Paradossalmente nell'attuale società dove il culto dell'immagine ha raggiunto il suo apice estremo, restiamo sempre più diffidenti verso quello che ci viene recapitato sui social che usiamo per condividere contenuti di vario genere; le foto e i video che girano sulla rete globale, che unisce virtualmente il pianeta in un unicum di spazio/tempo, sono sempre più difficili da classificare come "veri", "reali".
Cosa è, quindi, in effetti che vediamo sui dispositivi (portabili nella maggior parte dei casi) che oramai abitualmente usiamo? Cosa è oggi che possa classificarsi come reale? Cosa siamo portati a credere e cosa rifiutiamo a priori? E come arriviamo a questa dicotomia?
Mi pongo di continuo queste domande mentre scorro giornalmente la mia pagina social, attratto da alcune cose e completamente indifferente ad altre, senza che, in effetti, abbia una preclusione verso questo o quello; alcune cose mi si manifestano subito come "irreali", altre, viceversa, mi palesano all'istante una certa condizione di verità.
Ma tutto questo, riflettendoci sopra con una certa attenzione, lo faccio in modo automatico, senza un apparente riflessione che possa, in qualche maniera, portarmi a considerare quello che sto vedendo; già, perché?
Un riflesso condizionato inconscio, mi viene da rispondere. Ammesso che sia così, da cosa o da chi questo presunto riflesso è condizionato? E sempre ammesso che sia così, questo condizionamento a cosa è, in effetti, orientato?
La comunicazione pubblicitaria tesa alla vendita di prodotti usa tecniche di condizionamento occulte da tanti anni, pur se apparentemente vietate, ovvero regolate, ma mi sembra ovvio che le medesime tecniche, o forse ancora più raffinate, possono essere usate in ogni informazione che viene a vario titolo veicolata.
Quanto siamo consapevoli di ciò? Quanto ce ne interessa? Possiamo considerare "reali" le scelte che operiamo in ragione dell'accettazione di questo o quello come "vero"? La nostra capacità di giudizio, nonché di etica e morale mi viene da aggiungere, è intatta, ammesso che ne fossimo in possesso, o è oramai irrimediabilmente alterata da paradigmi virtuali che siamo abituati a classificare come "certi"?
Si, effetti mi rendo conto di essere paranoico; forse sono inconsciamente entrato in un loop metafisico dadaista che ha dissolto i miei già appannati sensi cognitivi.
Mi sovviene spesso, nel corso di queste mie introspezioni cerebrali, l'immagine della mia vecchia zia, pace sempre all'anima sua, che guardava a casa mia ciò che gli proponeva la TV all'epoca allibita e stupefatta, e sempre poi si rivolgeva verso me dicendomi in dialetto: "ma davero ..." ...
Già Zia, solo che oggi è più cool Do You Really?, ma nella sostanza le nostre facce replicano la tua ...
Nessun commento:
Posta un commento