E' finita. o, perlomeno, è momentaneamente finita. Il Presidente
uscente della ex Repubblica Italiana si è dimesso, come Aloisius Ratzinger,
ovvero Papa Benedetto XVI.
L'ex comunista, trapiantato nel
sistema democratico occidentale in tarda età, ha deciso di abdicare, lasciando
dietro di se un Paese in frantumi.
In nove anni e spicci di regno
incondizionato sull'italico popolo abbiamo visto e sentito di tutto, in un
assolo crescente e distonico, mai popolare, avverso al buon senso, plateale,
teatrale, simbolico e autoreferenziale.
Da sempre allergico ai voleri del
popolo, come non ricordare la sua ferrea posizione di compiacimento per le
invasioni russe in Ungheria e Cecoslovacchia nella sua giovane età di
apprendistato nel partito comunista, e insofferente ai richiami libertari, la
sua assunzione a Capo di Stato, ancora oggi veramente incredibile, ha
sintetizzato mirabilmente il concetto di "colui che si trasse dietro", come Giuda il Galileo negli Atti
degli Apostoli dei classici greci.
Non avendo mai creduto nella
democrazia (fedele in eterno all'ortodossia comunista) durante il suo regno di
fatto l'ha ripudiata, venendo meno al suo impegno con il popolo italiano di
custode della stessa, tracciando la via per l'apostasia della democrazia, per
l'appunto.
Ha permesso che nulla più fosse
scelto tramite espressione di voto, imponendo tre automi alla guida del governo
italiano (Monti, Letta, Renzi), da guidare nelle scelte, imposte, degli uomini e
nelle direttive per legiferare.
Ha condotto l'Italia dove è oggi,
ovvero in un pantano, anzi, meglio, nelle sabbie mobili tedesche, fedele al suo
credo della profonda ignoranza del popolo, bisognoso di un despota (Angela Merkel)
che ne cauterizzasse gli ardori democratici di libero arbitrio.
Ha imposto la sue rielezione,
contraria alla Costituzione, facendo affossare ogni possibile alternativa
credibile, affinché potesse portare a termine il suo mandato da subordinato
della Cancelliera tedesca, dovendo tenere fede ad un patto.
Ha sistemato, per il futuro, suoi
uomini nei posti chiave dell'ex sistema democratico italiano, senza che di
questo ne fosse dato abbastanza risalto, affinché lo status quo attuale resista per un tempo prefissato aprioristicamente.
Potremmo continuare, ma questo è
già sufficiente a consegnarlo alla Storia, che ne giudicherà gli atti e stilerà
il suo rendiconto.
A noi restano le macerie e il
terribile pensiero che chi prenderà il suo posto possa addirittura fare peggio,
visto lo stato di trance collettiva che ha invaso l'italica gente; i nomi in
circolo sono desolanti, il panorama politico italiano deprimente.
Infine, come soluzione propongo una
riffa: estraiamo a sorte un qualunque cittadino ... magari, a volte, colui il
quale si crede ignorante è portatore, invece, di profonda conoscenza ...
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