venerdì 21 agosto 2015

ROMA - MONACO DI BAVIERA - PRAGA - BERLINO - ROMA . Capitolo 6 - FINALE

(cronaca di un viaggio in treno avvenuto nell'anno di grazia 2006 - vedi post precedente del 29 giugno 2015)


15  agosto Berlino

Percorriamo questa sconfinata città in tutta la sua interezza, uscendo e entrando nelle sue viscere, visitando quello che viene incontro a noi con curiosità e sorpresa. Questo immenso cantiere che pulsa di voglia di vivere, ma che non vuole dimenticare, che ha voltato pagina, ma che lascia bene in vista lo stupro continuato e aberrante che ha subito, accogliente e disponibile con i suoi ospiti, gentile, sorridente, cosmopolita, educato.
Un piacevole e continuo palesamento di eccellenti qualità, che affiorano ad ogni minimo contatto e soffio di vento, sotto uno dei cieli più belli che mi sia mai capitato di vedere.


16 agosto Berlino

Quello che resta del muro è lì, dinanzi a noi, in tutta la sua devastante ossessione. Lastre di cemento una accanto all’altra. Invalicabili. Mostruose. Costruite per dividere. Quello che non si può dividere. Che solo il genio perduto della razza umana poteva concepire. A completamento della sua follia. Della sua incapacità di dialogo. Di amare.
Oggi è colorato dai graffiti che testimoniano lo scempio compiuto.
Opere d’arte emotive. Devastanti nella loro semplicità. Comunicative. Espressive. Pacifiche.
Alcuni comperano souvenirs.
Anche noi.
Stancamente.
Sopraffatti.
Vinti.
Mentre prendiamo sempre più coscienza su Berlino annotta.
Persi nei nostri desideri e contaminati da persone momentaneamente lontane anneghiamo in due birre. E nell’erba. E nell’augurio sincero che quello che i nostri occhi oggi hanno visto per le generazioni future non possa mai più diventare un terribile presente.
Notte umida.
La città lentamente si spegne.
Noi lo stiamo facendo.


17 agosto Berlino

 Percorriamo le ultime strade della nostra vacanza trascinandoci sotto un sole solenne. Ebbri di tutto quello che abbiamo ingerito e metabolizzato. Ricostruiamo puzzle mentali durante il nostro intercedere nelle ultime visite. Finiamo a fumare erba sull’incredibile prato di Rosenthaler. Fra indigeni che prendono il sole. Non c’è un turista, per fortuna. Fumiamo e fumiamo. E restiamo lì, a goderci l’ultimo scampolo che Berlino può regalarci nella sua quiete vorace, nella sua calma vellutata,  in quello che percepiamo e che non dimenticheremo.


17 agosto notte Berlino

Fra qualche ora il cielo sopra Berlino vivrà nei nostri ricordi, fra scatti rubati, video, sorrisi, silenzi, lunghe conversazioni epistolari, a viva voce, agnello per cena e camminate sulfuree, pannelli per testimoniare urla che vibrano ancora nel silenzio iridescente di una strada che ne tramanda l’eco.
Ecco. Fra qualche ora un aereo ci riporterà da dove siamo venuti. Dove ci stanno aspettando.
La coscienza ora è chiara. Pulsa di vita propria. Germoglia sul nostro passato. Che non vogliamo dimenticare. Che ha fatto di noi quello che siamo. Ma che ora dobbiamo abbandonare al suo cammino. Cosa ci resta se non l’amore. Che stiamo riportando alla luce. In un restauro senza nevrosi. Armati di pennello. Che toglie polvere che ha oscurato i nostri cieli. Intossicandoli. Avvelenandoli. Ma il vento leggero che ci ha sempre permesso di respirare e restare in vita adesso è divenuto un tornado. Che avanza maestoso in un turbinio di luce e spazza quella nube nera. Aprendo squarci d’azzurro, da dove filtra limpida purezza.
Cadiamo in un breve sonno.
Sogniamo.
Al risveglio F. è là che aspetta.
C. aspetterà un giorno in più.
Ma a questo punto il tempo non ha più la stessa importanza. Non è più tiranno. Non asciuga più le nostre debolezze. Né può strizzarle. Continuerà a tirare via giorni alla nostra vita. Ma sarà piacevole vederlo lavorare.

E quello che conta è che non saremo da soli a farlo.  

Nessun commento: