venerdì 16 ottobre 2009

ONANISMO

SEI

Copioso e latente il coito manuale sgorga deprimente sulla tua pancia bianca. È l’ennesimo giro a vuoto. Nell’eccitazione fantasmagorica e desolante di un vuoto cavernicolo e primordiale. E i laidi e sommessi miagolii che l’accompagnano non sono altro che una stantia colonna sonora restata invenduta sugli scaffali di un negozio di musica. Chi vorrebbe comprarla del resto? Neanche tu che l’hai composta. E i mostri a cui pensi per eccitarti sono ormai tarlati come vecchi mobili nel sottoscala di un antiquario che non è mai riuscito a piazzarli per quanto, nel tempo, abbia cercato di farlo. E i vani tentativi si sono esauriti nella rinuncia. Nella evidente impossibilità di truffare qualche sprovveduto facendoli passare per chissà cosa. Sprovveduti ce ne sono sempre meno. Coglioni come me, invece, sempre di più.
E tutti i pensieri vogliosi fatti su quelle tette e quei culi incontrati nella notte vengono riassunti nello sfregare della mano sulla tua verga impazzita e dura come l’acciaio. In un buio rassicurante. Negli occhi chiusi. Nel petulante andirivieni meccanico e surreale che sembra non avere mai fine. Nel dolore della mancanza di lubrificazione. Del caldo vaginale. Dello sfintere anale. Di una bocca accogliente e laboriosa che lavora di fino mentre mani sapienti accarezzano il tuo petto glabro e tonificato da cotanto benessere.
Cosa hai da dirmi ora?
Cosa vuoi dirmi ora?
Rasenti ramingo il corridoio della follia corroborato da fremiti irrazionali di paura mista ad eccitazione. Corrosiva ed invasiva. Che cauterizza nervi aperti nella vana attesa dell’evento. Che non può succedere. Che non succederà. Che non vedrà mai la luce. Ancorato per sempre nelle tenebre occulte della pazzia mistica di riti di stregoni senza tribù.

pensieri(aforismi)&dialoghi tossici

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