C'hanno tanto menato i testicoli per più di quarant'anni co' la storia della supremazia intellettuale " der popolo de sinistra italico" sul resto del globo che qualcuno c'ha pure creduto a sta' storiella, vergata ad arte per i cervelli da riporto che vagano come zombies sul suolo peninsulare che hanno chiamato Italia.
Dunque, questa specie unta da un qualche spirito divino (ah, guai a dirlo...), questa specie eletta quale guida intellettuale dell'homo italicus, sottospecie e figlia, evidentemente, di un dio minore, si è arrogata per mezzo secolo circa il titolo di suprema intelligenza abitante il pianeta.
Appuntatasi da sola i gradi di generale istruttore s'è messa sotto a guidare moralmente un paese che a loro modo di vedere aveva, ha, capacità intelletive più prossime alle amebe che all'essere umano.
Sotto la stella polare della sapienza ha prodotto una sistematico indottrinamento della specie, un assedio morale ininterrotto, un profluvio di parole, scritte e urlate, una cascata di ordini perentori sul "come" "quando" e "perchè".
Una agitazione perenne sui pericoli indotti dal popolo bue, incapace di intendere e volere e dunque pericoloso in ogni tipo di manifestazione che voglia assuregere a " democratica".
Un carosello, un girotondo, un convegno, un'adunata continua sotto il segno della Grande Conoscenza sconosciuta a tutto il resto della popolazione.
Insoddisfatta dei confini limitati della pur bella penisola, hanno poi allargato i confini, con la pretesa di insegnare ai gretti abitanti dell'occidente del pianeta la Via Giusta.
E così via.
Per fare questo, ovviamente, hanno dovuto occupare tutti i posti di rilievo della giovane democrazia italiana, imberbe e quindi inabile a sostenersi con le gambe proprie.
Ecco, dunque, nascere la Corporazione Sinistroide, una galassia composta, oltre che dal Partito, dai giornali, riviste, spazi televisi, scuole, teatri ed oggi, internet, summa del teorema libertario/egualitario su cui si basa tutto il Pensiero Incriticabile.
Pochi eletti, autoincesatesi del titoli di Migliori hanno posto le basi per creare una formidabile Società Democratica che vivesse libera e felice sotto le Loro Regole.
Nel frattempo, nel Partito, alcuni hanno iniziato ad avere dei dubbi sulle qualità dei compagni e sulle loro idee, mai abbastanza rivoluzionare.
E visto che i posti da sedere erano pochi, hanno scomposto la galassia in sottogalassie, ognuna con un credo leggermente diverso, ma, beninteso, sempre Supremo rispetto alla brodaglia popolare incosciente.
La Grande Esplosione ha prodotto una guerra fra le intelligenze supreme, che si è combattuta a forza di slogan, idee partorite in brain storming fuori poratata dei più, in avveniristiche location e basate su ricchi menù per rifocillare lavori di straordinaria fatica.
Le battaglie, che verranno celebrate nei futuri libri di Storia contemporanea, non hanno avuto tregua: al grido di " ne resterà soltanto uno", le mitiche menti hanno mietuto vittime illustri lungo il cammino per celebrare il Migliore fra i Migliori.
...
L'Itaglia di oggi è il frutto delle perseveranza dei supremi nel cercare di affermare, in maniera inenequivocabile, il loro Pensiero: il Nulla.
Il Pantheon delle meraviglie è composto da nomi altisonanti, di cui si sono lette le gesta su tutti i giornali/ telegiornali/programmi tv guida ... Inutile elencarli ... Sono sulla bocca di tutti ...
Le Supreme Intelligenze sono liete ora di mostrare al popolo bue il risultato del loro pensiero guida: una stratificazione desertica di valori, un ceto politico incompetente, dirigenti apocalittici, una scuola distrutta, un economia asfittica da un lato e dall'altro in mano ai grandi fondi di imvestimento stranieri, un plumbeo cielo all'orizonte.
Grazie, per aver illuminato poveri dementi in cerca di se stessi.
Grazie, per aver lastricato strade fatte di polvere.
Grazie, per aver indicato la via estera alle nostre, quelle si, migliori menti.
Grazie, per aver denigrato per tanti anni un popolo, dandogli continuamente dell'idiota.
Grazie, per aver dato certezze ai nostri figli.
Grazie, infine, per aver fatto sprondare il Bel Paese, nella sabbie mobili tedesche.
Supremazia ideologica, la più grande balla del secolo ...
sabato 12 luglio 2014
mercoledì 9 luglio 2014
LOBOTOMIZZATI DAL TELEFONINO
C'è una componente diabolica, oltre a quella tecnologica, che probabilmente si acquista assieme al telefonino o Smartphone: è quella di doverlo continuamente fissare o usare in qualunque momento della giornata, anche se in altre cose indaffarati.
Ma c'è un momento in particolare a cui mi riferisco: è quello della guida.
Andando tutti i giorni in Roma con la motocicletta, la mia attenzione è rivolta alle macchine che mi camminano affianco, conoscemdo bene le pessime abitudini alla guida dell'italico patentato.
Oltre ai soliti vizi delle ammucchiate ai semafori, i cambi di corsia scellerati e senza freccia, le soste improvvise e quanto altro, la cosa che più mi lascia pensare è che la maggioranza delle persone che incontro intente alla guida stanno usando il telefono, tutte rigorosamente senza vivavoce, questo sconosciuto.
Come in preda ad un segnale iptonico, questa gente guida quasi sempre telefonando ... E questa è la cosa meno pericolosa che fanno, seppur il dialogo distragga. Ma quello veramente inquietante è quando mandano o leggono messaggi di qualunque tipo ( magari sono in qualche chat): alzano e abbassano freneticamente la testa, rallentando le file, procedono a tentoni o troppo forte o troppo piano, frenano all'improvviso o all'improvviso sterzano ... E potrei continuare.
Sono completamente assorbiti dal diabolico oggetto: rischiano la vita propria e quella degli altri solo per usarlo.
Sono vitrei sull'oggetto, come se nulla più importasse; come se la macchina potesse procedere da sola con un pilota automatico; ridono, piangono, si incazzano, cazzeggiano ... Tutto nell'incuranza totale del prossimo.
Sono assatanati possessori dell'oggetto, che li usa invece di farsi usare. Il telefono si impossessa della loro anima rendedoli schiavi: li conduce in un isolamento infernale seppur apparantemente gaudente.
Tossici persi dietro la rota dello Smartphone in qualunque momento; allucinati privati del minimo senso civico; obnubilati dalla risposta in chat, dallo "stato" su FB, dalla foto da postare... Mentre guidano.
La scorsa settimana una mi ha tamponato dietro in fila sul raccordo anulare ... Scendo, e questa aveva in mano due cellulari ...
Mi ha detto scusi, sa mi ha squillato il telefono mentre parlavo con l'altro ...
Non ho detto nulla, mi ha fatto veramente pena.
Questi lobotomizzati dalla tecnologia aliena sembrano zombie, privati della capacitá senziente donata all'essere umano.
L'usanza più tragica di tutte, poi, è il selfie, l'autoscatto, totem attuale delle tribù tecnologiche urbane; girano da tempo spot contro l'uso del telefono in macchina ma, a quanto pare, nell'indifferenza generale.
Parafrasando quel famoso messaggio " una telefonata allunga la vita" potremmo oggi dire che "una telefonata in macchina potrebbe accorciare la vita..."
Ma c'è un momento in particolare a cui mi riferisco: è quello della guida.
Andando tutti i giorni in Roma con la motocicletta, la mia attenzione è rivolta alle macchine che mi camminano affianco, conoscemdo bene le pessime abitudini alla guida dell'italico patentato.
Oltre ai soliti vizi delle ammucchiate ai semafori, i cambi di corsia scellerati e senza freccia, le soste improvvise e quanto altro, la cosa che più mi lascia pensare è che la maggioranza delle persone che incontro intente alla guida stanno usando il telefono, tutte rigorosamente senza vivavoce, questo sconosciuto.
Come in preda ad un segnale iptonico, questa gente guida quasi sempre telefonando ... E questa è la cosa meno pericolosa che fanno, seppur il dialogo distragga. Ma quello veramente inquietante è quando mandano o leggono messaggi di qualunque tipo ( magari sono in qualche chat): alzano e abbassano freneticamente la testa, rallentando le file, procedono a tentoni o troppo forte o troppo piano, frenano all'improvviso o all'improvviso sterzano ... E potrei continuare.
Sono completamente assorbiti dal diabolico oggetto: rischiano la vita propria e quella degli altri solo per usarlo.
Sono vitrei sull'oggetto, come se nulla più importasse; come se la macchina potesse procedere da sola con un pilota automatico; ridono, piangono, si incazzano, cazzeggiano ... Tutto nell'incuranza totale del prossimo.
Sono assatanati possessori dell'oggetto, che li usa invece di farsi usare. Il telefono si impossessa della loro anima rendedoli schiavi: li conduce in un isolamento infernale seppur apparantemente gaudente.
Tossici persi dietro la rota dello Smartphone in qualunque momento; allucinati privati del minimo senso civico; obnubilati dalla risposta in chat, dallo "stato" su FB, dalla foto da postare... Mentre guidano.
La scorsa settimana una mi ha tamponato dietro in fila sul raccordo anulare ... Scendo, e questa aveva in mano due cellulari ...
Mi ha detto scusi, sa mi ha squillato il telefono mentre parlavo con l'altro ...
Non ho detto nulla, mi ha fatto veramente pena.
Questi lobotomizzati dalla tecnologia aliena sembrano zombie, privati della capacitá senziente donata all'essere umano.
L'usanza più tragica di tutte, poi, è il selfie, l'autoscatto, totem attuale delle tribù tecnologiche urbane; girano da tempo spot contro l'uso del telefono in macchina ma, a quanto pare, nell'indifferenza generale.
Parafrasando quel famoso messaggio " una telefonata allunga la vita" potremmo oggi dire che "una telefonata in macchina potrebbe accorciare la vita..."
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