mercoledì 30 marzo 2011

5 DOMANDE A: ANDREA CAOVINI

Andrea Caovini è nato a Roma nel 1977. Dopo il diploma è stato per undici anni commesso in un negozio di articoli sportivi, ma ha sempre coltivato la sua prima e massima passione: la musica. Dal 2008 il pianoforte e la chitarra gli danno stabilmente da vivere. Ha pubblicato “Prenestinity” prima in versione romanzo e poi come audiolibro. Attualmente porta in scena “Prenestinity Circus”, derivato dai lavori precedenti.



Prenestinity: dal libro all’audiolibro. E’ un progetto nato in origine oppure si è sviluppato dopo l’uscita editoriale in forma classica?

Prenestinity nella mia mente è sempre stato “audio”, la prima stesura fungeva da copione a quella che secondo me poteva essere una soap opera radiofonica, il titolo era nato da quest’idea. Gli avvenimenti poi hanno cambiato l’ordine dei fattori, senza, credo sconvolgerne il risultato. Quindi è stato prima libro per l’editrice Zona poi audiolibro per l’etichetta Terre Sommerse.

La musica. È nata sulla visione delle parole scritte oppure è maturata seguendo un percorso alternativo seppur collegato al lavoro già fatto?

La musica è nata come necessità di dare un ritmo alla lettura, adatto ai diversi capitoli, per rendere l’interpretazione del “lettore” più simile possibile alla mia idea. Così inizialmente incisi delle basi da ascoltare a loop e le distribuivo ad amici insieme al dattiloscritto. L’esperimento sembrava funzionare. In quel modo potevo parlare di funerali su una base allegra, per esempio, o di argomenti scanzonati su solidi blues tristi aiutando l’interpretazione dei toni del messaggio.

“Prenestinity Circus”, la performance : cosa è, o cosa vorrebbe essere.

Prenestinity-circus è la posa in opera del muro di cinta di tutto il mio presente artistico. Le collaborazioni che sono state tante e formative, l’esecuzione dei miei brani originali (La MaLaStraDa - www.myspace.com/lamalastradaband ), i reading musicati dall’audiolibro, la mostra di foto nate dal progetto. Ovviamente questo muro ha ingressi da tutti i lati, e sempre aperti e non sorvegliati, perché fare la guardia alle idee equivale secondo me ad ucciderle.

Una “filosofia urbana” (permettimi il termine in senso di strada, vissuto) sembra attraversare la tua “soap novel”, la mozione teoretica dell’elaborazione: è un costrutto mentale fine a stesso, egocentrico, oppure una trasmissione sinaptica volta al proselitismo?

E’ un modo di dire le cose solo a chi interessano, un primo filtro per mettere in guardia, per entrare in contatto con Prenestinity nel modo giusto, sapendo a cosa si va incontro. Prenestinity o si odia o si ama, non è carino, è brutto o bello, le idee sono coerenti e maturate sul “campo” (banconi, strade, tavoli, sgabelli, marciapiedi), non lasciano spazio a troppe interpretazioni, o si condividono o si rifiutano…

Per chiudere. Qual è il “mezzo espressivo” che più senti renda efficacemente quello che vuoi comunicare emotivamente: la musica o la parola?


Sono esperienze completamente contemporanee nella mia mente, non riesco a pensare ad una parola che non sia al tempo stesso una nota ed un colore, approfitto della fortuna di avere tutti e cinque i sensi per farmi aiutare nella comunicazione, e comunicare è tutto quello che mi interessa.

Link utili:

Brano originale - http://www.youtube.com/watch?v=vLoMKdBRfGU

Capitolo dell’audiolibro - http://www.youtube.com/watch?v=ymaf7BjW_Ac

La necessità di sperimentare nuove forme di comunicazione generate dalla fusione di mezzi “classici”, da il senso della prospettiva nella quale si muove Andrea Caovini e delle strade percorribili per ottenere un linguaggio culturale nuovo, disancorato da schemi stentorei e ripetitivi.

Una scrittura fluida maturata nell’ambiente urbano, reale, vissuto ed una musica altrettanto fluida che da corpo alle vibrazioni che si percepiscono nella lettura o nell’ascolto del reading.

Circondato da ottimi compagni di viaggio e di lavoro ha saputo progettare, modellare e portare a compimento un lavoro significativo, lontano da un approccio manieristico e denso di atmosfera; “ Avremmo dovuto riconoscere prima o poi di essere noi lo sbaglio, l’errata interpretazione, i predestinati a brutti momenti di solitudini … E così fu anche per quel periodo vissuto al Prenestino”.

Ascoltare, leggere o vedere dal vivo il suo lavoro rende dietro con utile il tempo a lui concesso, per avere una corposa evasione dalla quotidianità.

domenica 27 marzo 2011

UN GURU

La via della Non Violenza è il Credo dogmatico di Gene Sharp (professore emerito in scienze politiche presso l’Università del Massachuttes), uno dei massimi esponenti del pacifismo statunitense e collaboratore della Conferenza dei vescovi cattolici negli USA.


I suoi scritti (The politics of Nonviolent Action) hanno influenzato le azioni delle cosiddette Rivoluzioni Colorate, ovvero i momenti rivoluzionari caratterizzati da uno specifico colore (o fiore) assunto come simbolo e moderno marketing politico (corporate branding), e dalla creazione di gruppi di educazione alla democrazia (distribuendo adesivi, impermeabili ed altre forme di merchandising), sostenuti da gruppi studenteschi ed organizzazioni non governative (in parte finanziate anche da paesi occidentali)

Quelle coronate da successo si sono avute in Serbia (Rivoluzione del 5 ottobre, 2000), Georgia (Rivoluzione delle Rose, 2003), Ucraina (Rivoluzione arancione, 2004/2005) e Kirghizistan (Rivoluzione dei tulipani, 2005 – seppur con derive violente). In Azerbaijan, Bielorussia e Mongolia le azioni di protesta non hanno avuto la stessa efficacia, ma hanno rappresentato comunque un tentativo non violento di reazione a diffusi soprusi.

Il pensiero di Sharp è incentrato sul ruolo potenziale della lotta non violenta volta a perseguire gli obiettivi della piena realizzazione della giustizia della libertà e della pace: “ E’ necessario e auspicabile lavorare con altre persone che possono non condividere le nostre convinzioni, ma che sono come noi impegnate a favore della giustizia, della libertà e della pace e che sono disposte ad agire in modo compatibile con i nostri principi morali e nel dovuto rispetto della dignità umana.”

http://www.aeinstein.org, è il sito ufficiale della sua organizzazione non-profit (The Albert Einstein Institution is a nonprofit organization advancing the study and use of strategic nonviolent action in conflicts throughout the world), dove è possibile scaricare in molte lingue i suoi scritti.

La lotta non violenta (l’altra forma di sanzione estrema), chiamata a volte anche potere del popolo, disobbedienza politica, azione non violenta, non collaborazione o resistenza civile può produrre risultati, a volte immediati a volte in un futuro più o meno prossimo.

Quello che conta però e che l’Idea si sia installata in maniera più o meno radicata nelle formazioni giovanili e sociali in genere di alcune popolazioni oppresse da dittature più o meno mascherate: la Rivoluzione Possibile.

L’esercizio dialettico e simbolico della riaffermazione della dignità umana e dei diritti universali, antecedenti qualsiasi organizzazione politica e le sue leggi.

Se può funzionare per rovesciare regimi a maggior ragione può funzionare in democrazie acclarate, dove però l’esercizio numerico pedissequo della maggioranza è portato a soffocare istanze di minoranze in nome della mai chiara Ragion di Stato.

In modo particolare in quei paesi occidentali ancorati ancora allo scontro ideologico fra fazioni, retaggio di un passato duro a superarsi.

L’acquisizione di una coscienza civile superiore da svilupparsi in forme non violente che superi gli scontri ripetuti con l’autorità costituita dovrebbe costituire una priorità inderogabile per l’affermazione di una democrazia più giusta e vivibile, meno omertosa e tendente all’auto conservazione.

Un marketing commerciale con l’obiettivo prefissato di generare utili, nell’ottica della massimizzazione utilitaristica dei diritti sociali e delle priorità dell’individuo (non egoistiche ma comuni).

Un modo di fare per sensibilizzare, per migliorare, per partecipare attivamente alla vita pubblica senza la necessità ogni volta di ripercorre tragedie che si ripercuotono nel futuro generando nuove violenze e dibattiti infiniti sull’uso della forza come forma di difesa dall’aggressione (e su chi sia stato il primo ad aggredire).

Per vivere meglio. Per sentirsi meglio. Per non continuare a dire: “piove, Governo ladro”.

martedì 22 marzo 2011

WWW.INFLUWEB.IT

Influweb è un sistema di partecipazione volontaria per il monitoraggio dell'Influenza in Italia. Si basa su di una piattaforma web interattiva,  cui chiunque può accedere per registrasi e partecipare attivamente, fornendo aggiornamenti ed ottenendo informazioni utili sul virus dell'influenza. Nato in Olanda e Belgio (2003/2004) , ha visto successivamente nascere iniziative simili in Portogallo (2005/2006), Gran Bretagna (2009), Svezia, Germania, Francia e Spagna (2010). In Italia il sistema è attivo dal 2008 con il nome INFLUWEB.
Occorre registrarsi e compilare un breve questionario sui sintomi riscontrati o semplicemente per segnalare che non si è avuto alcuno sintomo; una volta registrati si riceve un invito settimanale a segnalare eventuali disturbi, con il vantaggio per gli addetti ai lavori di raccogliere dati in tempo reale e con una risoluzione geografica capillare (i dati vengono riportati su di una mappa dell'Italia colorata a seconda dell'incidenza del virus).
L'idea è quella di monitorare gli spostamenti degli individui per studiare  e prevedere l'evoluzione dell'epidemia; le cifere relative alle persone vengono integrate con quelle del traffico aereo fornite da 3.400 aeroporti.
Cosa risolve? Innazitutto  un aiuto al sistema sanitario nazionale, con stime sul numero dei malati, sulle risorse dei medicinali e sulla pressione che lo stesso sistema può subire (si pensi, ad esempio al numero delle ambulanze che potrebbero occorrere in un momento di picco massimo). E' una sfida agli schemi classici della medicina.
E' possibile, aderendo, fornire un piccolo contributo con la nostra partecipazione, affinché le poche risorse disponibili vengano usate in maniera appropriata e non vengano disperse; inoltre potremmo concorrere anche ad un abbasssamento dei costi sociali legati all'influenza (ospedalizzazioni, assenteismo nei servizi essenziali della società ecc.).
Non costa nulla. Non prende tempo. E' un progetto di respiro mondiale (non solo europeo). Se vogliamo che le cose migliorino è essenziale che portiamo anche il nostro piccolo contributo.

sabato 19 marzo 2011

PERIGEO LUNARE


Stanotte si verificherà il fenomeno astronomico denominato Perigeo Lunare, un evento che ricorre ogni 19 anni, quando, cioè, la luna raggiunge la distanza minima dalla terra. In più, questa volta la luna, oltre così vicina, sarà anche piena, effetto che porterà a vedere, ad occhio nudo, una luna ingrandita del 14% (sperando, ovviamente, in un cielo sgombro di nuvole).
La Luna Gigante sarà visibile per lo spostamento dell'orbita (la luna gira attorno alla Terra seguendo un'orbita ellittica), effetto delle perturbazioni causate da altre forze gravitazionali, come il quella del Sole, che in conseguenza di ciò, spostano i punti nei quali la Luna raggiunge la distanza minima (perigeo, appunto) e massima (apogeo),  oscillando attorno ad un punto medio .
Sarà uno spettacolo da non perdere, che dovrebbe avere il suo culmine attorno alla mezzanotte di oggi.
Non  si tratta della cosidettà SuperLuna, che a parere degli astrologi porta sventure a catastrofi (e te pareva!, come se già non ce ne fossero a sufficienza - dicessero mai che una evento naturale e spettacolare portasse bene all'umanità).
Bando alle ciance, è qualcosa da non perdere, anzi  nel quale perdersi, sognando di poter toccare la Luna con un dito o abbracciarla, per quanto sembrerà vicina, per non smettere mai di meravigliarci di quello che ci circonda, che ci lascia a volte senza fiato per la bellezza che porta intrisecamente con se.
Buona visione a tutti.

venerdì 11 marzo 2011

TERREMOTO E TSUNAMI IN GIAPPONE


RACCOGLIAMOCI UN MINUTO
UN PICCOLO MOMENTO DI SOLIDARIETA' PER UNA IMMENSA TRAGEDIA CHE ALL'ALBA DI QUESTA MATTINA HA COLPITO IL GIAPPONE

martedì 1 marzo 2011

MAGIA

... e mi ritrovo a piangere, ascoltando i battiti lenti del mio cuore, che s'inabissa nel cupo e rituale discendere della notte che tutto ammanta e avvolge, discretamente, silenziosamente, divinamente.
e chiedo venia per le parole che non ho, pur cercandole nel punto più profondo della sacca della mia anima di vetro, che s'incrina nel ruvido e gelido tocco dei miei pesanti e gravi pensieri.
ma nulla posso e nulla uscirà dalle dita che battono frenetiche sui tasti rispondendo agli impulsi razionali della mia appannata ragione e alle ondate frenetiche ed irrazionali dei miei sentimenti.
nel vuoto lieve e saudente di dover aspettare ancora domani, ancora un domani, sempre un domani, per una data che manca nel mio calendario.
ma resto qua. non abdicherò, non ora. pazienterò; fortificandomi, crescendo, incrementando il mio essere uomo, il mio voler diventare un uomo, nella quiete sovrana di dover credere che sia possibile.
fuggire, del resto, è come morire, ed io voglio vivere, fino in fondo. e se dovrò farlo attraversando giorni di tempesta, lo farò...nell'attesa e nella certezza che il vento cesserà la sua furia e che dopo il suo passaggio comunque un fiore sboccerà.
ed un fiore è magia. è la magia può...