mercoledì 18 dicembre 2013

5 DOMANDE A: FLAVIO BRAGALONI


Flavio Bragaloni è un artista internazionale, conosciuto per i suoi lavori di pittura decorativa, affresco e stucco veneziano. Vive a New York. Nell’anno 2010 è e stato inserito nella lista degli artisti del Moma Ps1.
Mosca, Dubai, Montecarlo, Washington Dc …e ora New York. Sei partito da Albano Laziale (luogo di nascita) ed hai girato il mondo per il tuo lavoro di affreschi, pittura decorativa, stucco veneziano, foglia d’oro… quanto ha influito su di te l’essere venuto in contatto con realtà così differenti tra loro e così distanti da dove sei cresciuto …

 Viaggiare ha fatto di me quello che sono … ha contribuito alla mia formazione artistica e spirituale … soprattutto in ragione delle disuguaglianze e delle discriminazioni che ancora oggi vivono e prolificano sul pianeta terra 


"2 poliziotti NYPD cui ho regalato la mia tshirt il giorno della parade ..."

Come inizia la tua pittura artistica?


Fin dall'infanzia ho sempre visto mio padre dipingere per hobby ed ero affascinato nel vedere lui che creava dei bellissimi dipinti .
Nell’adolescenza decisi, così, che i miei studi dopo le medie sarebbero continuati in un istituto d'arte.
Ho sviluppato sin da piccino una passione per i musei. Rimanevo ore incantato nel vedere opere di grandi pittori allora e maestri ora; guardavo, cercavo di capire e viaggiavo con la fantasia … e la mia passione per l'arte cresceva ogni giorno di più.
Dopo la scuola iniziai subito a lavorare, ma volendo, e dovendo, apprendere ancora decisi di frequentare una scuola in Roma di decorazione pittorica, imparando ulteriori tecniche pittoriche e decorative; ci restai per quattro anni.
I miei primi lavori ad olio su tela li ho eseguiti all'età' di 16 anni e sono tuttora conservati nella soffitta di casa ad Albano Laziale.

Ho selezionato alcune cose che mi hanno particolarmente colpito per una certa crudezza nella rappresentazione, “paid sex ” in particolare, e “perfume paradise”. Riguardo al primo, è una tua idea di realtà che hai voluto imprimere su tela o è una estremizzazione dello squallore che si  cela nei rapporti contro denaro? Nel secondo, vuoi dirci che il paradiso è un artificio del nostro io e che noi siamo così limitati da non poter immaginare altro che profumi come un “arbre magique”?
  
paid sex




Il mio dipinto Paid Sex ad olio con vera carta di credito inserita … si è molto forte, ma ho trovato nelle persone che l'hanno visto molti riscontri positivi … e anche qualche critica, ma, ovviamente, ben accetta!
Mi piacciono le critiche negative sui miei lavori, mi danno forza per dipingere giorno dopo giorno ancora meglio.
Credo che viviamo in un mondo, almeno per quello che io ho potuto, e posso, vedere nel percorso della mia vita ,avendo girato molto per lavoro, che a volte è molto squallido.
Ed squallido constatare che ci persone che vendono il proprio corpo, e non parlo solo di chi lo vende per sopravvivere, esclusivamente per raggiungere un loro obbiettivo in carriera o per farsi notare vicino a persone importanti.


perfume paradise



Nel dipinto Perfume on Paradise, ho voluto rappresentare la scena della crocefissione sul monte calvario dipingendo le croci sopra ai 3 alberelli magique.
Chiudendo gli occhi ho immaginato quello scenario brutale; il profumo per me, in quel momento, rappresentava l'amore che Dio aveva nelle persone, e in quel mondo brutto fatto di violenza il profumo sembrava potesse alleggerire il dolore e rappresentava, ancora una volta, il perdono di Dio a quella gente per la brutale crocefissione … e nel risorgere ho immaginato che nel profumo c'era l'amore che lui avrebbe portato in Paradiso ...
Le tue immagini appaiono fanciullesche, elementari, con tratti semplici seppur decisi nei loro contorni e assolutamente esplicite nel loro messaggio di denuncia sociale … pensi di aver trovato la tua forma espressiva ideale? 
Esprimo quello che sento nella forma che più mi rappresenta nel momento creativo … si, da qualche anno i miei dipinti sono molto, molto critici e lavoro su problemi sociali di tutti i tipi …
"un paio di settimane prima del gay pride in New York ho prodotto le maglie , la foto con la donna è stata scattata a dentro la comunita' gay lesbo in west village in manhattan, ne ho donate a loro 5, sono rimasti molto felici ..."
Gay marriage mi entusiasma … sembra così banale … ma è così potente nel suo impatto visivo da lasciare senza fiato … l’articolo su di te di Martina Federico del 24 luglio 2011 su la Repubblica titola “La premonizione del matrimonio gay”: credi che viviamo ancora in una forma societaria arcaica sottomessa a primitivi postulati?
gay marriage

Il dipinto del matrimonio Gay Marriage è uno dei miei dipinti preferiti.
Una sera ero seduto ad un bancone di un bar di un ristorante bevendo il mio vino rosso preferito …mi sono ritrovato in mano un foglio ed una penna … senza nemmeno accorgermene ho buttato giù' una bozza di quello che sarebbe divenuto poi il quadro …due uomini che entrano in una chiesa camminando non sopra al comune tappeto rosso ma su di un tappeto con i colori della bandiera Gay; tutto intorno, su di un sfondo rosso, colore che per me rappresenta l'amore, ho dipinto degli spermatozoi bianchi.
Sulla testa dell’uomo posizionato a destra ho messo un velo e su entrambi gli uomini sulla zona dei genitali ho applicato 2 preservativi veri a simboleggiare la prevenzione.
Ho dipinto quest'opera dopo aver partecipato a molte manifestazioni gay, nelle quali reclamavano i loro diritti e la possibilità' di unirsi in matrimonio …
Mi spaventa l'idea che nel mondo, ancora oggi, c’è gente che schiva e odia queste persone.
Nel 2011 in New York hanno approvato l'uguaglianza e i diritti per i Gay e la possibilità' di unirsi in matrimonio; mi piace pensare che il mio dipinto ha contribuito a ciò... su questo ho avuto come hai detto l’articolo su America oggi di Repubblica .

GAY MARRIAGE sarà esposto, dal 16 al 25 gennaio 2014 in BARCELLONA , dove Flavio sarà ospite del “II° International Prize Don Quijote de la Mancha".
Flavio racchiude in se un essenza direi primordiale di approccio con le cose della realtà di tutti i giorni…questo mi porta a considerarlo una specie di neosurrealista per alcune sue estremizzazioni… la sua pittura cattura l’occhio, ti inchioda e ti fa porre domande … è scarna, senza fronzoli, un iperrealismo mascherato direi … ha tratti decisi, fermi, che traggono energia dal suo animo puro ed onesto coagulando il tutto con idee bizzarre e geniali.
Mi piace, e piace a chi lo va a vedere.
Vi consiglio di farvi un giro su:
 flaviobragaloni.com

 



lunedì 9 dicembre 2013

HOTEL REBIBBIA RELODED








Venerdì 13 dicembre, alle ore 17.30, presso la Sala Millepiani, Via Nicolò Odero 13 (Garbatella), col patrocinio del Municipio VIII (ex XI), presentazione del libro



“Hotel Rebibbia”



Fotografie: Gaetano Pezzella

Testi di: Tatiana Antonova

Maurizio Centi

Ulrico Del Curatolo

Paolo Izzo

Cristobal Munoz

Gaetano Pezzella

Grafica: Danilo Rosati





Si può raccontare il carcere senza conoscerlo? La scommessa degli autori dei racconti inseriti in questo libro fotografico, anziché giudicare ciò che può condurre un uomo dietro le sbarre di una prigione, è stata quella di proporre il resoconto immaginario di persone segregate che desiderano la libertà.



Nella narrativa convenzionale prevale in genere l’immagine del carcere come luogo di violenza e di sopraffazione, di lotta per il potere tra detenuti e guardie carcerarie, a cui consegue un’ansia che si può placare solo con l’idea di sorvegliare e di punire. Il detenuto ‘non può mai migliorare’, come gli animali è incapace di ragionare e di elaborare poi le proprie riflessioni, possiede come unico strumento di comunicazione la violenza. Eppure uno sguardo diverso non è impossibile.



L’idea di scrivere i racconti è nata dalle stupende fotografie di Gaetano Pezzella e dal resoconto informale del lavoro che alcuni di noi svolgono nel carcere.



Si voleva comprendere per quale ragione i detenuti di Rebibbia avessero accettato che gli venisse ‘rubata’ l’anima per presentarla poi davanti a un pubblico di sconosciuti del tutto estranei al loro mondo chiuso, dimostrando di essere disposti a venire una volta ancora giudicati.

Alla fine ci è sembrato di aver compreso che nonostante i muri alti, le sbarre alle finestre e l’assillo dei pensieri circolari, l’esistenza dentro il carcere scorre comunque e assume i suoi significati.

Vicina, vicinissima, a un soffio dalle nostre.



Oltre gli autori saranno presenti:



Andrea Catarci, Presidente del Municipio VIII;

Luisa Giustiniani, Responsabile Area Pedagogica C. C. Rebibbia N.C.;

Stefano Anastasia, fondatore Associazione Antigone;

Angiolo Marroni, Garante dei Diritti dei Detenuti del Lazio;

Cosimo Rega, Attore;

Gregorian Garagin, Architetto;

Alessandro Pepe, Associazione Il Viandante;

Roberto Boiardi, Direttore Herald Editore.



Letture di Giovanna Conforto.

Musiche dal vivo di Canio Loguercio e Alessandro D’Alessandro.

Proiezioni in sala su foto di Gaetano Pezzella.