Le polemiche che affollano i quotidiani nazionali in questi giorni sulla gestione affannosa di Roma da parte del Sindaco eletto a furor di popolo che travolgono forse veramente per la prima volta il Movimento 5 Stelle non fanno altro che confermare ciò che si sapeva già.
E' molto più semplice e comodo stare all'opposizione ed esercitare senza soluzione di continuità il diritto di critica che dover prendere decisioni sull'azione da adottare per affrontare i problemi che si palesano di volta in volta, come ben sanno i cosidetti Grillini, appellativo orribile, che sulla critica aprioristica hanno costruito le proprie fortune.
Questo dimostra, qualora ce ne fosse ancora bisogno, come il sistema democratico sia in realtà un sistema di gestione dittatorio, con il quale il gruppo che detiene il potere al momento cerca di imporre la sua visione cercando altresì di creare le condizioni affinchè questo duri il più a lungo possibile.
Pur in un apparente consenso esteso è impossibile pretendere che tutti quelli che lo abbiano dato accettino le decisioni che vengono prese in tacito assenzo, e se così fosse il potere delegato diverrebbe assoluto con le conseguenze che si possono facilmente intuire.
Come ho già avuto modo di scrivere più volte nessuno ha poteri magici e soluzioni geniali per problemi atavici ad oggi mai risolti; il solo pensarlo dovrebbe far riflettere attentamente l'elettore che si reca nell'urna per esprimere la propria referenza su chi dovrà rappresentarlo nelle istituzioni decisorie su come e dove indirizzate il Paese.
È ridicolo credere che si possa cambiare uno status quo radicato semplicemente sventolando ideali ipocriti triti e tristemente obsoleti nella società occidentale attuale; è anche profondamente disonesto.
La complessa organizzazione dei Paesi europei, la cessione di potere legislativo fatta dagli stessi all'Unione Europea, la necessità di produrre, creare lavoro, calmierare l'immigrazione, cercare di assicurare una sicurezza ai cittadini che sia percepita come tale e molto altro, ha creato fitte reti gestionali, relazionali ed economiche che sono ardue da superare.
Qualunque sia la rivoluziome che si voglia intraprendere deve iniziare dal cambiamento del modello sociale, come è sempre avvenuto in ogni momento significativo della storia umana; quello attuale non è più adatto alle esigenze ed alle aspettative reali dei componenti della società moderna, definita liquida da Baumann.
La crisi ideologica che affligge il pensiero umano occidentale ci sta facendo smarrire e dividere, creando barriere invisibili e fratture che presto saranno insabili.
C'è molto da fare. Oppure possiamo restare comodamente sul divano a criticare chi gestisce potere senza avere alcuna qualità per farlo in attesa del Messia che ci indirizzi verso chissá cosa ...