lunedì 22 novembre 2010

LIBERTA' DI PAROLA

"Come diritto attivo si colloca insieme al diritto di commettere un omicidio: possiamo esercitarlo se siamo disposti a subirne le conseguenze. L'omicidio è vietato sia nella teoria che nella pratica: la libertà di parola in teoria è garantita, ma di fatto vietata. Secondo l'opinione pubblica sono entrambi crimini ed entrambi sono profondamente odiati dalle persone civili. L'omicidio è punito solo in alcuni casi, la libertà di parola sempre, quando è commessa. Il che è raro ... La libertà di parola è un privilegio esclusivo dei morti, è monopolio dei morti ... Perché la libertà di parola è una cosa desiderabile. Me ne sono accorto a Londra, cinque anni fa, quando i simpatizzanti dei Boeri, uomini rispettabili che pagano le tasse, bravi cittadini e autorizzati alle loro opinioni tanto quanto ogni altro cittadino, sono stati assaliti durante i loro incontri e i loro oratori sono stati maltrattati e cacciati via dal palco da altri cittadini che avevano opinioni diverse dalle loro...
Ho appena finito un articolo di questo tipo, che mi soddisfa completamente. Rende il mio animo, ormai logorato dalle intemperie, felice di leggerlo, nonché di ammirare i problemi che porterebbe a me e alla mia famiglia. Me lo lascerò indietro, e lo divulgherò dalla tomba. Lì esiste la mia libertà di parola, senza alcun danno per la mia famiglia"

 (MARK TWAIN - SCRITTI MAI PUBBLICATI ED ORA RACCOLTI E STAMPATI PER LA PRIMA VOLTA NEGLI USA CON IL TITOLO WHO IS MARK TWAIN?, RIPROPOSTI IN ITALIA, NEL CENTENARIO DELLA MORTE DELLO SCRITTORE DA EDITORI RIUNITI NEL LIBRO "IL RACCONTO DEL BECCHINO ED ALTRE STORIE).


il tempo sembra passare inutilmente, sopratutto in relazione ai nostri errori. ogni giorno in italia si levano cori sulla libertà di parola, soprattutto da chi, in effetti, ce l'ha. penso a chi scrive sui giornali, a chi conduce programmi televisivi di vasta audience, chi è regolarmente invitato a dire la sua (dietro lauto compenso s'intende) e puntualmente grida alla negazione della libertà di parola, facendosi martire (con villa al mare e altre cose). in questo paese che ha perso il senso della misura e che sopravvive sui resti di logore ideologie, un minuto di riflessione sulle parole di mark twain non può che farci bene. e mentre a vicenda i martiri si accusano l'un l'altro di essere privati della libertà di parola (invitandosi a turno nelle loro trasmissioni e/o ospitandosi in editoriali sui quotidiani che contano) una ragazza cinese per un messaggio lasciato su twitter (che ovviamente non le portava alcun compenso), con il quale solidalizzava con un dissidente del regime, è stata condannata ai lavori forzati per essere RIEDUCATA.

ma questo non interessa ai martiri. non fa audience. non indurrebbe un giudice a emettere una sentenza con la quale si è obbligata la rai a riassumere un conduttore indicandogli, in aggiunta, la trasmissione, il giorno per andare in onda e l'ora.
per non attendere che qualcuno legga i nostri scritti dopo che siamo morti, usiamolo questo diritto. sopratutto quando ci sono da dire cose scomode. forse è vero che non ci porterà benefici. ma forse ci lascerà andare a dormire con un senso di sollievo.

Nessun commento: