lunedì 21 agosto 2017

IUS PRIMAE NOCTIS

La locuzione latina ius primae noctis (in italiano: "diritto della prima notte") indica un preteso diritto che sarebbe esistito in capo a un signore feudale, in occasione del matrimonio di un proprio servo della gleba, il poter trascorrere la prima notte di nozze con la sposa.
Talvolta è indicato, in modo improprio, con l'espressione
francese "droit du seigneur", cioè "diritto del signore", la quale, in realtà, fa riferimento a un'ampia gamma di diritti riconducibili al signore feudatario, inerenti quindi anche la caccia, la riscossione di tasse e tributi, l'agricoltura.
Non vi sono testimonianze della reale esistenza e diffusione di tale diritto nell'
Europa medievale. In particolare, nelle fonti storiche di epoca medievale non ne è rintracciabile alcuna menzione, né da parte delle autorità laiche (re, [[Sacro romano impero|imperatori), né da parte di quelle ecclesiastiche. Ogni riferimento conosciuto risale, infatti, ad epoche successive. Questo ha portato parte della moderna critica storiografica a derubricare lo ius primae noctis a una sorta di "mito" moderno relativo all'epoca medievale, la cui fondatezza non si basa sul alcuna fonte
 
(FONTE: documentata.https://it.wikipedia.org/wiki/Ius_primae_noctis)
 
Oggi ho incontrato il mio amico Enrico che non vedevo da qualche tempo e fra le altre amenità che sono uscite dalle parole che ci siamo scambiati, al termine di una celere analisi di ciò che stiamo vivendo e di come noi lo stiamo subendo nella maturità dei nostri cinquanta anni, salutandomi mi ha detto: "Ci manca solo che ripristinino il "diritto di prima notte!" ...; se mai fosse stato possibile riassumere in una frase il periodo che stiamo vivendo la  locuzione da lui proferita mi è subito apparsa efficace, nonché geniale e, purtroppo, concreta.
Non so come gli sia uscita, forse una rimembranza di studi giovanili, o forse qualcosa in cui si è imbattuto mentre scriveva un articolo per il Messaggero di Roma, comunque sia mi ha profondamente colpito e fatto sorridere nello stesso tempo.
Ho più volte sottolineato nei post che scrivo su questo blog di come sia in corso un forte depauperamento dei diritti faticosamente acquisiti e di come questo sembra sia passivamente accettato dalla nostra società, nella quale gli individui che la compongono guardano esclusivamente a ciò che li riguarda strettamente e sono sempre meno propensi a lotte collettive, ovvero a sostenersi a vicenda in uno qualunque degli aspetti che permettono, più o meno, una convivenza che possa definirsi accettabile; così che in questa disgregazione progressiva dei valori condivisi proliferano ed assurgono a ruoli istituzionali "signori medioevali" tesi esclusivamente alla protezione del potere conquistato.
E' sempre complesso articolare pensieri per esporre un argomento di cui si ha voglia di dire qualcosa, scrivere resta un esercizio faticoso ed il più delle volte completamente inutile, vista la quantità di informazioni, che possono essere reperite sulla rete e alle quali, francamente, è impossibile stare dietro, tanto meno a tutti gli articoli correlati scritti nella disponibilità di chiunque avesse un minimo interesse a leggerli; per questo, e per tanto altro che sarebbe troppo lungo da esporre, la chiosa di Enrico a ciò che ci stavamo dicendo "Ci manca solo che ripristinino il "diritto di prima notte!" mi è apparsa subito una mirabile, illuminante sintesi di questo periodo storico.
A volte non serve dire molto, se si sa quello che si deve dire ... non credete ... ?
 
 
 
 
 

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