selvaggia del Partito Repubblicano. Non ha nulla a che fare con il "populismo", un concetto con una storia mista, spesso piuttosto rispettabile.
Al tempo stesso ci sono reazioni costruttive, come le campagne di Sanders e Corbyn, avvenute sotto il rancoroso attacco delle élite dell'establishment, in particolare nel Regno Unito dove quest'ultimo è insolitamente violento. Per quanto riguarda il continente, DiEM25 (Democracy in Europe Movement 2025) è piuttosto promettente ma affronta ostacoli rilevanti ...

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Non c'è molto da aggiungere alle parole dette da Chimsky, se non ribadire il concetto su questo blog più volte espresso della fine della democrazia come la conosciamo oggi e l'inizio di un era post-democratica il cui sviluppo è, per forza di cose, ignoto.  L'unica difesa resta il pensiero proprio, da tenere scevro da ogni condizionamento "social" o "media", mezzi di diffusione nei quali prevalgono "slogan" piuttosto che analisi reali di ciò che è. 
E' un compito arduo gestibile solo mediante l'autocontrollo, esercizio complesso ma divenuto ineludibile. Il nostro futuro non può restare appeso a moti dinamici predeterminati cui i programmatori attendono pazienti il fine che si sono preposti. Le carte sono in nostra mano. Vedere, o meno, un bluff significa portare a casa il piatto, ovvero il nostro futuro e quello dei nostri figli.

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