giovedì
MATTINA
ecco!
ti svegli
ecco!
e quello che vedi
quello che vedi
è solo un vetro opaco
sfumato
ed il giorno che nasce
già divora quello che vorresti
POMERIGGIO
leggeri fiocchi di catrame imputridiscono l’aria e l’anima
non più candida
immacolata
punto colorato che attraversa oceani d’asfalto
tartaruga su deliranti cavalli a vapore
imbrigliati
intrappolati
increduli
nell’orizzonte che sfiorisce avvicinandosi
mangiando spazio e confini
perpetuo ore disarmoniche
filantropo omertoso delle mie macerie
SERA
fuggire
ancora, sempre, comunque
e mentire
mentirti di nuovo
con lei là
vicina
irraggiungibile sogno madido di sudore
e sospirare
testa di cazzo
testa di cazzo!
poi tornare
nei giorni che si rincorrono incontentabili
e nelle mani non resta che aria
poi,
poi piango
con gli occhi nel camino che brucia legna e qualche ricordo
e niente sarà più come prima
SETTEGIORNISETTE
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