giovedì 15 gennaio 2015

G.N. E L'APOSTASIA DELLA DEMOCRAZIA


E' finita. o, perlomeno, è momentaneamente finita. Il Presidente uscente della ex Repubblica Italiana si è dimesso, come Aloisius Ratzinger, ovvero Papa Benedetto XVI.
L'ex comunista, trapiantato nel sistema democratico occidentale in tarda età, ha deciso di abdicare, lasciando dietro di se un Paese in frantumi.
In nove anni e spicci di regno incondizionato sull'italico popolo abbiamo visto e sentito di tutto, in un assolo crescente e distonico, mai popolare, avverso al buon senso, plateale, teatrale, simbolico e autoreferenziale.
Da sempre allergico ai voleri del popolo, come non ricordare la sua ferrea posizione di compiacimento per le invasioni russe in Ungheria e Cecoslovacchia nella sua giovane età di apprendistato nel partito comunista, e insofferente ai richiami libertari, la sua assunzione a Capo di Stato, ancora oggi veramente incredibile, ha sintetizzato mirabilmente il concetto di "colui che si trasse dietro", come Giuda il Galileo negli Atti degli Apostoli dei classici greci.
Non avendo mai creduto nella democrazia (fedele in eterno all'ortodossia comunista) durante il suo regno di fatto l'ha ripudiata, venendo meno al suo impegno con il popolo italiano di custode della stessa, tracciando la via per l'apostasia della democrazia, per l'appunto.
Ha permesso che nulla più fosse scelto tramite espressione di voto, imponendo tre automi alla guida del governo italiano (Monti, Letta, Renzi), da guidare nelle scelte, imposte, degli uomini e nelle direttive per legiferare.
Ha condotto l'Italia dove è oggi, ovvero in un pantano, anzi, meglio, nelle sabbie mobili tedesche, fedele al suo credo della profonda ignoranza del popolo, bisognoso di un despota (Angela Merkel) che ne cauterizzasse gli ardori democratici di libero arbitrio.
Ha imposto la sue rielezione, contraria alla Costituzione, facendo affossare ogni possibile alternativa credibile, affinché potesse portare a termine il suo mandato da subordinato della Cancelliera tedesca, dovendo tenere fede ad un patto.
Ha sistemato, per il futuro, suoi uomini nei posti chiave dell'ex sistema democratico italiano, senza che di questo ne fosse dato abbastanza risalto, affinché lo status quo attuale resista per un tempo prefissato aprioristicamente.
Potremmo continuare, ma questo è già sufficiente a consegnarlo alla Storia, che ne giudicherà gli atti e stilerà il suo rendiconto.
A noi restano le macerie e il terribile pensiero che chi prenderà il suo posto possa addirittura fare peggio, visto lo stato di trance collettiva che ha invaso l'italica gente; i nomi in circolo sono desolanti, il panorama politico italiano deprimente.
Infine, come soluzione propongo una riffa: estraiamo a sorte un qualunque cittadino ... magari, a volte, colui il quale si crede ignorante è portatore, invece, di profonda conoscenza ...

 

 

 

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