lunedì 30 gennaio 2012

PIET MONDRIAN

Seppur con colpevole ritardo ieri sono andato al Vittoriano a vedere la mostra "MONDRIAN L'ARMONIA PERFETTA" (che termina oggi...), dedicata ad uno dei fondatori dell'arte contemporanea, appunto  l'olandese Piet Mondrian (1872/1944)..
Un pittore difficile da interpretare, noto al grande pubblico ma non così celebrato e frequentato, seppur dotato di un immenso talento e di una visione artistica incredibilmente ampia e profonda.

"non rappresento oggetti ma esprimo relazioni..."

E' sull'onda di queste parole che bisogna surfare per addentrarsi nel suo percorso artistico per cercare di stabilire un contatto con Mondrian. Ha attraversato vari periodi (alcuni solo accennati), dagli inizi figurativi al luminismo, dal cubismo al neoplasticismo, lasciando sempre una sua impronta e guardando sempre all'armonia del perfetto equilibrio tra linee, colore e composizione.

"l'arte è un'attività intuitiva, non istintiva. L'istinto è rivolto alla conservazione del se; l'intuito ha la negazione del se come conseguenza. La cultura mira allo sviluppo dell'intuito a spese dell'istinto..."


AVOND (sera, ovile e cascina), opera degli inizi, è fra quelle che più mi hanno colpito. Un silenzio irreale in una luce sensazionale è il primo pensiero che mi ha attraversato quando l'ho vista. Mi ha rapito, trasportandomi in quel luogo che infondeva spiritualità alla mia presenza.

Come PAESAGGIO CON DUNE
opera meravigliosa e densa, che rasserena seppur in uno spazio apparentemente senza fine, placido nella sua inerzia. E' stata realizzata nel periodo luminista, caratterizzato da tinte vivaci e spirituali (rosa e celeste su tutte), quello che preferisco (IL CONTADINO DELLA ZELANDA è un'altra opera entusiasmante di quel periodo come IL FARO CON NUVOLE, un monolite nell'universo...).

Un cammino artistico incredibile nel suo sviluppo e nella sua qualità, alla ricerca di una intensa spiritualità celebrata nell'armonia, che trova il suo percorso successivo nel periodo cubista (notevole è IL GRANDE NUDO...) e la sua definitiva consacrazione nel neoplasticismo , un linguaggio figurato astratto che lo porta a dipingere le sue varie "COMPOSIZIONI" utilizzando i colori primari (rosso, giallo, blu), linee e piani, creando le opere per le quali forse è più conosciuto;


come ha scritto Danilo Maestosi sul Messaggero "un artista...che incapsulando lo spazio entro moduli di recinti geometrici e colori primari ha pilotato la pittura del Novecento verso una sorta di ultimo viaggio senza ritorno. Imponendosi con la forza esclusiva, riconoscibile come un marchio doc, delle sue icone, seminando frutti rigogliosi in altri territori confinanti, come l'architettura, la grafica, il design ... ".
Linee ipnotiche, comprimenti e dilatanti lo spazio in una specie di illusione ottica, apparentemente incomprensibili e ripetitive, ma di notevole impatto ed energia, e colori a bilanciare lo stesso spazio, in un tutto perfetto ed armonico.
Un'idea di un viaggio senziente,  verso l'io spirituale, compiuto attraverso un totale distacco dalla realtà ottenuto con la sua completa destrutturazione.


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