venerdì 3 marzo 2017

5 DOMANDE A: MARTINA TARDIOLI (COMITATO UN GIORNO PER GLI ALTRI)

 

COMITATO ORGANIZZATORE
(oltre ovviamente ai nostri preziosi mariti che ci danno un valoroso supporto)
COSI GERMANA
COSI LUANA
FERRANTE CONNIE
ROSSI CARLA
TARDIOLI MARTINA 



 1) Come nasce l’idea di questa “festa di beneficenza”?


Nel 2001 insieme ad una coppia di amici, io e il mio compagno (ora marito) decidiamo di ospitare due bambine provenienti dalla Bielorussia per un progetto di risanamento fisico.  Le bambine sono arrivate malnutrite, con problemi fisici e psicologici di vario tipo. Nel 2002 decidiamo di metterci in viaggio verso Rudenk per andarle a trovare e vedere dove vivono. L’Istituto nel quale alloggiavano, situato in un paesino sperduto a  50 km dalla capitale, mi ha dato l’impressione di un carcere … l’impatto emotivo fu molto forte . L’organizzazione ospitava bambini orfani o bambini tolti ai genitori per problemi giudiziari dai 7 ai 17 anni, il suo direttore  ci aveva comunicato che con  i finanziamenti statali non riuscivano a coprire i fabbisogni dei loro ospiti e ci chiese di aiutarli per comprare loro scarpe e vestiti.  A seguito di questa esperienza abbiamo coinvolto i nostri amici per la prima festa di beneficenza che si è svolta a casa mia a luglio del 2003 e abbiamo raccolto € 1.200. Da qui ogni anno abbiamo organizzato una festa per cercare di aiutare chi ne avesse bisogno, portando direttamente i soldi senza intermediari. Il nostro gruppo si chiama “1 giorno per gli altri”.

2) C’è nel vostro futuro in programma  la nascita di una Onlus? 

Ne abbiamo parlato varie volte con idee un po’ contrastanti. Sicuramente una Onlus ci permetterebbe di ricevere più finanziamenti, ma richiederebbe anche più impegno: comunque non la escludiamo come ipotesi futura. 

3) I risultati ottenuti finora vi soddisfano?

Riguardo ai risultati posso dirti che nel corso degli anni le persone che partecipano ai nostri eventi sono aumentate; infatti, le prime feste le facevamo nel giardino di casa mia, poi, dopo aver superato le cento persone, siamo stati costretti a trovare nuove soluzioni. Si, siamo contenti, sia perché riusciamo comunque a trarne benefici in termini di soldi da donare sia perché le persone che vi partecipano rimangono entusiaste. E’ un modo anche per incontrare amici che non si vedono da  molto tempo.

4) Pensate, inoltre, di dedicarvi ad un programma in particolare? Ovvero ad un obiettivo mirato da raggiungere in un determinato tempo? 

Un programma in particolare vorrebbe dire dedicarsi ad un unico progetto e non alle diverse necessità che si possono presentare ogni anno. I nostri interventi sono innanzitutto rivolti principalmente ai bambini  Ci sono diverse realtà territoriali che hanno necessità impellenti  e noi vogliamo esserci anche per loro. Anche in occasione del terremoto de L’Aquila e di Norcia siamo stati presenti.  

5) Infine, una curiosità … dedicare tempo a questa attività resta in un sé un atto di profondo di profondo egoismo? Nel senso che il benessere che se ne trae può essere definito una spinta essenziale a farlo? 

Aiutare gli altri, aiuta sicuramente a fare stare bene noi e, anche se in questo ci fosse un poco di egoismo , io lo definirei “sano” . 



  Cosa dire … seppur da un certo periodo di tempo anche io ho iniziato a dedicare parte del mio tempo per cercare di fare qualcosa di utile per chi vive in contesti particolarmente difficili, mi entusiasma sempre ascoltare chi fa altrettanto …
Conosco Martina da tanto tempo, ma da altrettanto non la sentivo … poi quello strano mezzo che è facebook ci ha rimesso in contatto, sono venuto a conoscenza di questa sua attività benefica e non ho resistito per saperne di più.
A lei ad al suo gruppo vanno i miei ringraziamenti per quello che fanno sottraendolo al loro tempo personale, cosa che rende, indubbiamente, il nostro mondo migliore, perché è in ogni singolo gesto individuale  che l’umanità giustifica, o meno,  la sua esistenza …

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