La storia, generalmente ignorata dal paradosso
sociale italiano, scrive sempre verità. Non quella che viene impressa sui libri
di chi pretende di raccontarla a modo proprio, come generalmente è avvenuto in
questo paese, ma la corretta e distaccata (nel senso che non di parte e/o
ideologica) analisi di quello che è accaduto nel passato prossimo e remoto può
condurre ad ipotesi future più probabilistiche di quanto sia possibile pensare.
Non tanto nei corsi e ricorsi tanto cari a Vico quanto nello sviluppo di una
strategia basata, per l'appunto, sulla fredda disamina dei fatti accaduti in un
determinato contesto sociopolitico.
Il periodo di confusione collegato alla perdita
di una identità univoca che il popolo italico sta vivendo nasce da un lungo
periodo, che muove dalla cosìdetta fine delle prima repubblica, passando per
l'entrata nell'euro zona, per la perdita di sovranità nazionale ceduta parte,
di fatto, a gruppi di potere economico operanti nel pianeta che speculano sui
popoli al fine di un tornaconto personale, parte alla germania, che non
fidandosi dei paesi europei dell'area mediterranea ha cercato, cerca e cercherà
di essere la voce del padrone che risuona nella vecchia europa (come ha sempre
cercato di fare sviluppando la maggior parte delle guerre che si sono combattute
nel vecchio continente e, di certo, le due più sanguinose...), per la
mediocrità di una classe dirigente nata delle ceneri di ideologie contrastanti
e antitetiche che hanno regnato (regnano...) nel nostro paese, per la ferrea e
assurda convinzione che comunque il "mio pensiero è migliore del tuo"
al di là di ogni ragionevole dubbio, per il crescente disinteresse del
cittadino agli affari politici, per l'assoluta demagogia dei centri di
informazione, che nel caso italiano non vedono alcun editore puro, per la
negligenza nell'affrontare enormi problemi nazionali che si trascinano da
tanto, troppo tempo.
E potremmo continuare, facendo sì che la lista
diventi insopportabile da leggere.
Ma questi fatti nella nostra storia recente sono
impressi a fuoco ed ogni persona sana di mente e scevra da conclusioni di parte
può e deve riconoscerli. Il declino del modello di vita italiano è iniziato con
quella che è ricordata come tangentopoli, ovvero la disastrosa e rovinosa
caduta di quella che oggi viene commemorata, appunto, come prima repubblica.
Da quel preciso momento ne inizia un altro, che
sta adesso muovendo i primi passi da persona adulta, dopo il necessario
rodaggio dell'età infantile e dell'adolescenza. I cambiamenti non avvengono con
un giorno; sono lenti, devono necessariamente essere percepiti come tali dal
popolo, essere poi assorbiti, metabolizzati, digeriti e finalmente compresi.
Tra questi fasi prolificano momenti di estrema
confusione, dovuta, appunto ad una perdita di identità nazionale e personale;
ci sono cose in cui le persone credono fermamente e vedere sbriciolate le
proprie convinzioni giorno dopo giorno conduce, dovrebbe condurre, ad uno
smarrimento, che porta al disordine in quanto genera ansia, paura.
Ora, che sul suolo italico stesse avvenendo una
mutazione pochissimi sono stati in grado di interpretarlo, meno che mai la
classe politica e, agganciata a essa, quello che le ruota attorno, dai
sindacati alla pubblica amministrazione in senso lato, ovvero come
amministrazione del bene pubblico (troppo lungo considerato privato da quelle
pubbliche associazioni appellate come partiti).
Questo non sense ha paralizzato
l'italia, restia ad uscire dal proprio passato settario e conservatore nel suo
contesto dell'élite burocratica, e
ancora imberbe nel coraggio di voltare pagina nel suo contesto di volgo.
E la paralisi ha prodotto frammentarietà,
disordine, angoscia, riluttanza, incertezza, demagogia e guru. Del resto la
storia racconta di aggregazioni spontanee attorno a personaggi seducenti e
calamitanti nei momenti di buio, alla ricerca di una guida per uscire dallo
stato di caos apparente seppur palpabile. Che hanno prodotto risultati
contrastanti ed, in genere effimeri, se non disastrosi.
Ma tutto questo rientra nel naturale evolversi
verso l'età adulta, ovvero quella della comprensione di un fatto, del giudizio
da formare, della soluzione da trovare. Accantonare cioè gli ardori giovanili e
rivoluzionari che ci hanno condotto fino a qua (anche, se, a mio avviso,
abbastanza inconsapevolmente) e affrontare la realtà odierna col senso del
"buon padre di famiglia",
ovvero obiettivamente e pensando a cosa sia giusto nel momento e nel futuro
prossimo per assicurarne uno degno ai propri figli.
Occorre, quindi, razionalità fredda, non
molestata da antichi ed obsoleti pensieri ideologici, ma che guarda all'obiettivo
di mantenere e migliorare lo status quo acquisito, nel senso di benessere e
pace sociale.
E' l'ora. Il dado è tratto. la coscienza
lentamente acquisita. L'impossibilità di far sopravvivere un modello oramai
consunto acclarata. Occorre essere cinici e pervasi dall'istinto
dell'autoconservazione, imporre un new
deal fatto di pensieri e occorrenze
diverse, semplicemente diverse e chiare, molto chiare.
Occorre parlare, proporre, discutere, e fare.
Nell'ottica di ragionamenti diversi che devono però proporsi il medesimo fine.
Se la democrazia è il minore dei mali per governare un popolo, cerchiamo di
renderla vera e fruibile questa forma di governo che è costata tanto in tutto
il pianeta per essere faticosamente raggiunta. E' ora di evolverla e
riconsiderarla, cercando tutti insieme una strada per renderla più consona alle
esigenze del terzo millennio, così profondamente diverse già solo dal secolo
appena trascorso.
Tutto può essere cambiato, nulla è immutabile.
Proprio perché cambia l'uomo stesso, che diviene altro pur restando nella forma
da noi conosciuta. Se mai nulla
fosse cambiato oggi forse saremmo, che ne so, al cinquecentesimo imperatore del
sacro romano impero; ma così non é perché ad un certo momento il modello che
l'uomo viveva non era più soddisfacente e lo ha cambiato. Lentamente, con il
tempo che occorreva. Nulla è subito: nulla si crea, nulla si distrugge, tutto
si riproduce. Nel tempo e nello spazio.
Occorre, però comprendere il momento nel quale la
trasmigrazione sta avvenendo.
E l'ora è scoccata. Nell'eutanasia della
repubblica italiana, destinata a divenire altro pur restando se stessa.
Muovere uniti renderà le cose più semplici pur
nella loro enorme difficoltà, ed essere coscienti che i risultati che si
produrranno avranno effetti in un prossimo futuro (certo non domani) renderà
tutto più granitico ed efficace.
Succederà...la storia è lì a ricordarcelo...
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