martedì 29 marzo 2016

LA RAGION DI STATO

Realizzare un'azione contraria a certi interessi o ideali dello Stato per evitare conseguenze peggiori ai suoi cittadini è divenuto il motivo principale dell'abuso, oramai consueto, anzi direi sistematico che si fa di questo nobile e, purtroppo, necessario principio regolatore della vita democratica di uno stato di diritto.
Argomentato in maniera compiuta da Macchiavelli nel suo "Il Principe", ha subito nel corso del tempo una distorsione per giustificare comportamenti a volta inaccettabili, come sta avvenendo in Italia con l'incarico di premier assegnato senza votazioni per tre volte consecutive, e per secretare attività rientranti nel presunto principio del "segreto di stato" che possiamo equiparare, senza possibilità di smentita, alla medesima ragion di stato.
In un crescendo di presunte necessità di tenere all'oscuro dei cittadini le ragioni per le quali i dominus del potere democratico indirizzino verso alcune strade la vita democratica del Paese privandola della dovuta discussione stiamo assistendo inerti ad un ribaltamento dei principi statuiti nella nostra Costituzione, la Legge Primaria da cui dovrebbero discendere tutte le altre che stabilisce i confini del come e del perché il sistema politico si autoregola.
Due guerre mondiali combattute sul territorio europeo avevano condotto ad una diffusa democrazia negli stati legati territorialmente, ed in parte culturalmente, deponendo infine le armi per gli anni futuri statuendo l'alleanza che oggi è definita Unione Europea dopo essere transitata dalla Comunità Economica Europea e la successiva Comunità Europea.
I cittadini europei hanno assistito più o meno passivamente a questa rivoluzione culturale e politica, stabilita in centri di comando e di indirizzo non negoziati all'interno dei singoli stati che si sono via via affiliati; così la "ragion di stato" ha assunto una duplice veste: quella dell'Unione e quella di ogni singolo membro all'interno della stessa.
Questa elevazione al quadrato ha prodotto, e produce, veicolazioni degli indirizzi economici e politici, oltre ad altri, sui quali è stato posto, di fatto, diritto di veto, seppur, come ho già spiegato nel post nel quale mi sono occupato dell'Unione Europea grazie ad un referendum svolto in due paesi membri non è stata sancita la Carta Costituzionale Europea che, di fatto, avrebbe cancellato quella dei paesi facenti parte dell'Unione.
Pur in questo diniego, cui non è stata data comunque rilevanza nel centro di comando, la ragion di stato, pur priva a tutti gli effetti di uno stato di diritto in quanto non si può considerare l'Unione come tale, continua a essere la giustificazione per la quale alcune scelte vengono operate sulla pelle di circa 500.000.000 di persone.
Tra questo oscurantismo e quello praticato nei veri stati di diritto inglobati in questa unione, gli argomenti di discussione della vita pubblica sono divenuti alquanto irrilevanti in ordine alla strada che si sta intraprendendo riguardo al nostro futuro.
Non a caso vengono estratte in serie problematiche comunque minori sulle quali vengono puntualmente accesi feroci dibattiti con il solo scopo di deviare l'attenzione sul gioco che si sta mettendo in atto, come ogni discreto mago/illusionista ben sa, in maniera da tirare fuori dal cilindro quello che in realtà si vuole infine imporre fra gli ooohhh degli attoniti cittadini europei (non ha più senso alcuno definirsi francesi, italiani o spagnoli, questo credo che ora dovrebbe essere chiaro).
In tutto questo si è inserita la "strategia del terrore", ovvero la diffusa insicurezza a cui si stanno abituando i residenti europei che fa si che ci si aggrappi sempre più a chi può più o meno tenere sotto controllo il dilagare del terrorismo islamico che sembra inarrestabile nonostante che l'occidente evoluto abbia mezzi tecnologici a disposizione che dovrebbero agevolmente drenare questo fenomeno;  ciò ha, di fatto, abilmente blindato "la ragion di stato".
Ognuno di noi è responsabile di ciò che sta avvenendo sotto i nostri occhi, questo è bene non dimenticarlo mai.
Poi, libero arbitrio.
Se la famosa e famigerata "maggioranza" ritiene che questo sotto ogni aspetto sia comunque il meglio pace.
Io non credo. Ma sono uno. E forse non sono nemmeno così tanto lucido. Si, forse è così, o forse, magari, no ...





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