Per molti anni il veicolo principale di Paolo Cianfanelli nell’Arte è stata la Musica; è un musicista che ha condiviso e tutt’ora
condivide belle esperienze. Il disegno, poi, lo ha accompagnato lungo questi anni,
anche se in modo marginale e solo nel 1999 dopo un’esperienza personale molto
dura….e dopo che la musica iniziava a stargli un po’ stretta ha iniziato a mettere le
mani sulle tele.
In precedenza ha frequentato un istituto d’arte che credeva lo aiutasse ad incanalare le energie (pittoriche), ma non fu così.
Paolo tende a
catapultarsi nell’ istinto espressionistico (in particolare nudi), ma poi, come
nella Musica, ritiene che la contaminazione è la cosa
fondamentale, essenziale, per sperimentare e tentare di arrivare ad un proprio stile.
La sua pittura ha nell'istinto la sua caratteristica principale, il bisogno personale quasi fisico di portare sulla
tela energie altrimenti compresse ed implosive in lui.
Usa colori acrilici di base,
colori ad olio per strutturazioni corpose e anche materiali grossolani come le paste
sabbiate.
Su una delle sue prime tele, durante varie sperimentazioni
ha scritto:
“Mi libero dal pregiudizio secondo il quale un opera d’arte è tale
solamente se è riconosciuta”.
"Luce negli occhi" 35x45
acrilico/olio/malta sabbiata su tela - Paolo "Pao" Cianfanelli -
Aprile 2011
·
Partiamo dal colore, soprattutto in rapporto all’uso
del contrasto delle tonalità calde/fredde che emerge dai tuoi lavori: è una
dualità che è propria del tuo io? Oppure la tua riproposizione dell’eterno
dubbio amletico delle vita: bene/male, amore /odio, vivere/morire, essere/non
essere
·
- Credo che
ognuno di noi abbia una sorta di dualismo…quello che vogliamo che gli altri
vedono e quello che noi siamo in realtà, la pittura è un veicolo che utilizzo…ed
in parte è la trasposizione di alcuni miei anfratti mentali, che comprendono
sicuramente anche dubbi amletici.
·
I volti dei tuoi disegni, in molte opere
inespressivi, oserei dire “di alieni,
mutanti”, sembrano un manifesto generazionale…
·
Questa è una
caratteristica delle linee dei volti che disegnavo in passato…osmosi mentale di
un periodo poco definito ma “mutante”, con il tempo…i miei volti hanno
ritrovato i lineamenti naturali.
"Riposare" 40x45 olio/acrilico/malta
sabbiata su tela - Paolo "Pao" Cianfanelli - aprile 2011
·
L’uomo accovacciato con la testa fra le gambe,
avvolto nella spirale che gli ruota di fianco (riposare), un opera meravigliosa per me, ad alta densità spirituale,
mi torna dietro l’idea della forza che ci vuole per affrontare ogni giorno la
vita, rendendoti alla fine esausto…
·
“Riposare” è
uno stato d’animo…stanco dalle ripetute forzature della vita… vita che dovrebbe
essere vissuta al secondo, concetto semplice ma così ostico per l’uomo.
Tutte le tele raccontano di me, questa in
particolare racchiude un preciso periodo, che tra l’altro sto ancora vivendo,
un periodo fatto di dolore fisico e mentale che porta ad una naturale stanchezza,
comprendente vortici di mille sfumature che sublimano respiri di rinnovo
naturale.
·
Il selfportrait (o almeno a me sembra il tuo
autoritratto…) così caricaturale, fumettistico, con lo sguardo a metà fra la
sorpresa e la paura, così originale e
così minimalista…E’ il tuo approccio nel mondo?
·
Lo chiamerei
istinct-selfportrait, questo perché è un disegno di getto…fatto in 30
secondi…ricordo il momento particolare pregno di sorpresa e paura, ma anche di
attesa…quell’attesa che logora.
Direi che è anche un mio approccio nel mondo…ma non
solo, è facile cadere nella trappola del qualunquismo, e fare una critica ed
autocritica di ciò che ci circonda, che non è fatto di colori rilassanti, ma
per fortuna la mia tavolozza ha svariate sfumature.
·
Per chiudere, parafrasando Herman Hesse “artista (poeta) è qualcosa che si può
soltanto essere, ma non diventare”: si raccoglie in te una cifra artistica
di notevole spessore che si muove fra note e pennelli … pensi mai alla
solitudine che porta l’”essere artista”,
ne avverti il peso nella ricerca intima necessaria a creare? E dopotutto, ne
sapresti fare a meno…?
·
Vorrei citare una frase di Van Gogh che ho letto la prima volta durante
la mostra avvenuta a Roma nel 2011 e che in solitaria mi sono visto palmo a
palmo, cercando di respirare dentro quelle tele…e un'altra mia…che ormai da
anni porto con me.
“ …E’ veramente un fenomeno strano che tutti gli artisti, poeti, musicisti, pittori, siano materialmente degli infelici, anche quelli felici…” -- Van Gogh
Paolo "Pao" Cianfanelli - Maggio
2011-
“Mi libero dal pregiudizio secondo il quale un’opera
d’arte è tale solamente se è riconosciuta"...
Accomunarmi ad uno dei Pittori più importanti non è
megalomania…bisogna leggere tra le righe per ben capire il sentore dello stato
d’animo di un Artista, e queste due frasi in fondo soffrono in egual modo di un
malcontento che racchiude il mondo dell’Arte…e dato che le mie esperienze sono
nate con il mondo musicale sono convinto ancora di più di quello che sto per
scrivere.
Gli
artisti, tranne i pochi dei quali si rispetta più il successo che l'espressione
dell'anima, vengono emarginati e bollati con le stesse prevenzioni con cui
altri bloccati giustificano il loro rifiuto a coinvolgersi artisticamente: si
pensa che per voler essere artisti bisogna essere infantili, irresponsabili,
illusi, egocentrici, perversi, inaffidabili, pazzi, sessualmente agitati,
psicologicamente instabili, eccessivi, dipendenti da alcol e droghe, sregolati
in ogni cosa, ammalati di solitudine, incapaci di combinare qualcosa di buono
nella vita e di creare ricchezza. Anche se affascinanti a ben guardare queste
idee sono quelle che serrano pesantemente la soglia che si apre sull'anima;
infatti il benpensante rinnega la propria anima poiché teme di incorrere nella
follia e nell'ostracismo sociale. L'essere artista non dipende affatto dal
successo che si riscuote, è piuttosto il coraggio e l'esultanza di seguire il
proprio cuore, incontrando se stessi e muovendosi assecondando la necessità
interiore. Solo per alcuni questa spinta è talmente forte da divenire
un'essenziale scelta di vita, ma per ogni individuo il “recupero creativo” può
essere una vera benedizione, un'integrazione che va a sostenere e ad illuminare
ogni esistenza che si è scelto di vivere.
L’Arte ha alleviato le mie vicissitudini di
salute…la matita è mia amica, i colori la vita.
Non voglio aggiungere altro a quello che ha già detto Paolo in questo breve ma penetrante colloquio. E' un esponente di spicco di quel movimento culturale che muove e vive nei Castelli Romani, collaborando fattivamente con la sua opera: densa, spirituale, energica, sorprendente sotto certi aspetti. Ma questo non è importante, ciò che lo è veramente è che la sua opera comunica a chi è capace di ascoltarla; emana vibrazioni. Fatevi un giro sulla sua gallery...
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